La più antica prece rivolta alla Madre di Dio ( Theotokos ) è stata rinvenuta su un papiro datato attorno al 250 d.C. Nel 1917 la Biblioteca di John Rylands a Manchester ottenne un grande numero di papiri, e sul papiro 470 fu rinvenuto il frammento contenente l'invocazione, la quale faceva parte di un gruppo di inni da cantare nella liturgia del Natale.
Mosaico della Madre di Dio, nella cattedrale della Divina Sapienza a Costantinopoli
Il testo, noto già a chi proviene da una certa formazione latina, è il seguente:
ITALIANO
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, o santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci o Vergine gloriosa e benedetta.
LATINO
GRECO
L'inno Sub Tuum Praesidium viene ancora cantato ai Vespri quaresimali del rito greco e veniva cantato nella Liturgia Latina alla conclusione delle divine liturgie fino al XI secolo. Questo inno è molto importante perché vi è contenuta la parola Theotokos (Deipara, Madre-di-Dio) ben prima del Concilio Ecumenico Terzo nel 431 d.C, nella quale sinodo il concetto di Theotokos venne difeso dai padri conciliari contro l'eresia nestoriana. In Latino venne tradotto con Dei Genitrix anche se gli scrittori di lingua latina preferivano Mater Dei: casi sporadici dell'uso di questo termine prima del 431, oltreché da quest'inno, sono giunti rispettivamente da sant'Ambrogio di Milano nel suo Esamerone (PL 14,248) e Tertulliano nel suo Sulla Penitenza al capitolo III.
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