Il culto - padre Michael Wood

Il padre abate Michael Wood, monaco da ventitré anni e rettore del romitaggio di santa Brigida in Scozia, sotto la ROCOR, è autore di molti articoli noti attraverso il suo sito Western Rite Orthodoxy. Avendo avuto la gioia di incontrarlo di persona in primavera scorsa, ed essendo sempre in contatto con lui, ho l'occasione tramite la sua esperienza di conoscere meglio una autentica visione ortodossa del mondo anglosassone primitivo, quando le chiese erano unite e vivevano, anche in Inghilterra, l'unica vera Fede.  Durante uno dei nostri colloqui spirituali, purtroppo telematici, abbiamo affrontato il tema dello spazio liturgico e della forma delle chiese latine; è uscito fuori ben altro, una riflessione in generale sulla Bellezza che mi sento di condividere.

Quando condivido sul mio facebook le foto delle vecchie chiese inglesi, o funzioni ortodosse, non le pubblico perché sono pucciose e basta. Il punto è che attraverso queste immagini dobbiamo puntare a emularne la bellezza che si traspira: rendiamo le nostre parrocchie belle e corrette (1) quanto quelle delle fotografie. Spesso si sente dire che gli Ortodossi sono un popolo liturgico.  La parola litourgheia in greco antico significava cerimonia, ma era una cerimonia condotta dalle élite civiche per conto di tutta la cittadinanza. Per noi cristiani ortodossi, questa parola ha assunto il senso del dovere di rendere culto a Dio. Io utilizzo la parola "dovere", ma è un dovere gioioso: ogni domenica noi celebriamo la Resurrezione di Gesù Cristo, nostro Signore.
Le nostre chiese sono costituite in questo modo, perché i ruoli del Vescovo, del Prete e del Diacono richiedono un certo spazio specifico. I nostri riti sono solenni e importanti quanto lo erano quelli cantanti nel Tempio giudaico. Ma, a differenza degli Ebrei, noi riteniamo che non sia un culto ingrato, e il popolo di Dio si riunisce con giubilo per rendere culto in società ( ekklesìa) a Dio loro Salvatore.

Noi siamo molto di più che semplici animali. Noi abbiamo uno spirito proprio - sebbene non sia una definizione ottimale - ed effettivamente abitiamo un corpo, ma alla fine abbandoneremo questo corpo e raggiungeremo una dimensione di somiglianza divina, sheol, dove finalmente compiremo il culto finale e puro. Nel frattempo ( sulla Terra) tentiamo di replicare il culto celeste come possiamo.
Perciò, le chiese vuote e inospitali non rientrano nei nostri parametri. Noi vogliamo arricchirle così come il Cielo è ricco il culto celeste! Questa è la nostra liturgia, questo è il nostro culto divino, la nostra adorazione di Dio Onnipotente, padrone di tutto l'Universo e oltre. 
Seguiamo i comandi di Cristo nella vita, apprendiamo e seguiamo il Discorso della Montagna e gli altri Detti che il Signore ci ha insegnato. Noi amiamo i fratelli, assistiamo i malati e i derelitti. E, anche, abbelliamo la nostra parrocchia locale con le nostre risorse, poiché la chiesa locale è il Trono locale di Dio, dove gli viene tributato il giusto culto. 
Per questo mi impegno a mostrare a tutti la forma ortodossa consona al nostro paese. 


ciborio della chiesa di Parenzo ( ora Croazia ) il quale mostra un presbiterio perfetto nello stile italico.

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1) per correttezza della forma il p. Michael intende ovviamente una forma latina e allo stesso tempo ortodossa dello spazio sacro, fedele al primo Millennio.

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