Decreti XIV-XVIII del Concilio di Gerusalemme del 1672

CHIEDO SCUSA AL PUBBLICO, CHE DA MOLTO TEMPO ASPETTAVA LA PROSECUZIONE DELL'ARTICOLO. Tuttavia, una serie di incidenti, nonché interessi congiunti su altre tematiche e la difficoltà di tradurre bene il materiale, hanno prolungato di due mesi l'attesa. Mi scuso ancora per il ritardo.

Il Patriarca Dositeo II convocò nel 1672 un Concilio per fermare l'avanzata dell'eresia luterana nella Chiesa Ortodossa. Quelli che seguono sono i 18 canoni promulgati in tale occasione, esposti in inglese sul sito The Voice il quale mi ha concesso la pubblicazione della traduzione.

ATTI DEL SINODO PLENARIO DELLA CHIESA UNIVERSALE DI RETTA FEDE
NELL'ANNO DEL SIGNORE 1672, 20 MARZO


Presiede sua Santità Dositeo II, per grazia di Dio Patriarca di Gerusalemme

continua da un articolo precedente.

Canone XIV - sulla bontà intrinseca della Natura Umana 

Noi crediamo che l'Umanità caduta nel peccato originale sia divenuta simile e comparabile alle bestie; cioè, di essersi annullata del tutto, di essere caduta dalla sua perfezione e impassibilità, ma di non aver perso la natura e il potere che aveva ricevuto da Dio, immensamente buono; altrimenti non potrebbe essere razionale e quindi non sarebbe composta d'Uomini. Così pure ha mantenuto la natura della creazione, e la sua stessa forza, ossia il libero arbitrio, che vivono e operano, in modo che attraverso natura l'Uomo è capace di scegliere il bene ed evitare il male. E' assurdo infatti affermare che la natura creata buona dal Sommamente Buono è capace di fare il male; A dir così, si intende che Dio è artefice del male - quale eresia maggiore può sussistere? Difatti il potere della natura è quello di amare, come dice anche il Signore stesso quando esclama anche i pagani amano coloro che li amano ( Matteo 5, 46 ) Ma tali cose sono insegnate da san Paolo quando dice, in Romani 2:14, espressamente, I Gentili, che non hanno alcuna Legge, espletano per Natura i comandamenti della Legge. Da qui è evidente come il bene che l'uomo opera non può essere peccato. E' impossibile per il Bene, essere un qualcosa di male. Anche se in solitudine esso tende ad essere forma del carattere naturale di colui che agisce e non per volontà spirituale, esso non contribuisce alla salvezza senza fede né porta a condanna, perché non è possibile che il bene in quanto tale sia di natura maligna e causa del male. Ma nel rigenerato ( nel battezzato, ndt ) , ciò che viene battuto dalla Grazia, e tramite la stessa, rende l'agente perfetto, e lo rende degno di salvezza.

Canone XV - I sacramenti

Noi crediamo che ci sono dei Misteri Evangelici nella Chiesa, e che in particolare sono sette. Tutti coloro che parlano di misteri superiori o inferiori a sette (1) sono in stato di eresia. Questi sette sono stati istituiti nell'Evangelo, come dogmi della Fede, e sono:

A) Il Battesimo, dicendo: andate e fate discepoli in ogni nazione, battezzandoli nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. ( Matteo 28:19) e con le parole chi crede ed è battezzato si salverà, e chi non crede sarà condannato (Marco 16:16).

B) La Cresima, o Confermazione attraverso il santo Crisma, in greco myron, nelle parole: ma voi rimanete in città, finché dall'alto non vi manderò il mio spirito. (Luca 24:49). significando la discesa dello Spirito Santo, così come viene esplicato da san Paolo nella seconda lettera ai Corinzi nel I capitolo, e da Dionigi Aeropagita in modo più ampio.

C) Il Sacerdozio, con le parole: fate questo in memoria di Me ( Luca 22:19) e anche: tutto ciò che scioglierete e legherete sulla terra sarà sciolto o legato in cielo (Matteo 18:18).

D) Il Sacrificio Eucaristico, incruento, con le parole: prendete, questo è il mio Corpo ( Matteo 26:26 e Marco 14:22) e bevete, questo è il mio Sangue della Nuova Alleanza ( Matteo 26:27 e Marco 14:24) e anche: se non vi nutrirete della carne del Figlio dell'Uomo, non avrete la vita eterna ( Giovanni 6:53)

E) Il Matrimonio, tanto nell'Antico Testamento quanto attraverso le parole: così che essi non sono più due, ma una carne sola, e quello che Iddio congiunse, l'uomo non lo separi. (Matteo 19:6) e l'Apostolo (Paolo) parla di esso quale grande mistero (Efesini 5:32).

