Il Mattutino nella tradizione ortodossa

Il Mattutino è uno degli offici più belli e complessi dal punto di vista cultuale nel pleroma della liturgia ortodossa. Esso, se celebrato nella sua forma integrale, è più lungo di una divina liturgia, perché la anticipa e ci introduce nel Mistero di Dio Salvatore.


Le preghiere del Lucernario

Principio

Qualora sia celebrato da solo, non connesso con i Vespri (Veglia di Tutta la Notte), il Mattutino ha il suo inizio proprio, con le preghiere iniziali del Lettore, l'invitatorio, alcuni salmi e la grande ectenia di pace, come un qualsiasi servizio maggiore. 

L'Esapsalmo

Il Lettore, a luci spente, prende la benedizione e si reca nel centro della navata, dalla quale proclamerà a gran voce la salutazione angelica: "gloria a Dio negli eccelsi, e sulla terra pace agli uomini di buona volontà". Dopodiché, recita lentamente i salmi 3, 37, 62 (che indicano pentimento e paura) e i salmi 87, 102 e 142 (che indicano liberazione e glorificano Dio), mentre il sacerdote, fuori dall'iconostasi dinnanzi alle porte sante, recita le preghiere del Lucernario, nelle quali, come fosse un avvocato del popolo di Dio, domanda benedizioni e perdono dei peccati per il giorno incipiente. Tutta questa prima parte è considerata penitenziale, e difatti si celebra a porte regali chiuse, a luci basse o spente, per simboleggiare il pentimento e l'oscurità in cui versa la condizione umana.

Canti

Dopo l'ectenia di pace (dipende dagli usi) si accendono le luci e il diacono, alternandosi al coro, canta al Dio di salvezza l'inno "Dio è il Signore" nel quale si manifesta la consapevolezza che il Salvatore Gesù Cristo è Dio e che si è fatto uomo per la nostra redenzione. Dopo di che, il coro canta il tropario della festa (se domenica (o sabato notte), il tropario di resurrezione correlato al tono corrente) e il teotochio. 

Catismi

Seguirebbero, di norma, i Kathismata del salterio secondo il giorno: nell'uso parrocchiale sono omessi, oppure ne vengono cantate solo alcune parti dal coro. Se decidiamo di seguire l'uso completo del Mattutino, dopo il primo kathisma cade una piccola ectenia, e così anche dopo il secondo kathisma

Il Polieleo 

Il polieleo ("molto illuminato" o "molto oleoso" letteralmente) è annunciato con l'apertura delle porte regali da parte del celebrante, mentre il coro annuncia: << Lodate il Nome del Signore, alleluia! >> specialmente nelle grandi solennità e nelle Veglie, il Polieleo è celebrato con enfasi e magnificenza: il coro canta i salmi 134 e 135, mentre la navata viene incensata e il clero - dotato di candele addobbate - staziona poi dinnanzi all'icona della festa, incensandola. Seguono le Magnificazioni, solitamente un breve versetto cantato dal clero, volto a lodare il soggetto della Festività. Di domenica, viene cantato il tropario di resurrezione, perlopiù dal coro nell'uso corrente. Dopo di ciò, il coro canta il teotochio e le antifone, prima delle quali il diacono recita una piccola ectenia. 

Prochimeni

Dopo le antifone, vengono recitati i prochimeni (che variano nei toni) cui segue il cosiddetto "secondo prochimeno", che non cambia mai, nel quale il diacono proclama "Dio è il Signore" e il coro risponde, alternandosi col diacono per qualche versetto. 



