Aiutare i propri sacerdoti: la comunità cristiana

I parroci subiscono la pressione più di ogni altro lavoro. Il tipo di uomo che solitamente viene designato al santo sacerdozio è un uomo dal cuore aperto al servizio per gli altri, e spesso ci si aspetta che sia capace di sforzi impressionanti. I vescovi, come pastori del gregge, ci sia spetta siano dei superuomini.

Ho spesso sentito di orribili situazioni, come ad esempio di parroci costretti a cancellare le vacanze familiari all'ultimo minuto poiché c'era un funerale da officiare, pazienti dall'ospedale che chiedevano la comunione, e così via. Anche se spesso il sacerdote pretende per sé il Lunedì come giorno di riposo, c'è sempre qualche chiamata dell'ultimo minuto. Specialmente nelle parrocchie grandi, i doveri dei sacerdoti sono grandissimi.

Cosa possiamo fare per aiutare i nostri preti? non lasciarli soli, innanzi tutto. Domandare cosa possiamo fare di utile per la parrocchia: alcune incombenze e ruoli importanti possono, e forse dovrebbero, essere ricoperti dai laici: catechismo ai bambini, ordine e decoro degli ambienti ecclesiastici, aiuto nella preparazione della chiesa per le feste, e così via. Possiamo tutti partecipare alle riunioni periodiche della parrocchia nelle quali si discutono i problemi della chiesa e si cercano le soluzioni. Tutti, attraverso una cosciente formazione religiosa, possiamo diventare degli insegnanti per i catecumeni, soprattutto tramite il nostro esempio di vita.

Se vogliamo un sacerdote sempre attento ai nostri bisogni spirituali - come è giusto che sia - non possiamo però pretendere che egli prenda carico anche dei nostri bisogni materiali. Come cristiani, piuttosto, possiamo organizzare in parrocchia raccolte di vestiti, di cibo, e anche di soldi, per un fratello o una sorella bisognosi. In questo modo, la comunità si rinforza nella carità e nell'amore fraterno. E' sempre più presente anche nella Diaspora la pratica delle cosiddette agapi, ovvero delle mense parrocchiali in cui, almeno la domenica, si mangia tutti assieme parlando e discutendo delle necessità della parrocchia e anche di spiritualità: un ottimo momento per magari accantonare le frivolezze e discutere di cose importanti che riguardano la nostra chiesa.

Leggendo le abitudini parrocchiali dei Vetero-Ritualisti russi, non possiamo che rimanere affascinati dal funzionamento di una buona parrocchia di vecchio stile. Ideale sarebbe emulare lo spirito dei vecchi-credenti in questo: la parrocchia è un essere vivo, perché composto da tutti noi. La parrocchia ha bisogno di ognuno di noi come membro attivo. Inutile chiudersi in un comodo clericalismo laico, nel quale "la gestione della chiesa spetta ai preti", quando invero siamo tutti noi chiamati a dare la nostra parte.  A cosa siamo chiamati? a seguire le virtù cristiane di pazienza, di carità, di istruzione degli ignoranti nella fede, nell'amore. Le virtù della carità verso i vicini, dell'istruzione religiosa e dell'amore verso il prossimo si vivono e si consumano principalmente proprio nella nostra comunità parrocchiale.

Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. (Gv 15:13). Diamo la vita  alla nostra parrocchia, rendiamo vivo il nostro Cristianesimo così moscio e spento. Perché chi ha dato, sarà nell'abbondanza (Mt 13:12). 

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