Due miracoli Eucaristici nel Vicino Oriente (S. Giovanni Mosco)


Il beato schimoforo Giovanni Mosco (550-619) fu un monaco, nato in Damasco, autore di due libri, Il Prato Spirituale e Giovanni l'Elemosiniere, visse nella lavra di san Teodosio il Cenobiarca, nel deserto di Giuda (in Palestina).  Per il suo rigore ascetico fu chiamato << l'Astemio >> (o enkratìs), e viaggiò molto negli ultimi anni di vita, visitando il Monte Sinai e il Mar Morto nel 583, ma dedicandosi a visitare Antiochia e l'Egitto nel 607, e Roma, nella quale morì nel 619 durante la visita.  In una versione inglese del suo libro Il Prato Spirituale, troviamo raccontato questo aneddoto circa un antico miracolo eucaristico in Cilicia


una icona del santo monaco Giovanni Mosco (Ιωάννης Μόσχος ) 

CAPITOLO XXIX - Un miracolo della divina e santa Eucarestia 

Circa trenta miglia da Egina in Cilicia vi erano due stiliti che vivevano a sei miglia l'uno dall'altro. Uno di essi aveva sempre creduto nella Fede apostolica e universale, l'altro si era lasciato corrompere dalle dottrine malate di Severiano, e in molti modi denunciava i suoi colleghi cattolici. Ispirato da Dio, lo stilita cattolico domandò se fosse possibile ottenere una particola della Comunione dell'altro stilita. Pieno di gioia, l'altro, convinto di aver convertito il cattolico, spedì la particola immediatamente e senza esitazione. Lo stilita cattolico subito pose la particola dell'eretico in un vaso pieno d'acqua bollente, nella quale ben presto la particola si disintegrò. Dopo di ciò, (lo stilita cattolico) condusse con sé anche la Comunione della Chiesa Cattolica e la mise nel medesimo vaso: immediatamente l'acqua divenne fredda e l'Eucarestia si mantenne dura e intatta. Con zelo lo stilita la tenne con sé, mostrandola ai visitatori che passavano. 

CAPITOLO XXX - nella vita di Isidoro, un monaco di Cipro 

Dade è il nome che viene dato al polo commerciale di Cipro, e là vi è in un monastero chiamato Filoxene. Quando lo visitammo, incontrammo un monaco da Melitinensis di nome Isidoro, e abbiamo visto come fosse sempre triste e piangesse senza posa. Le persone gli chiedevano di raccogliersi e moderarsi, ma egli non poteva. "Io sono il più grande fra i peccatori, fin dall'alba dei tempi" soleva ripetere. "Certamente siamo tutti peccatori, tranne Iddio solo" gli rispondemmo. 
"In verità vi dico, fratelli..." così cominciò a parlare, "E' impossibile trovare qualcuno più peccatore di me su questa Terra, e lo affermerete anche voi se conoscerete la verità. Vi chiedo solo di pregare per me, dopo che avrete udito il mio peccato. Quando vivevo ancora nel mondo, ero sposato, e sia io che mia moglie seguivamo gli insegnamenti erronei di Severiano, e un giorno capitò che tornai a casa e non vi trovai mia moglie: mi era stato detto che era da una sua vicina, e  era recata da questa donna cattolica a prender Comunione (1). Io corsi in fretta da lei ma vidi che già si era comunicata, così la presi per la gola, affinché vomitasse la particola della comunione cattolica. Dopo presi la Comunione e la gettai dove si tiene lo sterco. Poco dopo, notai come (la particola) fosse diventata brillante e luminosa. Dopo due giorni, e non sto mentendo, mi apparve un uomo vestito quasi alla maniera degli etiopi, il quale mi disse: 
- io e te siamo condannati alla stessa punizione. 
- chi sei, dunque - gli chiesi.
- Io sono colui che picchiò il volto di Colui che tutto fece, il Signore nostro Gesù Cristo."
Concluso il racconto, ancora lacrimante, aggiunse: "è per questo che non posso fermare il mio pianto, per ciò che feci". 

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NOTE
San Giovanni Mosco è venerato il giorno 11 (24) marzo. 

1) Nei primi secoli la Divina Eucarestia poteva essere richiesta e condotta a casa, e consumata nei giorni feriali. Ancora nel VI secolo, quando visse san Giovanni Mosco, poteva esser viva in alcuni luoghi questa pratica, scomparsa definitivamente nel VII secolo quando la massificazione del Cristianesimo divenne totale, con l'aumento iperbolico di profanazioni e "indegni" che si avvicinavano al Calice. 

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