San Nicola del Giappone sul Buddismo

Presento una elaborazione dell'articolo di Pravoslavie.ru che tratta di san Nicola del Giappone e del Buddismo. In foto, san Nicola vescovo del Giappone

 San Nicola del Giappone (1836-1912), fu monaco e poi Vescovo di tutto il Giappone, nel quale operò per più di cinquant'anni, fondando la Chiesa Ortodossa Giapponese. Delle migliaia di convertiti che egli fece, la maggior parte proveniva dalla religione buddista, e alcuni dei suoi collaboratori stretti erano stati perfino monaci buddisti, come nel caso del sacerdote Paolo Savabe. Col motivo di comprendere le usanze del suo popolo d'adozione, nonché il bagaglio culturale e la struttura sociale, san Nicola pari agli Apostoli studiò approfonditamente la filosofia buddista. 

San Nicola del Giappone offrì i suoi studi integrali in lingua russa pubblicando un libro nel 1869, intitolato Il Giappone dal punto di vista cristiano missionario (1) L'interesse di san Nicola per i buddisti era totalmente utilitaristico, non per amore della conoscenza: si servì infatti dei testi buddisti per studiarli al fine di convertire meglio i giapponesi: e studiò così il metodo con cui i buddisti convertono gli altri. Il pio gerarca fa notare:
<< Il buddismo è flessibile e possiede una grande abilità nell'adattarsi ai costumi del paese in cui si trova. (2) >>; Inoltre, pare che il Buddismo abbia accettato tutti i paganesimi locali come manifestazioni della Buddità e dei Bodhisattva (3), come fossero dei semina Verbi buddisti, in modo che nel futuro la perfezione buddista fosse recepita dai giapponesi. San Nicola esprime una opinione sull'efficacia della diffusione del Buddismo: l'uguaglianza predicata dai buddisti ebbe un grande effetto sulla società a caste degli Indiani. Secondo il presule, la trasmigrazione delle anime tipica del buddismo è una sorta di compassione per gli esseri inferiori che appartenne al primo Budda, e che si è evoluta in dogma. La ripetizione meccanica delle orazioni e dei mantra, a dire di san Nicola, è parte dell'uomo orientale, nei tratti di inattività e ricerca della pace dei sensi. Nel suo libro, il vescovo scrisse anche che il Buddismo concretizzò presto una morale per i suoi fedeli, alle volte bella e alle volte mostruosamente tremenda, così come spesso formulò leggende e agiografie del tutto orripilanti. Il Buddismo Giapponese, lo Zen, è visto come una dottrina di auto flagellazione e di deprivazioni, al fine di ottenere l'impassibilità. Una setta diffusa in Giappone, quella del Montosu, a dire di san Nicola è l'esatto opposto dello Zen. Infatti i membri attivi di questa scuola buddista, i bonza,  si sposano e mangiano carne - contrariamente ai monaci zen - e ritengono ogni sforzo ascetico come insignificante, ponendo ogni accento sull'amore del Buddha per tutte le cose. Per un bonza, un grandioso peccatore può salvarsi solamente dicendo "m'inchino al Budda" nell'istante della morte. Nel XVI secolo, i bonza del Montosu divennero affiatati guerrieri e benedissero le armate a compiere le peggiori stragi della storia giapponese. La terza scuola buddista in Giappone è quella di Hokkeisu, la quale proclama che tutti saremo Budda e il suo testo sacro, la Sutra del Loto, è pieno di elogi per il libro stesso, nonché un compendio di miracoli più o meno particolari sui Budda del mondo. 


San Nicola e alcuni dei suoi parrocchiani

Secondo san Nicola del Giappone, il Buddismo non è adatto ai giapponesi i quali si sarebbero così inventati tante sette e piccole scuole proprio nel tentativo di nipponizzarlo. Le scuole e i testi sacri delle varie dottrine si contraddicono vicendevolmente, alcuni lodando gli dèi e altri negandoli, alcuni mostrando vie assolutamente incompatibili tra loro, e così via. Eppure, l'Apostolo del Giappone riteneva che il buddismo fosse << il più profondo dei paganesimi >>;, ritenendolo il principale motivo dell'assenza della schiavitù in Giappone. Secondo san Nicola, ai Giapponesi manca l'afflato del Dio Creatore il quale li rende davvero completi spiritualmente. 

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NOTE

1) una ristampa, ovviamente in russo, è avvenuta a Mosca nel 2006.  

2) citazione dal libro sovra menzionato, pag. 44 . Tutte le citazioni dell'articolo provengono dal libro scritto da san Nicola. 

3) I  Bodhisattva sono, nel linguaggio teologico buddista, degli esseri che hanno raggiunto la pace ma non sono ancora nel Nirvana completo, rimanendo in una sorta di limbo fra il mondo materiale e il mondo metafisico, aiutando gli umani e soccorrendoli nelle loro necessità. Con questo << dogma >>, il buddismo si è di fatto adagiato sui vecchi paganesimi cinesi e giapponesi, ammettendo le divinità come Bodhisattva e quindi permettendone il culto ai propri seguaci. Idealmente, ogni creatura umana che raggiunge lo stadio perfetto è chiamato ad essere Bodhisattva

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