Sermone per la V Domenica di Quaresima (S. Teodoro Studita)

San Teodoro abate di Studion, detto lo Studita (+826), scrisse numerose opere, dalle quali abbiamo estrapolato questo sermone, predicato nel suo monastero per la V domenica di Quaresima. In foto, un affresco raffigurante san Teodoro Studita.

Cari padri e fratelli, con l'arrivo della primavera e l'abbandono dell'inverno vediamo tutto rifiorire, le piante sono rigogliose, la terra è di nuovo verde, gli uccelli cantano e tutto si rinnova: e glorifichiamo per tutte queste cose - per le quali proviamo gioia - il nostro Dio Maestro e Creatore che rinnova ogni anno la sua creazione, e non a torto: Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità [Rom. 1:20]. E' nostro dovere esaminare con più attenzione la logica della Creazione: Perchè? Se guardiamo alla Natura, la primavera non sarebbe quello che è oggi senza i venti, le tempeste, la pioggia e il freddo dell'inverno. La primavera ha nell'inverno la causa del suo rinnovamento, e così l'anima. Se sull'anima non piovono afflizioni e non nevicano dispiaceri, non porterà la benedizione di Dio: Quando una terra, imbevuta della pioggia che vi cade frequentemente, produce erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio (Ebrei 6:7). 

Per questo, fratelli, dobbiamo sopportare ogni afflizione, ogni prova, ogni difficoltà che ci accade, sia visibile che invisibile. Anche il digiuno che stiamo seguendo è utile, perché così portiamo frutto e otteniamo la benevolenza di Dio: altrimenti fame e sete sarebbero solo una cosa miserabile. Accogliamo anche Gesù come nostro ospite; infatti come noi ci rallegriamo della Natura, [Dio] gode della purezza delle nostre anime. E quali sono i frutti dell'anima pura? Amore, gioia, pace, mitezza, dominio di sé, bontà, generosità. [Galati 5:22] Di questi frutti il Signore si nutre, da queste primizie egli è compiaciuto. E' benedetto colui che nutre (Dio) di questi frutti, perché sarà poi nutrito da Lui nei Cieli! Sarà ricevuto infatti ospite nel Regno celeste. Egli è stato chiaro: Io e il Padre mio prenderemo dimora in lui. [Giovanni 14:23] e ancora: chi accoglie i miei comandamenti e li mette in pratica è colui che mi ama, e chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anche lo amerò e mi manifesterò in lui. [Giovanni 14:21]. 

Visto che tali sono le promesse divine, sopportiamo con letizia tutte queste cose che ci capitano, sia quelle che già sono successe, sia quelle che devono ancora accadere, mentre ascoltiamo l'Apostolo dire: Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. [Col. 1:24] E anche Giacomo scrive: Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti e completi, di nulla mancanti.[Giacomo 1:2-4] vedete dunque che nelle prove c'è la gioia, e nelle tribolazioni letizia? Dio si manifesta in queste cose, che tutti i santi hanno sopportato. Coloro che faranno violenza su se stessi, vivendo sulle orme dei santi, si impadroniranno del Regno dei Cieli, in Gesù Cristo, al quale si deve ogni gloria e onore, assieme al Padre e allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

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Fonte originale (in inglese)

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