Perché il culto del Sacro Cuore è anti-spirituale ( p. Aidan Keller )

L'articolo di padre Aidan Keller, sacerdote di rito ortodosso-latino fin da quando era giovanissimo ( entrò in monastero a 19 anni ), spiega gli sviluppi della devozione cattolico-romana del Sacro-Cuore di Gesù, e del perché essa è da considerarsi una devozione anti spirituale e decisamente non assimilabile nel nostro vissuto privato. Il mio è un tentativo di sintesi di questo piccolo saggio: ritenendolo utile anche non solo per i convertiti o per l'Ortodossia Occidentale, ma anche per quegli ortodossi nati ortodossi, ma catholic-friendly, che non si proteggono dalle cattive pratiche romane, ma anzi nel nome dell'Ecumenismo si perdono in esse.
Durante uno dei miei colloqui spirituali con il padre Serafim di Bologna, arrivati non mi ricordo come al Sacro-Cuore, mi disse: secondo me è una devozione nestoriana. Lasciandovi con questa riflessione fra le righe, andiamo a leggere le parole del padre americano.

La devozione al Sacro-Cuore di Cristo è molto diffusa fra i cattolici di oggi. Immagini del Cuore compaiono un po' ovunque nelle chiese e nelle case, nei libri di preghiera molte pagine sono dedicate a orazioni a questo elemento, senza contare che esiste pure una dedicazione di sé stessi al Cuore di Cristo. Ci si riferisce ad esso anche come "il dono di Dio per la nostra epoca."

Genesi della Devozione del Sacro Cuore 

La Devozione al Sacro Cuore compare nella fine del 1600 negli ambienti dei Gesuiti, i quali hanno sempre teso ad enfatizzare l'umanità di Cristo. Questa nuova devozione faceva parte del progetto gesuitico di rendere più semplice e accessibile la religione ai fedeli, per andare a costruire quello che essi stessi chiamavano il Cristianesimo minimale. Per un rapido paragone, mentre i Giansenisti e altri gruppi spirituali insegnavano - giustamente - che dev'essere l'amore per Dio a muovere l'uomo verso il pentimento e l'ammenda di vita durante tutta l'esistenza, i Gesuiti invece insegnavano che bastava pentirsi appena prima della morte per venire salvati; nell'Ortodossia invece crediamo da sempre - i Giansenisti avevano questo residuo di ortodossia - che è la Vita nella sua lunghezza e pienezza vissuta nella ricerca di Dio a renderci salvi o meno, e non dettagli insignificanti o episodi marginali della nostra vita a cambiarci.

I Gesuiti, nella loro devozione al Sacro-Cuore, sono usciti ben oltre dall'Ortodossia, sono usciti dalla stessa Fede condivisa dai Padri dei Sette Concili.  Al Concilio di Efeso ( 431 d.C.) fu decretato quale dogma che l'unica ipostasi di Cristo è composta di due nature, l'umana e la divina, non separate ma non confuse. A Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, si deve il vero culto ( latrìa ) quale Dio.
Nestorio, l'eretico, divise la natura umana da quella divina, dividendo così la forma di culto che si deve alle due nature. In un sermone eretico di Natale, Nestorio aveva addirittura proclamato dal pulpito che si vergognava di tributare onore e gloria ad un bambino!


una stampa oleografica col Sacro-Cuore, molto diffusa.

Sant'Atanasio di Alessandria ha scritto riguardo l'errore di adorare il Corpo di Cristo in modo separato, con queste parole: noi non adoriamo una creatura, ma il Creatore d'ogni cosa, il Verbo Incarnato, e anche se la carne è, presa separatamente, parte delle cose create, quella assunta da Dio è stata resa Dio stesso. Noi non adoriamo il Corpo separato dal Verbo, così come allo stesso modo non separiamo il Verbo dal corpo quando lo veneriamo. Noi riconosciamo il Logos in carne e ossa quale Dio. ( Ep. ad Adelph. par. 3 )

Nella devozione al Sacro-Cuore, noi glorifichiamo Cristo nella sua completa unità, o solamente il suo Corpo?