Vangelo

Protagonista del Mattutino è la pericope evangelica, cantata con enfasi: se è domenica, rivolta verso oriente, nelle solennità recitata verso il popolo. I vangeli del Mattutino sono le undici pericopi che parlano di Resurrezione o delle apparizioni di Cristo ai discepoli dopo la resurrezione stessa. Dopo la lettura, il Vangelo viene condotto nel centro della navata e il popolo lo riverisce e lo bacia, così come venererebbe il nostro Maestro e Salvatore Gesù Cristo. Contemporaneamente, il coro canta un inno e poi il salmo 50 (51), e il clero, solitamente, unge i fedeli con dell'olio benedetto, per la salute dell'anima e del corpo dei servi di Dio. Questo atto ricorda il Redentore e Medico Gesù Cristo nelle sue opere e nei suoi miracoli, dopo che ebbe predicato al popolo d'Israele. 
Dal momento che le Magnificazioni, i prochimeni e il Vangelo sono connessi come se fossero, in realtà, un unico corpo, si parla spesso di "servizi con Polieleo" per riferirsi a tutti gli offici compiuti con solennità, anche se il polieleo in senso stretto non è presente. Un caso di questi sono le Ore Regali della Settimana Santa. 

Il Canone del Mattutino

Uno degli aspetti più difficili da comprendere del Mattutino è la gestione del Canone. Nell'uso completo, oggidì per la verità quasi scomparso, nove Odi prese dall'Antico Testamento sarebbero intervallate da altrettante Odi composte nel Canone, connesse le une dalle altre da irmi e contaci, e intervallate da ectenie alla terza, sesta e nona ode. Al giorno d'oggi, soprattutto nella pratica della Diaspora, delle Odi cantate sono solamente alcune, e spesso quelle dell'Antico Testamento sono soppresse. Ad ogni modo, esse sarebbero:

1a ode: Il cantico di Mosè al passaggio del Mar Rosso.
2a ode: Mosé salva il popolo dalla morte - si canta solo in Quaresima.
3a ode: Il cantico di Anna (madre del profeta Samuele).
4a ode: Il cantico di Abbacuc.
5a ode: Le parole di Isaia nei riguardi di un Salvatore prossimo.
6a ode: Il profeta Giona salvato dal ventre della balena.
7a e 8a ode: diviso in due parti, il Cantico dei Tre Fanciulli.
9a ode: il Magnificat.

Il senso delle Odi dell'Antico Testamento è profetico: esse manifestano la venuta futura del Salvatore Gesù Cristo, il cui senso è spiegato dalle corrispondenti Odi del Canone, che specificano e illuminano il senso delle Odi suddette; non c'è una pratica vera e propria per la "soppressione" dei passaggi del Canone, per la verità lunghissimo, e sta al sacerdote scegliere quali Odi sopprimere, e quali mantenere. Nella mia esperienza, nessuna chiesa fa cantare le odi dell'Antico Testamento, ma si presta tempo solo al Canone in senso stretto. Alla Nona Ode, il Cantico della Vergine Maria, il diacono esce fuori dall'iconostasi e incensa l'icona della Santa Vergine, e successivamente la navata, il popolo e poi di nuovo il presbiterio. 

Ultima Salmodia e la Dossologia

Dopo la magnificenza poetica del Canone, il coro canta i salmi di glorificazione 148, 149 e 150, e vengono cantate le stichire di commemorazione della festa o del santo più importante del giorno. Le porte si aprono nuovamente e il coro intona la Grande Dossologia (il Gloria in Excelsis), dopo che il sacerdote ha intonato: << gloria a Te, che ci hai mostrato la Luce >>. Nel Mattutino, celebrato al suo posto rituale (vale a dire all'alba, o al mattino presto), verso questo momento la luce del sole penetra in profondità nel santuario, che finora è stato nelle tenebre. Il senso di questo gesto e la posizione del Gloria in Excelsis proprio in questo punto simboleggiano la speranza dell'illuminazione spirituale che segue al Vangelo di Cristo e all'adorazione di Dio (le odi del Canone, il riconoscimento di Dio qual Salvatore, e la venerazione di Dio tramite i salmi). 

Conclusione del Mattutino

Il Mattutino si conclude con una ectenia nella quale si domanda un giorno pacifico e la completezza di fede, la forza di seguire i comandamenti del Signore e la sua misericordia. Il servizio si conclude con la recita delle preghiere di conclusione e col congedo del sacerdote compiuto fuori dall'iconostasi; nell'uso monastico, si recita anche l'Ora Prima. 

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