La preghiera di Manasse - dalla Bibbia dei LXX

La Preghiera di Manasse re di Giuda (687-642 a.C.) è una preghiera penitenziale contenuta nell'antica versione greca della Bibbia detta "dei Septuaginta" (dei Settanta). La sua composizione trae spunto da un episodio narrato nel Secondo libro delle cronache (v. 2 Cr 33,18). Viene recitata nella Grande Compieta di Quaresima dei cristiani ortodossi.

Signore onnipotente, Dio dei nostri padri, di Abramo, Isacco e Giacobbe e della giusta loro discendenza: tu hai fatto il cielo e la terra con tutto ciò che li orna, tu hai fatto il cielo e la terra con tutto ciò che li orna; tu hai messo ceppi al mare con la parola del tuo precetto; tu hai chiuso l'abisso e lo hai sigillato col tuo nome tremendo e glorioso, per il quale tutto rabbrividisce e trema, al cospetto della tua potenza; la magnificenza della tua gloria e' insostenibile e non si può resistere al furore della tua minaccia sui peccatori, ma smisurata e imperscrutabile e' la misericordia da te promessa. Tu, infatti, sei il Signore altissimo, pietoso, longanime e di grande misericordia, che si pente dei castighi per le cattiverie degli uomini. Tu, Signore, nella tua multiforme bontà, hai promesso conversione e perdono per quanti hanno peccato contro di te, e nella tua multiforme pietà, hai stabilito la penitenza per i peccatori in vista della salvezza. Tu dunque, Signore, Dio delle schiere, non hai indicato la penitenza ai giusti, a Abramo, Isacco e Giacobbe, che non avevano peccato contro di te, ma hai indicato la penitenza a me peccatore, perchè i miei peccati superano in numero i granelli di sabbia del mare. Si sono moltiplicate le mie ingiustizie, e non sono degno di guardare e vedere l'altezza del cielo, per la moltitudine delle mie iniquità, piegato sotto una pesante catena di ferro, così da non poter sollevare la testa; non ho sollievo, perchè ho provocato il tuo sdegno e ho fatto ciò che e' male davanti a te, non facendo la tua volontà e non osservando i tuoi precetti. Ma ora piego le ginocchia del cuore, implorando la benevolenza che viene da te. Ho peccato, Signore, ho peccato e conosco le mie iniquità ma ti chiedo con la preghiera: perdonami, Signore, perdonami, e non mandarmi in perdizione con le mie iniquità, non tenere in serbo con eterno sdegno il male che mi spetta, non condannarmi nel profondo della terra; Tu sei Dio, Dio di coloro che si pentono, e mostrerai in me, indegno, tutta la tua bontà, poichè mi salverai secondo la tua grande misericordia, e di continuo io ti loderò nei giorni della mia vita perchè a Te inneggia ogni potenza dei cieli, e tua è la gloria nei secoli dei secoli. Amen. 

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