Lo scandalo 

Il primo a parlare di questo culto fu il gesuita La Colombiere ( + 1682 ) il quale fu il confessore di suor Maria Alacoque ( + 1690 ). Come conferma lui stesso, il confessore diffuse solamente delle rivelazioni private che suor Alacoque riceveva nella sua cella nei momenti di solitudine. Le narrazioni di suor Maria furono poi raccolte e pubblicate dal vescovo Languet, un gesuita, nella città di Soissons. Nonostante il clero diocesano, leggendo il libro, fosse disgustato, ormai era stato dato alle stampe ed era impossibile fermare la diffusione che pareva inarrestabile. Papa Clemente XIV nel 1772 comunque condannò il libro e la devozione.
Quali potevano essere le affermazioni che avevano scandalizzato il clero e il Vaticano del 18° secolo?

Sviluppo del culto

Maria Alacoque aveva raccontato di aver ricevuto la rivelazione sul Sacro Cuore nel modo seguente.
Mentre si preparava per la venerazione del Santissimo, Gesù le era apparso e le aveva confidato che voleva che la Chiesa fondasse una nuova festività, dopo il Venerdì dopo il Corpus Domini, "se davvero l'amava". Gesù le avrebbe chiesto di avvicinare Le Colombiere e convincerlo a diffondere la devozione, "per far godere il mio cuore" le avrebbe detto. Suor Maria avrebbe riferito la visione al confessore, aggiungendo anche: "Il Cristo ha grandi prospettive per il vostro Ordine ( Gesuiti )". Maria spendeva intere notti in colloqui col suo Gesù mentre l'interesse per questo piccolo officio cresceva ovunque. Suor Maria donò il proprio cuore a Gesù con un documento scritto, firmato col sangue.  Un giorno Cristo le disse, secondo i suoi racconti, che Maria era divenuta erede del Suo cuore nei secoli. Un giorno, Dio le avrebbe permesso di appoggiare la testa sul Suo petto, per poi appoggiare la Sua sul petto di lei. Un altro giorno ancora, suor Maria prese un coltello e incise sul proprio seno, a grandi lettere, il Nome di Gesù. Il clero era scandalizzato, ma il popolino era invece colpito da questo strano rapporto.
Il Vescovo Languet riferisce anche di "promesse matrimoniali" tra Gesù e suor Maria, culminate con un fidanzamento e un matrimonio reali ( n.d.s ho scelto queste parole per non essere costretto a scrivere frasi poco consone ad un articolo letto da Cristiani). Languet concesse la pubblica recita delle orazioni al Sacro Cuore i primi venerdì del mese.
I Gesuiti sfruttarono grandemente la devozione al Sacro Cuore per portare la loro teologia nelle masse, così come promossero l'Immacolata Concezione per lo stesso motivo: inoltre, la stessa Alacoque asseriva che la Madre di Dio era nata in modo inconcepibile secondo natura umana.
"Mi hai promesso" scrive lei ad un suo amico sacerdote " di dedicare nove messe all'Immacolata Concezione di Maria". Nonostante le pressioni della Compagnia del Gesù, la richiesta di creare una Festa del Sacro Cuore fu rigettata dalla Congregazione dei Riti nel 1697. Per trent'anni l'Ordine diffuse con immagini, medagliette, libretti questa nuova devozione pietistica. Nel 1729 Prospero Lambertini, il responsabile per la Congregazione dei Riti, uomo di grande cultura, rifiutò ancora una volta l'istituzione della festa commentando: " E perché allora non la Festa degli Occhi di Cristo? O del Cuore di Maria, magari?" l'ingenuo futuro papa Benedetto XIV non poteva sapere che si sarebbe davvero istituita, nel cattolicesimo, una devozione anche per il cuore di Maria. Papa Clemente XIII, amico dei Gesuiti, tentò invece di proporre questa devozione a Roma: pare invece che l'ambiente curiale fosse tutt'altro che favorevole. Nel 1765 Clemente permette una Festa al Cuore di Cristo, a livello locale, ma non inteso "fisicamente", ma come "espressione dell'Amore per l'umanità che mosse Dio a prendere carne". In quegli anni la maggior parte dei Vescovi cattolici pubblicano lettere pastorali sollecitando i parroci ad adottare quella festa nei propri messali. I teologi cattolici iniziano a creare Apologia su questa devozione, difendendola dall'accusa di Nestorianesimo che veniva mossa da alcune congregazioni. Pio IX canonizzerà Maria Alacoque: lo stesso Pio IX anti-ortodosso e anti-tradizionale, promulgatore dell'Immacolata, dell'Infallibilità Papale, insomma, i dogmi nemici della Tradizione.