F) La Penitenza, legata alla confessione sacramentale, attraverso le parole: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a coloro cui non lo farete, rimarranno irrimessi ( Giovanni 20:23) e anche nelle parole: se non vi convertirete, perirete tutti nel medesimo modo ( Luca 13:3,5)

G) L'Unzione, come viene narrata in Marco ( Marco 6:13) e nella lettera del Fratello del Signore. ( Giacomo 5:14).

I Santi Misteri corrispondono sia a qualcosa di naturale che di supernaturale: non sono solamente semplici promesse di Dio. Non dovevano essere molto diversi dalla circoncisione. Noi sappiamo per conoscenza che in caso di necessità coloro che ricevono la Grazia la percepiscono efficacemente. Ma noi rigettiamo, come aliena alla cristiana dottrina, che l'integrità del Mistero necessità di cose terrene ( ossia che dipenda da chi la riceve, ndt ) e per contrario il Mistero dell'Offerta ( la consacrazione eucaristica, ndt ) che è stato istituito dal Verbo sostanziale, e permesso dall'invocazione dello Spirito Santo ( epiclesi), è perfezionato dalla presenza del Corpo e del Sangue di Cristo. Necessariamente, la perfezione del Mistero precede il suo uso (ossia la celebrazione, ndt.). Per questo, coloro che non sono perfetti prima del rito non possono consumarlo propriamente ( cfr. 1Cor. 11:26-29) e se prima mangiava solamente del pane e del vino, ora consuma la propria condanna; a causa di questo, la perfezione del Mistero è precedente la sua consumazione.
Noi rigettiamo anche come perniciosa e iniqua l'idea che, se la Fede è malata, l'integrità del Mistero è compromessa. Per gli eretici che abbandonano la loro eresia e si riuniscono alla Chiesa Cattolica, essi sono accolti dalla Chiesa, sebbene abbiano ricevuto il Battesimo in forma incompleta con una fede corrotta. A causa di questo, essi non vengono battezzati nuovamente quando vengono ricevuti nella completezza della perfetta Fede.

Canone XVI - Il santo Battesimo

Noi crediamo il Battesimo come dal Signore istituito, e conferito nel Nome della Santa Trinità, come si confà alle cose più alte. Senza di esso nessuno può essere salvato, così come dice il Signore: chi non nasce in acqua e spirito, non entrerà nel Regno dei Cieli ( Giovanni 3:5) e perciò il battesimo è necessario anche agli infanti, poiché perfino loro sono toccati dal peccato originale, e senza di esso non possono sperare nella Redenzione. Il Signore ci ha mostrato tutto ciò chiaramente, come nelle parole del Vangelo abbiamo potuto leggere. Coloro che non sono stati rigenerati sono condannati all'eterna punizione; negli Atti ( Atti 8:12 ; 16:33) si dice che se le intere case vanno battezzate, significherà pure i bambini. I santi Padri di ogni epoca e luogo hanno confermato queste cose, più fra gli altri Dionigi Aeropagita nella sua Gerarchia Ecclesiastica, Giustino nella sua Questione 56esima, e il Beato Agostino d'Ippona il quale dice che è tradizione apostolica battezzare i neonati, con le parole: "la nostra Madre Chiesa si prende cura di loro ( dei bambini ) con cuore sentito".
La materia del Battesimo non può che essere acqua pura, non altri liquidi. Il ministro dev'essere un sacerdote o, in casi di necessità, un altro uomo che si dimostri Ortodosso e di ferma fede verso il divino Battesimo. Gli effetti del Battesimo sono, prima di tutto, la remissione della trasgressione ereditaria dei protogenitori, e poi ogni singolo peccato commesso dal battezzando fino a quel momento. Secondariamente, il battesimo libera dalla punizione eterna, se il suo stato di vita è probo, e terzo ci concede l'immortalità, poiché giustificati i nostri peccati ci rende templi di Dio.
Non si può dire in alcun modo che i peccati precedenti il battesimo permangano, ma ogni singolo peccato commesso o intentato viene cancellato. Il battesimo è indelebile e perenne, e così come il sacerdozio non può venire cancellato. Così come difatti non si può ordinare due volte un uomo, è impossibile battezzare due volte una persona, anche se questa persona si è macchiata di indicibili colpe e falli, come l'apostasia della Fede. Per i figli perduti che vogliono tornare al Signore è prevista la Penitenza, con la quale si rientra nella Chiesa.

