La Missione presso gli Slavi di Cirillo e Metodio( Storia della Chiesa)

Premessa 
Il generale rinnovamento nelle chiese romana e costantinopolitana, unito al desiderio di espansione degli imperatori di riferimento, sono le principali cause dell'espansione della Cristianità dal IX all'XI secolo.
Da una parte, abbiamo una Roma collusa col potere franco, legittimato dall'incoronazione di Carlo Magno avvenuta la notte di Natale dell'800 da parte di Leone III pontefice. Dall'altro lato, abbiamo un Patriarcato Ecumenico fortemente legato gli umori del monarca del momento, che si prende il diritto di deporre o innalzare dal trono vescovile chi meglio lo aggradi. In entrambi i casi, dunque, abbiamo una Chiesa fortemente legata al potere laico di riferimento.


La Missione quindi assume un'ottica di conquista culturale, prima ancora che religiosa in senso stretto, in un'epoca che prefigura la successiva divisione piuttosto grezza e inesatta tra "Greci" e "Latini", che avrà conseguenze pesantissime su tutta la Cristianità. Da un lato, il Papato assurge a definitivo rappresentante della civiltà nata dalle ceneri della latinità sposata con la cultura germanica, in questa unione sempre meno netta e sempre più omogenea fino a diventare la Civiltà Medievale; dall'altro lato, abbiamo un Impero  d'Oriente che difende l'ellenismo e una cultura sostanzialmente diversa da quella latina, sebbene l'Imperatore si dica Romano. Mentre il Papato diffonde la lingua latina e la cultura occidentale nelle missioni slave ( Polacchi, Cecoslovacchi, Boemi...) il Patriarcato di Costantinopoli fin da subito comprende che per conquistare culturalmente gli Slavi, è necessario fondare una "ortodossia slava". Questa sarà la carta vincente che legherà il nascente stato bulgaro, la Rus' e i Balcani al mondo greco, per sempre.

Cirillo e Metodio erano due fratelli, figli di un alto funzionario di Salonicco. Dopo alcuni viaggi, iniziarono a trascrivere il Vangelo e i servizi liturgici in alfabeto Glagolitico, che poi evolverà in Slavonico. San Cirillo era essenzialmente un uomo di cultura, un Filosofo, e uno dei pupilli del santo Patriarca Fozio; suo fratello Metodio era un politico, affine alle arti del Diritto. Nel 850 circa si mossero verso la regione occupata dai Khazari, poi passarono per la Crimea, ove ritrovarono i resti mortali di San Clemente, Papa di Roma, mandato là a finire i suoi giorni ad metalla, ossia nelle miniere, dall'Imperatore di allora. Nel corso degli anni 850, Metodio divenne abate del Monastero del Monte Olimpo.  La lingua che scelsero era il dialetto bulgaro parlato a Salonicco, all'epoca una delle lingue veicolari dei popoli slavi. L'occasione fu provvidenziale, poiché il Re Ratislav di Moravia richiese al Patriarcato proprio in quel momento dei dotti per la Missione cristiana nel suo paese: correva l'anno 862.Cirillo e Metodio furono dunque inviati come rappresentanti ufficiali del Patriarca a guidare e migliorare la presenza cristiana nella regione. Ratislav era mosso, in parte, da una preoccupazione politica. I vicini Ungheresi, legandosi alla cristianità latina, si erano fatti amici i potenti Franchi, che avanzavano pretese un po' ovunque; Ratislav sperava che assumendo il cristianesimo nella sua forma bizantina, si sarebbe poi potuto alleare con l'Impero Romano d'Oriente e contrastare così le supposte mire dei nipoti di Carlo Magno. Nell'anno 867 Cirillo, Metodio e i loro discepoli si mossero alla volta di Roma per ottenere la benedizione a continuare la loro opera di evangelizzazione. Non è assolutamente chiaro il perché questi missionari si siano rivolti al Papa piuttosto che al Patriarca Ecumenico, come pare più naturale vista la regione. Taluni pensano che volessero passare per Venezia e studiarne i riti frammisti; altri, più plausibilmente, dicono che essi abbiano risposto ad un invito del Papa il quale voleva benedire la loro opera in Moravia; qualunque sia la ragione, i missionari moravi passarono prima per Venezia e poi giunsero nella Città Eterna. Alle porte dell'Urbe, il Papa Adriano II venne loro incontro in pompa magna, recando con sè accoliti con le candele accese, bandiere da processione, turiferari e un grande seguito di chierici. La ragione era molto semplice: Cirillo e Metodio avevano portato le reliquie di San Clemente Papa a casa. Vennero ricevuti con tutti gli onori. San Metodio fu fatto prete, come alcuni suoi discepoli, e nominato Vescovo della Pannonia e Apocrisario ( rappresentante ) del Papa in quelle regioni. Cirillo si ammalò in quel soggiorno romano, e morì. Prima di raggiungere i Cieli, si fece tonsurare monaco col nome che tutti conosciamo ( da laico, difatti, si chiamava Costantino). Metodio promise al fratello morente di continuare la missione in Moravia e ripartì poco dopo i funerali di Cirillo. Il Papa benedì l'uso della lingua slavonica per le terre morave, ma i missionari franchi disturbavano il lavoro di San Metodio e portavano avanti la teoria del Latino come unica lingua liturgica ammissibile. Fu imprigionato nel 870 dai missionari franchi, i quali erano mossi dall'impronta politica dell'Impero Carolingio il quale, volendo apparire l'Impero Romano restaurato, proponeva l'uniformità dei culti e delle lingue, su modello romano. 
I franchi fecero arrestare Metodio con l'accusa di aver scavalcato il vero titolare della missione slava, il vescovo di Saltzburg. San Metodio fu comunque rilasciato e potè proseguire la sua missione non più come vescovo-missionario, ma come Arcivescovo titolare della Pannonia: Svatopluk, nuovo Re di Moravia, incoraggiò la sua attività missionaria anche fuori dal suo regno nel periodo che va dal 874 all' 885, anno della morte di Metodio. La vicenda dei successori di Metodio, Naum e Clemente, suoi discepoli, è drammatica. Incoraggiati da Svatopluk a continuare la missione, furono disturbati da Stefano V, nuovo pontefice, che voleva la latinizzazione di quelle terre; arrestati e condotti a Venezia per ordine del papa, essi furono venduti ai Giudei e finirono chissà dove; Clemente fu poi ritrovato a Costantinopoli e liberato. Ma ormai la missione slava aveva preso corpo, e sarebbe evoluta nelle future e luminose chiese della Rutenia, della Boemia, della Slovacchia, e della Rus'. 

FONTI:
Padre Andrew Louth, Greek East and Latin West: The Church 861-1071 ( St. Vladimir Seminary Press)
Arciprete Mìlan Radulòvic, The Slavic Mission, in Outlines of 20th Century History, (Derkens edizioni)

Testo tradotto e riadattato nelle sue parti dal blogger.



Commenti