Conclusione

Molti americani che si convertono all'Ortodossia, sia occidentale che bizantina, continuano a tenere immagini del Sacro-Cuore nelle loro case, come un piccolo bagaglio del loro passato religioso. Tutti dovrebbero invece cambiare queste immagini con delle icone e  genuinamente ortodosse: non si possono tenere immagini non ortodosse nei nostri angoli di preghiera. 



Commenti

  1. Veramente propenderei per un semi-arianesimo, che nella storia cattolica affiora sempre

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    1. io mi limito quasi sempre solo a tradurre. Se scrivo articoli miei, non specifico la provenienza e non faccio premesse lunghe.
      Ad ogni modo, nel cattolicesimo attuale ci sono in un bel melting pot arianesimo, nestorianesimo, volemose bbene e pietismo alla luterana.Un bel frappé.

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  2. È un'apologia del giansenismo! È ricalca la vecchia storia drl complotto gesuitico e dei gesuiti lassisti. Questo blog è srmpre stato interessante, ma questa è una caduta di stile

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    1. Non ci possiamo aspettare di essere sempre sulla vetta; per quanto mi concerne, io devo difendere i miei correligionari dall'eresia e traduco l'apologia che abbiamo. Che piaccia o meno :)

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  3. Comunque dire che i gesuiti erano lassisti è un luogo comune: molti penitenti non andavano da loro perché venivano considerati rigidi e rifiutavano spesso l'assoluzione. Faccio un esempio: una delle persone che maggiormente contribuirono al loro scioglimento in Francia fu un 'amante del re che li aveva in sommo odio perché più volte confessori gesuiti le avevano rifiutato l'assoluzione a causa della mancanza della volontà di cessare la relazione adulterina.
    Poi i giansenisti sono una piaga: sono stati uno dei motori del modernismo liturgico: se fosse stato per loro la vita sacramentale dei fedeli sarebbe cessata da un pezzo

    Ps finisci di tradurre i canoni di Dositeo?

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    1. Li finirò quando rigetterai l'eresia del sacro-cuore ^_^

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    2. Ok: intanto per definire una cosa come eresia ci vuole un pronunciamento di un'autorità della Chiesa, e già così la faccenda è incasinata.

      C'è una frase che mi ha molto scandalizzato, ed è la seguente

      mentre i Giansenisti e altri gruppi spirituali insegnavano - giustamente - che dev'essere l'amore per Dio a muovere l'uomo verso il pentimento e l'ammenda di vita durante tutta l'esistenza,

      Come quella che dice che i giansenisti avevano un residuo di ortodossia: loro era predistinazionisti, erano contro la comunione frequente e molti di loro erano a favore di una sola confessione sacramentale nella vita. Dimmi quanto tradizionale ed ortodossa è questa pratica?
      Liturgicamente erano a favore della messa tutta in volgare, dell'abolizione delle preghiere segrete, dell'abolizione delle feste mariane (come annunciazione, natività, purificazione, di maria) e il modernismo liturgico li ha come precursori

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  4. Della Messa in volgare su questo blog siamo tutti fan: è una Tradizione antichissima della Chiesa fornire una liturgia COMPRENSIBILE alle masse.

    Per quanto concerne la comunione non frequente, nell'Ortodossia ci si raccomanda che non si faccia troppo spesso: una volta al mese va bene.

    Certamente, poi, il giansenismo facendo parte del cattolicesimo è di per sé errato: è come una eresia in una eresia... lascio a te comprendere. Del resto, a proposito del mio commento sui giansenisti, come diceva l'Aquinate << la verità, da chiunque sia detta, è opera dello Spirito Santo.>> anche se la dice un eretico o un non-cristiano.

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    1. Chi l'ha detto che gli ortodossi possono prendere la comunione una volta al mese? ''Dacci oggi il nostro pane sostanziale '' diciamo durante la liturgia: questo pane é la comunione, che teoricamente andrebbe presa tutti i giorni. Se ciò non avviene è per la debolezza spirituale dei cristiani.

