Confronto traduttivo dei Vangeli sulla questione del primato petrino

La Pietra (πέτρα): Gesù Cristo 

Per prima cosa, non possiamo escludere che il significato del termine “Πέτρα”, pronunciato dal Signore, sia la confessione di Cristo «ως Υιόν του Θεού του ζώντος» o, piuttosto, su Gesù Cristo stesso. Tale appropriata formulazione del passo permette di considerare giustamente la sua interpetazione. Il passo, così com’è conosciuto dice: Καγώ δε σοι λέγω ότι σύ ει Πέτρος, και επί ταύτη τη πέτρα οικοδομήσω μου την εκκλησίαν. e non  σύ ει Πέτρος και επί σε οικοδομήσω μου την εκκλησίαν. Così possiamo dire che il mutamento dei termini (Πέτρος – Πέτρα) nelle due frasi, correlato con l’esistenza della precedente confessione «Σύ ει ο Χριστός, ο υιός του Θεού του ζώντος», non solo ci dimostra la possibilità ma fonda pure la ragione con la quale si attribuisce a questo passo l’interpretazione sopra menzionata.Osserviamo più analiticamente l’argomento. Sosteniamo che è possibile attribuire tale significato al passo in questione perché, al di là delle ragioni suddette, qualcos’altro lo supporta ulteriormente. Sarebbe questo il motivo per cui l’agiografo divinamente ispirato quando scrive utilizza la congiunzione “και” e non la particella opposta “δέ”. Ciò significa che egli riporta accuratamente e non senza una ragione sufficiente che «Συ ει Πέτρος, και επί ταύτη τη πέτρα, οικοδομήσω μου την Εκκλησίαν» e non che «Συ ει Πέτρος, επί ταύτη δέ τη Πέτρα, οικοδομήσω μου τήν Εκκλησίαν» Quest’uso specifico di “καί” non ci obbliga a considerare una sola identificazione dell’unica attuale “roccia” (Πέτρα). Solo se fosse stato scritto «επί ταύτη δε τη Πέτρα, οικοδομήσω μου την Εκκλησίαν» saremmo stati obbligati a comprendere una roccia esplicita e, conseguentemente, ad accettare una sola definizione. Da come stanno le cose, invece, nessuno e niente ci impedisce di sottolineare «ταύτη τη πέτρα» in modo da obbligarci ad essere legati ad una sola identificazione. Al contrario, siamo liberi di ripristinare il senso originario sulla base e la solidità del “και” della frase.Ciò significa che, pure se noi adottiamo un altro punto di vista come, per esempio, quello in cui “Πέτρα” si riferisce a Pietro, l’interpretazione suddetta non è esclusa. Parimenti se il testo dicesse «και επί σε (Πέτρε) οικοδομήσω μου τήν Εκκλησίαν», non sarebbe ancora sminuita l’ interpretazione in questione; per cui ciò vorrebbe semplicemente significare che oltre gli altri «costruirò su di te, Pietro, come su una roccia». La congiunzione “και” non attribuisce esclusività alla roccia di Pietro (Πέτρα του Πέτρου) e ciò non si escluderebbe neppure se Pietro fosse la roccia sulla quale esiste ogni altra roccia.Tale possibilità o, in altre parole, l’uso di “και” è rafforzato dal passo della seguente frase: «και πύλαι άδου ου κατισχύσουσιν αυτής (= la Chiesa)». Il nostro argomento viene qui rafforzato perché nessuno, pensiamo, potrebbe sostenere questa proposizione e scorgere che solo le porte dell’Inferno non prevarrebbero contro la Chiesa. Al contrario, ciò evidentemente significa che oltre ogni altra causa, come i possibili nemici della Chiesa, pure le porte degli Inferi (cioè «i pericoli mortali»[7] o «la morte e il potere organizzato dal maligno») non prevarranno contro di essa. Di conseguenza, esiste la possibilità di accogliere l’interpretazione sopra specificata.Ora veniamo al cuore dell’argomento che ci porta ad accettare l’interpretazione che la roccia sia la confessione di fede in Cristo, o piuttosto sia Cristo stesso. A parte il gioco delle parole (Petros-Petra) altri passi della Sacra Scrittura ci danno l’opportunità di caratterizzare il Cristo in questa maniera. In tal modo, l’interpretazione data riguardo al passo di Mt 16,18 si armonizza con quelle degli altri.Per esempio in Rm 9, 33 viene riportato il passo profetico di Isaia (28, 16 e 8, 14) nel quale si afferma che Gesù Cristo, «Ιδού τίθημι εν Σιών λίθον προσκόμματος και πέτραν σκανδάλου, και ο πιστεύων επ’ αυτώ ου καταισχυνθήσεται». Un passo della prima lettera paolina ai Corinti supporta questa prospettiva con