Halloween oltre la mitologia - riflessioni di un clerical chic

E' ormai passata la fatidica notte. Fra mia madre che veste mia sorella da streghetta, il mio fratello più grandicello in discoteca e tante caramelle, mi sono posto il dilemma. Ma Halloween, insomma, oltre il Mercato, cos'è?

La zucca originariamente era la lanterna che si usava per illuminare la via che conduceva alla chiesa. Una mera lampada.
La religione del dio denaro ha trasformato la solennità religiosa in una specie di festa in maschera.

La società pre-cristiana delle isole britanniche aveva in questa notte del 31 ottobre una festività legata al culto della morte. I druidi infatti spaventavano la loro gente ricordando loro come gli spiriti e i demoni del mondo uscissero fuori dalle tombe e tormentassero i vivi.

Con l'arrivo provvidenziale del Cristianesimo in Inghilterra, questo giorno rimase comunque nella memoria popolare e la gente superstiziosa, come ci ricorda S. Eligio, continuava a pensare - e non a torto - che le presenze infauste governassero il mondo in questa notte. Macabro a parte, per risolvere in parte questo problema pastorale e anche teologico, la Santa Chiesa provvide a innalzare alcuni giorni l'anno al rango di "festa dei morti". Nell'Ortodossia secondo il typikon bizantino, noi la festeggiamo la prima domenica dopo Pentecoste. E così era anche nella Chiesa Latina, fino al IX secolo quando il buon papa Gregorio IV, nell'anno di Dio 840, traslò la festa dei morti al 1° novembre, in modo da poter festeggiare la Veglia il giorno prima, ossia la notte del 31 ottobre: questa scelta fece sì che la notte, il cui sensum tormentava i fedeli anglosassoni e non poco, trasmutasse: dalla notte della morte, divenne la notte in cui si superava la morte attraverso il ricordo dei defunti e dei santi che ci hanno preceduti.Con questa Veglia non si celebra la morte, ma piuttosto la resurrezione che deve venire, attraverso il ricordo dei propri cari. Gregorio IV favorì il diffondersi anche della Veglia ( All Hallows Eve, "vigilia di tutti i Santi" in inglese medievale) in tutta la cristianità latina che cadeva, ricordiamolo ancora una volta, sotto la sua giusta direzione canonica. 

Chi pensa che io mi inventi le cose, basta vada su wikipedia, insomma. 

Alla domanda che sorge spontanea, ossia "E' lecito per un Ortodosso festeggiare Ognissanti, dunque?" rispondo così:
Teoricamente, se la situazione canonica e pastorale fosse normale, ossia con un Patriarcato Latino, il typikon romano ripristinato, e una situazione parrocchiale interamente regolare, sarebbe non solo lecito, ma obbligatorio, in quanto il typikon perfino della ROCOR lo prevede come solennità.
Nella nostra situazione attuale, dove i neoconvertiti storcono il naso per qualsiasi cosa non sia orientale, e dove il clero e le parrocchie sono di rito bizantino e si portano dietro i loro typika, non si può fare a livello pubblico e comunitario. Si può festeggiare in privato, chiusi nella propria cella interiore.
Se il Vescovo di riferimento benedice l'iniziativa, un gruppo di fedeli può pure festeggiarla in qualche abitazione privata nella sua forma sine sacerdos, ossia come veglia senza prete, priva quindi delle benedizioni e delle parti sacerdotali. Ad ogni modo, una candela vicino alla finestra non si nega a nessuno.







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