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    2. E' una prassi che è molto diffusa in ambito slavo e romeno, al quale faccio riferimento per i sacramenti. Io, in realtà, la faccio più spesso possibile e vengo tacciato come "particolare" perché alla Comunione siamo mediamente una quindicina, su trecento persone che assistono.

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    3. Ma allora perché non celebriamo l'Eucaristia una volta al mese, come i protestanti? A che serve se non ci va nessuno?

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  5. Buon giorno.

    Comprendo il punto di vista con cui si scrive l'articolo ma faccio presente che stranamente in tutti i miracoli eucaristici ad analisi compiute la carne che si mangai è precisamente quella del muscolo cardiaco.
    Per quanto mi riguarda poi contro argomentazioni come " e perché no la festa degli occhi di Cristo " realmente non hanno senso per chi sà cosa simboleggi da sempre il cuore nella simbologia, il che non vuol dire che sia cosa consona.

    Grazie , daouda

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  6. Come sempre, quando il significato essenziale è inconfutabile, ma la propria posizione non permette di accettarlo (non è che da un articolo si possa cambiar religione... ma, di fatto, se dimostri l'eresia di una dottrina cade tutta l'impalcatura), si preferisce notare il companatico, magari condito male con poco sale, invece dell'arrosto che è cotto a puntino.
    Forse l'uscita sui Giansenisti non è delle più felici, idem il modo in cui vengono presentati i Gesuiti, rimane tuttavia chiaro come la devozione al Sacro Cuore abbia un'origine distorta, e se l'origine non è buona (le visioni di Maria Alacoque) non lo è nemmeno il culto che ne consegue, a meno di non andare a tutti i costi contro la logica perchè a priori non si vuole accettare che la Chiesa Romana proclami come autentiche delle devozioni fasulle.

    Sui miracoli eucaristici, al di là di quale sia il tessuto umano, non bisogna dimenticare che nell'Eucarestia non è presente solo il Corpo di Gesù, ma anche la natura divina, dato che non è separabile (ovvio che nel miracolo eucaristico vedi solo la materia che - per usare il termine aristotelico - ha mutato gli accidenti). inoltre sull'Eucarestia riposa lo Spirito Santo. Si Riceve il Vero Dio che viene ad abitare in noi, ben altro dalla devozione al sacro cuore, da cui derivano altre distorsioni e soprattutto esaltazioni (vedo gente letteralmente esaltata che è convinta di salvare il mondo distribuendo la preghiera della divina misericordia). L'origine non genuina e le pratiche distorte, apparentemente "solo" da un punto di vista teologico (il classico "che male c'è") portano invece a grosse e negative ripercussioni nella pietà popolare causando danno a tutti i fedeli e tutta la chiesa.
    Poi ci sarebbe anche da specificare che - infatti - l'adorazione eucaristica così come intesa dalla Chiesa Romana non è una pratica ortodossa, tenderebbe inevitabilmente a porra l'accento se non sulla realtà umana, sicuramente sulla realtà immanente del Cristo, quando è dentro di noi che Gesù Eucaristico va adorato.

    Per controbilanciare, piccola critica alla prassi ortodossa (anzi "non ortodossa", se vogliamo davvero dare ai termini il loro significato) di prendere la comunione raramente. Anche queste sono sovrastrutture che si sono create e non fanno parte dell'eredità apostolica. Soprattutto in Russia c'è stata questa usanza in seguito ad un certo ascetismo che pretendeva assoluta purezza; il popolino non potendo sostenere una certa ascesi, di fatto diventava impossibile per loro prendere spesso la comunione. Questo ha contagiato ad esempio la Romania quando la Chiesa subì duri colpi per via delle persecuzioni. Spesso i padri più anziani hanno mantenuto questa linea ma oggi c'è un'inversione di tendenza.
    In ogni caso, nessuno si sognerebbe di rendere questa prassi vincolante, ufficiale o dottrinale.

    Giustino



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    1. I due grandi sacrifici eucaristici conosciuti, ossia quello di Lanciano e quello di Orvieto, hanno il pane fermentato e non gli azzimi...

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