un’estensione ulteriore: Oυ θέλω γαρ υμάς αγνοείν αδελφοί, ότι oι πατέρες ημών [...] έπινον εκ πνευματικής ακολουθούσης πέτρας, η Πέτρα δε ην ο Χριστός. (10, 1-4) Questo passo asserisce esplicitamente che Cristo è la roccia spirituale (η Πέτρα η πνευματική). In tal modo il termine Πέτρα, è usato chiaramente assieme a quello di Cristo nelle Sacre Scritture. Pure San Pietro nella sua prima epistola ripete similmente che: Διότι περιέχει εν γραφή. ιδού τίθημι εν Σιών[9] λίθον εκλεκτόν, ακρογωνιαίον, έντιμον, καί ο πιστεύων επ’ αυτώ ου μη καταισχυνθή. Υμίν ουν η τιμή τοις πιστεύουσιν. απιστούσιν δε λίθος ον απεδοκίμασαν oι οικοδομούντες, ούτος εγενήθη εις κεφαλήν γωνίας και λίθος προσκόμματος καί πετρα σκανδάλου. (I Pt 2, 6-8) Altrove, San Paolo scrivendo ai cristiani, parla di Cristo come del fondamento eminente e della testata d’angolo: […] Θεού οικοδομή έστε. Κατά την χάριν του Θεού την δοθείσάν μοι ως σοφός αρχιτέκτων θεμέλιον έθηκα, άλλος δε εποικοδομεί. ΄Εκαστος δε βλεπέτω πώς εποικοδομεί. Θεμέλιον γαρ άλλον ουδείς δύναται θείναι παρά τον κείμενον, ος έστιν Ιησούς Χριστός. (I Cor 3, 9-11). Altri passi delle Sacre Scritture sostengono indirettamente che Gesù Cristo è la roccia di fondazione caratterizzando le parole del Signore, cioè i Vangeli, come una roccia. Quando parliamo della parola del Signore, intendiamo la parola di Dio cioè pure Gesù Cristo, il Verbo incarnato di Dio, ma anche il contrario[11]. In questo modo la maniera in cui i Vangeli presentano Cristo rafforza il nostro argomento. Questo principio è confermato da altri passi e, secondo la nostra opinione, dal più importante tra essi: Gv 8, 25. In esso il Signore, risponde alla domanda dei giudei: «συ τις εί;» con la nota frase «Την αρχήν ό τι και λαλώ υμίν». La frase è così spiegata: «[È] ciò che ho detto all’inizio (o, genericamente, quanto ho già detto) per cui «Io sono Colui che vi parla, Colui che vi insegna». Abbiamo usato questo passo di Giovanni non solo perché lo consideriamo fondamentale per individuare l’identità riguardo la natura di Cristo, ma pure perché i problemi e i soggetti del passo sono quasi gli stessi di quelli esposti in Mt 16, l3 ss., oggetto del nostro studio. In entrambi i casi le domande e le risposte gravitano attorno alla stessa persona e allo stesso problema di Cristo, con la differenza che, nel primo caso, Egli pone una domanda mentre, nel secondo, risponde.Ma l’importanza di Gv 8, 25, che ha un peso particolare se la si riferisce alla confessione, è il fatto che il problema viene posto sulla persona (Cristo): «Che sei tu?» (συ τις ει;). Di conseguenza, abbiamo la stessa confessione e la medesima conferma al momento suddetto dalla parola del Signore intesa come Gesù Cristo.Dall’osservazione sopra esposta possiamo ora indicare i passi delle Sacre Scritture che comparano la Parola di Dio, le parole del Signore (ossia di Cristo), con la roccia (Πέτρα). Innanzitutto presentiamo una pericope dal Vangelo secondo san Matteo che riporta le seguenti parole del Signore: Πας ουν όστις ακούει μου τους λόγους τούτους και ποιεί αυτούς, ομοιωθήσεται ανδρί φρονίμω, όστις ωκοδόμησεν αυτού την οικίαν επι την πέτραν. Και κατέβη η βροχή και ήλθον oι ποταμοί και έπνευσαν οι άνεμοι και προσέπεσαν τη οικία εκείνη, και ουκ έπεσεν τεθεμελίωτο γαρ επί την πέτραν. (Mt 7, 24-25) Questo passo è simile ad un altro ritrovabile nel Vangelo di San Luca: Πας ο ερχόμενος προς με και ακούων μου των λόγων και ποιών αυτοίς […] όμοιός εστιν ανθρώπω οικοδομούντι οικίαν, ος έσκαψεν και εβάθυνεν και έθηκεν θεμέλιον επί την Πέτραν. (Lc 6, 47-48) In questi passi, dunque, abbiamo la testimonianza che Cristo, il Figlio e la Parola (Λόγος) di Dio, è la roccia (Πέτρα) sulla quale è possibile costruire la Sua casa stabilmente, con un fondamento così sicuro da non subire scossa alcuna.I passi sopra esaminati oltre a richiamarla, rinforzano l’interpretazione di Mt 16, 18 secondo cui la roccia (Πέτρα) sulla quale la Chiesa di Dio sarebbe costruita in modo da resistere all’Inferno, è Cristo, il Figlio e la Parola di Dio. 

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