Canone XVII - La Divina Eucarestia

Noi crediamo nel Santissimo Mistero della Sacra Eucarestia, così come precedentemente abbiamo già esposto, quando nostro Signore immolò se stesso per la salvezza del mondo. Noi crediamo che Cristo è presente nelle celebrazioni eucaristiche: Egli non è presente figurativamente, o qual Grazia sovrabbondante, come negli altri riti ( vespri, funerali, matrimoni etc.), come alcuni Padri hanno edotto, e non crediamo neppure che egli "si impani" ipostaticamente come i seguaci di Lutero propagandano con ignoranza e suppongono nella loro eresia. Ma Gesù Cristo è realmente presente in modo che dopo la consacrazione il Pane è trasmutato, transustanziato, convertito e trasformato nel Corpo di nostro Signore, nato da Vergine, Battezzato nel Giordano in acqua, che soffrì, morì, fu sepolto, risorse il terzo giorno e ascese al Cielo, fino alla destra del Padre, e che di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti. E anche il vino è trasformato così e converito nel Sangue di Cristo, lo stesso sangue profluso dalla Croce che fu versato per la Redenzione del mondo ( Giovanni 6:51).
Noi sempre crediamo che dopo la consacrazione del pane e del vino la sostanza di queste due creature - del pane e del vino - non permane, ma il Sangue e il Corpo di Dio, i quali rimangono in forma di pane e vino, così come viene detto, negli accidenti del pane; il pane non diviene una piccola parte del corpo di Cristo - così come alcuni malati eretici propugnano - ma esso si trasforma interamente e sostanzialmente nell'intero corpo di Nostro Signore, poiché Egli era ed è vero Dio e vero Uomo: così come, nonostante nella stessa ora vi siano miriadi di celebrazioni, non vi sono molti Cristi, né diversi corpi o sangui, ma un solo e unico Cristo universalmente presente in tutte le chiese fedeli.  A cagione di ciò, il Mistero dell'Eucarestia è enorme e inenarrabile, comprensibile mediante la fede e non attraverso cupi ragionamenti dell'umana scienza; e pertanto giudichiamo empio e folle lo studio di queste cose, e le rigettiamo in quanto Chiesa.

Noi giudichiamo degne di latrìa ( adorazione ) pertanto e colme d'ogni rispetto la venerazione della Trinità e la celebrazione Eucaristica.

Quest'ultima è vero e propriziatorio Sacrificio offerto per tutti gli ortodossi, vivi e morti; esso concede ampi benefici a tutti noi. A causa di tutte queste questioni, l'Eucarestia può essere celebrata solo da un prete ortodosso, ordinato validamente da un vescovo canonico secondo gli insegnamenti della Chiesa di Oriente; e questa tradizione noi consideriamo e confessiamo vera e perfetta, e anatemizziamo quanti ne sono avversi.

Canone XVIII - La condizione dei Defunti

Noi crediamo che le anime di coloro che si sono addormentati sono nel tormento  o nel riposo, secondo i meriti di ciascuno; e non appena l'anima lascia il corpo, essa va incontro alla gioia o all'eterno tormento. Tuttavia questa situazione non è destinata, ancora, ad essere eterna: sarà solamente dopo la Resurrezione di tutti ( dopo il Giudizio Universale, ndt ), quanto le anime si ricongiungeranno ai corpi, che sapremo se siamo condannati oppure destinati alla gioia senza fine. Le anime di quanti sono morti in peccato mortale senza penitenza o giustificazione, senza aver ricevuto le suppliche dei vivi a intercessione, o senza lacrime di pentimento, sono - secondo gli insegnamenti della Chiesa - condannati nell'Ade nel quale provano tormento e dolore per i peccati commessi.  Ma questi spiriti sono rimessi nelle mani della Suprema Bontà per mezzo delle orazioni presbiteriali dai congiunti del defunto, i quali rimettono il loro amato nelle mani del sacerdote. Particolarmente, il sacrifico Eucaristico salva molte anime, e anche i vari servizi si impetrazione che ogni giorno la Chiesa Cattolica offre. Certamente, noi non conosciamo il giorno e l'ora in cui queste anime saranno liberate (dai tormenti), se prima del giudizio universale oppure no. 


GLORIA A DIO

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1) mi permetto di fare una nota. San Gregorio Magno, nei suoi Scritti (cfr. Regola Pastorale e Commento a Ezechiele) parla di trentatré misteri; nelle esperienze greche generalmente non si contano i misteri ma si dice che tutta l'esperienza cristiana ecclesiale e privata è teofania, tutto è mistero; le parole del patriarca vanno intese, a mio vedere, in funzione anti-protestante i quali non riconoscevano  e non riconoscono il Mistero Eucaristico né gli Ordini sacri. Il commento sui Sette Sacramenti è una tridentinizzazione del sinodo, volta a fermare le derive eretiche.


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