Il decoro personale in chiesa ( p. Barnaba Powell)

Articolo del sacerdote Barnaba Powell, apparso su PRAVMIR, tradotto dall'inglese. L'originale lo trovi qui.

Mi piace lavorare coi giovani, perché hanno molte domande forti. In una recente settimana di ritiro, ho avuto il piacere di essere presente ad una sorta di rito collettivo chiamato "Fuoco sul padre". Essendo la mia prima volta a questo campo di formazione giovanile, ero abbastanza preoccupato per il nome che gli avevano dato. Beh, non sono stato colpito da nessun proiettile, ma sono stato letteralmente assalito da una raffica verbale. I bambini sono stati chiamati a mettere le loro domande, scritte su foglietti, in una busta dalla quale sarebbero poi state estratte. Noi sacerdoti abbiamo osservato i bambini attraverso una finestra, e abbiamo iniziato a riflettere sulle possibili questioni: e la prima domanda uscita, "perché le donne devono mettere il velo e la gonna in chiesa", beh, è stato un campo minato.
I bambini di qualsiasi religione oramai sono influenzati dalla cultura che ci circonda, e che cerca di appianare ogni "disuguaglianza di genere". Il sacerdote più anziano fra noi tre ha iniziato a rispondere ai bambini, e subito ho capito che la sua risposta non sarebbe stata bene accolta. Ha parlato dei veli per le donne come simbolo che esse devono sottostare all'autorità del marito - un approccio biblico, poco convincente per questo uditorio. I ragazzi hanno cominciato a sussurrare e il secondo sacerdote ha insistito sulla disciplina Paolina, aumentando così il generale risentimento per regole così poco "moderne". 
L'atmosfera si è fatta calda, tant'è che una ragazza ha detto con voce forte: "intendi dire che io sono di proprietà di mio padre e del mio marito?" e allora io ho deciso di provare un approccio totalmente diverso.
Solo una volta durante il mio ministero mi era capitato di parlare di abbigliamento, in merito ad un giovane uomo che entrava in chiesa ripetutamente coi calzoncini corti, per colpa del caldo estivo. Dopo la terza Domenica consecutiva, lo presi da parte e cercai di ragionare con lui, mostrandogli come fosse fonte di distrazione per tutti gli altri parrocchiani. A tutti noi capita di trovare attraenti le persone del sesso opposto, anche semplicemente se mostrano un poco del loro corpo. E noi uomini siamo più sensibili rispetto alle donne, su questo tema. Per questo nella Chiesa Ortodossa vi era la tradizione - e nei monasteri ancora si pratica - che le donne stessero a sinistra del Tempio, e gli uomini sul lato destro. Senza panche, in modo da vedere colui che abbiamo innanzi...ecco come siamo in chiesa, e credetemi, l'ultima cosa che vogliamo è un bel paio di gambe o una acconciatura sexy ( ebbene sì, ci accorgiamo di tutto!). Come sacerdote, do le spalle al popolo per la maggior parte del servizio liturgico e dinnanzi a me ho solamente l'altare e l'icona di Maria. Quando non ero prete, una volta mi trovavo dietro una ragazza, durante la fila della comunione, e tale ragazza indossava un paio di warm-up con la scritta "Juicy" blasonata in mezzo alle natiche, e non era esattamente a quello che volevo pensare mentre mi apprestavo a prendere il Corpo e il Sangue di Cristo. 
Per soccorrere gli altri nella loro debolezza ( gli uomini, ripeto, sono più deboli delle donne), prestate sempre attenzione a cosa indossate durante il culto. Anche gli uomini palestrati con magliettine attillate e sexy possono disturbare le signore... la Chiesa deve essere un luogo libero dalla cultura iper-sessualizzante che ci circonda. Non c'è necessità, in chiesa, di vedere le bellezze femminili o i bicipiti maschili. Io non sono d'accordo coi miei confratelli sul senso delle Lettere di Paolo, ma questo sorpassa ogni cosa per andare dritti al problema: non distrarre nessuno durante la preghiera.
Quando il discorso scivolò dall'argomento del codice d'abbigliamento per arrivare a comprendere la considerazione verso gli altri e il rispetto reciproco, i ragazzi hanno capito. E' possibile non perdere le tradizioni, se sappiamo tradurle in lingua moderna. 

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