La Corte Celeste in Dionigi Areopagita

Come è fatto il Paradiso? In quale ordine gli Angeli si dispongono attorno al trono di Dio? Risponde san Dionigi Aeropagita, primo vescovo di Atene. 

Secondo la classificazione di san Dionigi Aeropagita, i nove cori angelici si dispongono in tre ordini concentrici attorno al Trono di Dio: la prima cerchia (Serafini, Cherubini e Troni), la seconda cerchia (Dominazioni, Virtù e Potestà) e la terza cerchia (Principati, Arcangeli e Angeli). 

La Prima Cerchia (1)

Quelli che conosco l'ebraico sanno che l'appellativo Serafino significa "quelli che ardono" mentre il nome Cherubini significa "effusione della conoscenza". Giustamente, dunque, la prima cerchia è amministrata dalle sostanze supreme: essa ha l'ordine più alto di tutti perché è collocata senza intermediari presso la Divinità e perché le apparizioni e le perfezioni principali di Dio sono condotte principalmente a quell'ordine appunto perché è il più vicino. Anche i Troni si chiamano "ardenti" con un nome che rivela le loro qualità divine. Il nome di Serafini palesa chiaramente, infatti, il loro incessante e sempiterno movimento attorno alle cose divine, così come il loro sovrabbondante fervore di questo eterno movimento perpetuo, indeclinabile, irremissibile, in quanto li riscalda fino a farli giungere ad un fuoco vero e proprio, e concede la forza di purificare bruciando e consumando e la proprietà non nascosta e inestinguibile, sempre ugualmente luminosa e illuminante, che caccia e dissipa ogni tenebra oscura. Il nome dei Cherubini invece indica l'attitudine a conoscere e contemplare Dio, ricevere l'illuminazione suprema, a contemplare la bellezza divina nella sua potenza primordiale, a riempirsi di una tradizione che rende saggi, e a comunicare senza misura l'effetto della sapienza ricevuta a quelli della seconda cerchia. Invece per i Troni altissimi e sovracelesti, si deve il loro nome al perfetto distacco di ogni soggezione terrena e la loro tendenza sovramondana per ciò che è elevato e si trovano in perfezione attorno a ciò che davvero è il trono di Dio Altissimo, ed è loro proprietà ricevere la visita della Divinità in uno stato di perfetta impassibilità, al fine di portare Dio e aprirsi zelantemente ai doni divini.


Firenze, Battistero, I cori angelici

La Seconda Cerchia (2)

Io credo che la denominazione rivelatrice delle Dominazioni significhi una elevazione non servile e libera da ogni desiderio di ciò che è in basso, e che non è mai sottoposta ad alcuna dissimilitudine tirannica, ,ma che invece sia convenientemente libera come dominazione inflessibile, posta al di sopra di ogni servitù umiliante, incapace di decadenza, distaccata da ogni dissimilitudine, desiderosa incessantemente di vera dominazione e del principio di ogni dominazione: essa conforma in maniera buona secondo la capacità di rendersi simili, per quanto è possibile, se stessa e gli esseri inferiori. Non si volge perciò a niente di vano, ma diventa partecipe del principio costante e divino di ogni dominazione. Il nome delle Sante Potenze, indica invece una forza virile, inconcussa in tutte le operazioni conformi a lei, virilità che mai si indebolisce per qualsivoglia accettazione delle luci tearchiche concesse alle Potenze; né mai abbandona per sua propria debolezza il movimento divino, ma inflessibilmente guarda verso la Potenza sovrasostanziale e operatrice di virtù (Dio), diventando una immagine potente, per quanto possibile, di questa virtù. Esse (le Potenze) procedono verso gli esseri che seguono, con grande elargizione di potenza in modo divino. Il nome delle Potestà indica, invece, indica un ordine uguale a quello delle Dominazioni e delle Potenze, e indica, cioè, la disposizione armoniosa e per nulla confusa a ricevere le cose divine, e significa che esiste un ordine del potere sovramondano e intellettuale e che esso non abusa tirannicamente delle potenze del suo potere nei riguardi delle cose inferiori, ma si innalza continuamente e ordinatamente verso le cose divine, ed eleva anche benignamente gli esseri che lo seguono assimilandosi, per quanto possono, al Principio delle potenze che origina il potere. 

La Terza Cerchia (3)

Il nome di Principati celesti significa la loro forza divina e l'attitudine di comandare e guidare secondo un ordine sacro e convenientissimo le potenze destinate a comandare, e la loro capacità di volgersi completamente al Principio che supera ogni principio, nonché quella di guidare gli altri col proprio comando, e infine di modellarsi, per quanto possono, al Principio che è causa di ogni principato, del quale manifestano anche l'ordine sovrasostanziale mediante l'armonia delle potenze che lo guidano.  La disposizione dei santi Arcangeli ha la stessa gerarchia dei Principati celesti: in maniera comune alla medietà gerarchia abbraccia le due estremità ed è in rapporto coi Principati e con gli Angeli. Infatti gli Angeli terminano e completano le disposizioni delle potenze celesti, perché in mezzo a tutte le sostanze e intelligenze celesti, sono coloro che possiedono il grado più basso della proprietà angelica, e sono chiamati angeli (gr. messaggeri) più propriamente che non quelli che stanno in alto, in quanto hanno una posizione gerarchica più manifesta e vicina al nostro mondo. Perciò la divina scrittura ha attribuito agli Arcangeli la direzione della nostra gerarchia celeste. Una sola è la Provvidenza di tutto collocata sovrasostanzialmente al di sopra di tutte le potenze visibili e invisibili e tutti gli Angeli preposti ad ogni nazione, per quanto possono, elevano coloro che li seguono volontariamente verso quella come al loro proprio Principio. 

Riepilogo 

La Corte Celeste, secondo la classificazione di san Dionigi, è un complesso schema tassonomico nel quale la Prima Cerchia contempla direttamente Dio e si occupa di fortificare e dirigere questa energia divina alle altre potenze angeliche; la Seconda Cerchia guida e dirige il cosmo materiale e immateriale, mentre la Terza Cerchia si occupa specificatamente della Terra, guidando gli esseri umani e svolgendo le funzioni più "pratiche" e meno contemplative dell'Onnipotenza divina. 

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CITAZIONI

Da: San Dionigi Aeropagita, Gerarchia Celeste (in Opera Omnia), Bompiani, 2009

1) Per la prima cerchia, GC, cap. VII, 205B-205D

2) Per la seconda cerchia, GC, cap. VII, 237C-240A

3) Per la terza cerchia, GC, cap. IX, 257B-261B

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