Chiaro e scuro nell'Iconografia ortodossa

Nel simbolismo della Chiesa Ortodossa, come si legge bene dalla stessa Scrittura, Dio  è luminoso e illuminante, mentre l'assenza di Dio e la malvagità sono sempre oscuri: questi tratti sono stati trasposti sull'iconografia e si può dire che siano la regola dell'arte iconografica. 

Nelle icone, infatti, i demoni, l'Inferno, l'Ade, le tombe sono figurate come luoghi scuri, colorati con colori forti e sfumature di nero. Cristo, la Madre di Dio, i santi e gli angeli sono dipinti con colori tenui o di bianco, a simboleggiare la purezza delle loro esistenze. Dal momento che è molto difficile proporre un bianco tale da vagamente somigliare alla purezza divina, si è scelto di utilizzare varie sfumature di bianco e l'oro, al fine di rendere al meglio la gloria di Dio e di coloro che nella vita sono stati divinizzati, i santi. 


Icona che mostra la Scala del Paradiso: i demoni sono dipinti di nero e anche lo sfondo è più luminoso verso l'alto (luogo di Dio) che verso il basso


L'oro in particolare viene utilizzato come base per l'icona (se non si usano altri colori tenui, come l'azzurro) e quasi sempre per colorare le aureole dei Santi, degli Angeli e di Cristo. L'uso di altri colori varia nel tempo e nello spazio perché i colori sono assunti in base al significato che la società dà di un certo colore. Ad esempio nel VI secolo il Cristo era spesso vestito di rosso o di porpora  o di viola, colori della corte imperiale, per simboleggiare la sua potestà e il suo imperium su tutto l'Universo. Adesso, il Cristo è solitamente dipinto con abiti bianchi, dorati, o verdi, o una combinazione di questi colori. Non c'è un vero e proprio principio per l'utilizzo dei colori in sé, ribadendo che ovviamente i colori troppo vicini al nero non devono essere assunti per le raffigurazioni di santità. 

In foto, un Cristo Maestro dipinto con l'abito in porpora e oro

Nelle icone della Pentecoste, ad esempio, gli Apostoli sono dipinti ognuno coi vestito di un colore diverso, non per esprimere dissenso o lontananza, ma piuttosto per rappresentare la pluralità di aspetti della Chiesa, la presenza di molti carismi differenti e di visioni diverse che, tuttavia, hanno come base la stessa Fede e camminano verso il medesimo scopo.


L'icona di Pentecoste 

Ogni maestro iconografo e ogni scuola ha il suo modo di intendere la relazione fra colore e immagine, ed è davvero arduo cercare di campionare qualcosa che, piuttosto, viene dalla spiritualità personale e dalla pratica storica di centinaia di anni, la quale è tuttavia viva, perché vivi sono i soggetti figurati nell'icona, segni della santità e della gloria del Signore, cui noi tendiamo e che, tramite le icone, contempliamo già da adesso. 

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