Un folle in Cristo dalla Roma della Chiesa Indivisa: Alessio l'Uomo di Dio

Ci sono due filoni agiografici. I Greci datano la vita di questo santo durante il regno dell'Imperatore Teodosio, nel IV secolo; Altre fonti Latine lo datano come vissuto durante il X secolo al tempo di papa Benedetto VII. Sant'Alessio l'Uomo di Dio fu un asceta e un Folle in Cristo vissuto a Roma. Gli agiografi suppongono che il filone greco sia il più attendibile,e pertanto mi atterrò a quello. 
Alessio abbandonò la sua promessa sposa ai piedi dell'altare per amore di Cristo, cambiando nome e nascondendo il proprio vero nome per tutta la vita. Aveva accettato di sposarsi per accontentare i genitori, ma era fuggito dopo che San Paolo, in una visione, gli aveva ricordato la frase evangelica " chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me!". Dopo che i voti erano già stati emessi, uscì dalla chiesa e abbandonò là la famiglia, senza tornarvi mai più. Raggiunse la Siria e nei successivi diciotto anni visse in un monastero. Egli credeva che i genitori lo avrebbero diseredato e che la sposina si sarebbe presto maritata con un altro uomo, ma non fu così. Ella andò a vivere in casa sua e lo attese assieme ai genitori, ma egli si diede per morto e non fece ritorno. Servì il monastero nel silenzio più totale, concentrandosi sulla Sacra Scrittura e lasciando perdere totalmente il mondo, tant'è che venne odiato dai confratelli coi quali non intratteneva nessun tipo di rapporto, neppure la preghiera comunitaria. 
Ardente di desiderio di giungere a Tarso, città natale di San Paolo, Alessio si imbarcò ma una violenta tempesta distrusse la nave sulla quale viaggiava; assieme ad altri superstiti fu raccolto da un naviglio diretto a Roma, e alla fine, dopo vent'anni di assenza, ritornò a casa. Preso da una grande nostalgia, raggiunse la tenuta di famiglia ma, credendo di tradire Cristo manifestandosi ai suoi familiari, si fece passare per un monaco qualsiasi e girovagò a lungo per i sobborghi dell'Urbe convertendo e portando il Vangelo nelle famiglie dei quartieri romani. Alessio scrisse una lettera nella quale spiegava alla famiglia chi fosse e in quei fogli traspose tutto il suo amore per loro e per la sposa che non aveva mai neppure conosciuto, e poi spirò. La lettera fu letta postuma dal Vescovo di Roma a tutta la comunità dei credenti, poichè sant'Alessio fu sepolto in San Pietro. Morì in Cristo il 17 marzo 440 d.C., dopo 38 anni di anonimato e celibato, per amore del Signore.

Gloria a Dio nei suoi santi, ora e sempre, nei secoli dei secoli.

fonte: Orthodox Saints, vol. II,  (GOAA )

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