Chi sono i Vecchi Credenti? ( Storia della Chiesa - Era Moderna)


Il fenomeno dei Vecchi Credenti (Starovjery) è un capitolo importante della storia religiosa russa, e nessuno studio dell'Ortodossia russa può ignorarne la portata. I Vecchi credenti hanno origine dalle reazioni della tradizione ortodossa tipica della Russia alle riforme liturgiche promosse sotto il Patriarca Nikon (1652-1667).
Dopo la metà del XVII secolo, il crescente ruolo della Russia come nazione di riferimento e di sostegno dei cristiani ortodossi sotto il dominio musulmano si sposava con le visioni teocratiche di “Mosca terza Roma”. Non è sorprendente che anche il patriarcato russo, costituitosi da pochi decenni, mirasse a un ruolo primaziale nell'ecumene ortodosso. A tale ruolo erano però di ostacolo le particolarità rituali del mondo russo, che si erano venute a sviluppare negli ultimi secoli. Fu il Patriarca Nikon a occuparsi di uniformare le tradizioni rituali, inizialmente con il pieno appoggio di tutta la chiesa, e quindi con una politica sempre più inflessibile. I sostenitori delle antiche tradizioni russe, che avevano il loro campione nell'Arciprete Avvakum Petrovic (1619?-1682) di Nizhni-Novgorod, erano sinceramente preoccupati dell'ingresso di forme di culto eretiche, forse non senza ragione (le usanze greche, alle quali il Patriarca Nikon imponeva al mondo russo di uniformarsi, erano codificate in libri stampati a Venezia sotto un evidente influsso cattolico-romano).
Mentre l'insieme della Chiesa russa avversò la politica primaziale del Patriuarca Nikon (tanto da deporlo dalla carica), accettò invece le sue riforme liturgiche, provocando una scissione (raskol) tra i suoi membri, i cui effetti durano ancora oggi. I sostenitori dell'antica tradizione cultuale russa si denominarono Vecchi Credenti (Starovjery) o Vecchi Ritualisti (Staroobrjadzy) e iniziarono una politica di resistenza passiva all'autorità del Patriarca e dello Zar. Se da una parte ai Vecchi Credenti si presentava uno scenario apocalittico di Chiesa perseguitata, dall'altra il potere imperiale usò nei loro confronti mezzi sempre più repressivi. Neppure l'occidentalizzazione della Russia sotto Pietro I ne migliorò la sorte: provocò anzi un'ondata tale di persecuzioni da costringere molti Vecchi Credenti all'esilio.
Dal punto di vista dell'ordine ecclesiale, la maggior parte dei Vecchi Credenti riteneva la Chiesa russa pericolosamente minacciata da influenze innovatrici, ma pur sempre veicolo di grazia, tanto da accettarne i sacramenti, sia pure con molte riserve. Siccome dopo la morte dell'Arcivescovo Pavel di Kolomna nel 1656, i Vecchi Credenti non avevano alcun sostenitore aperto nell'episcopato russo, erano costretti a fare ordinare i propri preti nella Chiesa ufficiale (spesso da vescovi non del tutto contrari alle loro posizioni), e a mantenere comunità pericolosamente clandestine. Non fu che nel 1846 che i Vecchi Credenti “sacerdotali” (popovzy) riuscirono a creare una propria gerarchia episcopale, grazie all'appoggio del Metropolita Amvrosij di Bielaja Krinitza, già Metropolita di Sarajevo (morto esule in Slovenia nel 1863, e attualmente sepolto nel cimitero ortodosso greco di Trieste).
Un'altra parte dei Vecchi Credenti, ritenendo la Chiesa ormai irrimediabilmente compromessa con il potere dell'Anticristo (rappresentato dall'alleanza tra il trono imperiale russo e le contaminazioni eretiche del rito), abbandonò ogni tentativo di ricostruire una gerarchia e una vita sacramentale. I Vecchi Credenti “asacerdotali” (bespopovzy) formarono comunità laicali, dirette da responsabili anziani, che non amministravano più alcun sacramento al di fuori del battesimo, ma che curiosamente mantenevano la pienezza delle officiature ortodosse, con l'esclusione delle parti sacerdotali. I Vecchi Credenti asacerdotali si divisero presto in varie obbedienze rivali, e da queste ebbero in seguito origine gruppi riformisti (talora di tendenze estremiste e aberranti) che non avevano più nulla a che vedere con il mondo dell'antico rito russo, né con l'Ortodossia in genere.
Oggi i Vecchi Credenti sono conosciuti soprattutto dal punto di vista degli studi storici sulla Russia, mentre poco si sa della loro presenza in Romania e in altri paesi della diaspora, e ancor meno dei fenomeni della loro “seconda diaspora”, in questi ultimi anni. 

dal libro di p. Ambrogio di Torino: "Cristiani d'Oriente in Piemonte


SITUAZIONE ATTUALE
Nel 1971 il patriarcato moscovita revocò l'anatema lanciato sui Vecchi Credenti nel XVII secolo, ma la maggior parte fra le comunità di quest'ultimi rifiutò di tornare in comunione con le altre Chiese ortodosse.

Stime ritengono che il numero totale degli aderenti a tale fede vari da 1 a 10 milioni di individui, alcuni dei quali vivono in comunità estremamente isolate nei luoghi dove alcuni secoli fa erano stati costretti a fuggire per evitare le persecuzioni. Una comunità di 40.000 Vecchi credenti lipovani tuttora vive tra l'Ucraina e la Romania, sul Delta del Danubio. Negli anni dieci del XX secolo all'incirca il 25% della popolazione russa dichiarava di fare parte di branche del movimento dei Vecchi Credenti (dati census).

Principali differenze con l'Ortodossia Russa

I Vecchi Credenti si segnano in modo diverso, con due dita tese in luogo di tre. I Vecchi Credenti hanno la traslitterazione in cirillico del nome di Gesù in modo diverso:
Vecchi Credenti: Ісусъ (Isus')
Ortodossia Russa: Іисусъ (Iisus')
I Vecchi Credenti ritengono che cambiare la scrittura del nome significa alterarne il senso. In poche parole, i nuovi credenti non venerano Cristo, ma l'anticristo, secondo il pensiero dei Vecchi Credenti.
I Vecchi Credenti nel rito di Proscomidia usano sette prosfore e non cinque; le processioni le dirigono verso il sole e non controsole; Dopo i salmi cantano due alleluja invece di tre.
Inoltre, i Vecchi Credenti hanno nel Credo una frase in più, che essi giudicano imprescindibile.
<< (...) рождена, а не сотворена (generato "ma" non creato); И в Дѹха Свѧтаго, Господа истиннаго и Животворѧщаго (E nello Spirito Santo, il Vero Signore, colui che dà la vita)>>
Invece nel Credo comunemente noto a tutte le chiese ortodosse, si recita ciò che segue:
<< (...) рождена, не сотворена (generato, non creato); И в Дѹха Свѧтаго, Господа Животворѧщаго (E nello Spirito Santo, il Signore, colui che dà la vita)>> 

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