Lettera di Papa Adriano II sulla missione di san Metodio (Latinità Ortodossa)

Da Medieval Slavic Lifes di M. Kantor leggiamo di una interessante epistola papale di Adriano II (+872), già noto ai lettori di questo blog, riguardo la missione di san Metodio presso i moravi e i principi slavi: una testimonianza importante dell'opera di questo santo e degli intensi rapporti fra Roma e gli slavi nel IX secolo. Inoltre, vi è una chiara menzione all'uso della lingua comune slava in luogo del latino. 


LETTERA
Da Adriano, servo di Dio e Vescovo, a Rostislav, Svjatopluk e Korcel, principi degli slavi

Gloria a Dio negli eccelsi e sulla Terra pace, fra gli uomini benevolenza. [1]
Siamo a conoscenza della vostra spiritualità e del vostro  ardente desiderio di trovare la salvezza, e di come il Signore ha mosso i vostri cuori a comprendere come non solo basta servire Dio con la preghiera e la fede, ma anche con le buone opere. Poiché la fede senza opere è morta [2], e cadono nell'abisso coloro che dicono di conoscere Dio, ma lo rinnegano nelle opere! Avete chiesto dunque un maestro non solo a questa sede (a Roma, ndt) ma anche al pio imperatore Michele: vi abbiamo inviato il beato filosofo Costantino [3] insieme a suo fratello non appena è stato possibile. Quando hanno saputo che le vostre terre appartenevano alla Sede Apostolica [4] non solo non hanno computo alcun atto contro i Canoni, ma si sono affrettati a riportare a Roma le reliquie di san Clemente. Con molta gioia per questi eventi, ho deciso di analizzare la questione e ho così deliberato di inviare nelle vostre terre il nostro figlio Metodio, uomo di vera fede e molto sapiente, che ho personalmente consacrato insieme coi suoi discepoli [5], affinché vi insegnasse, con la nostra benedizione, la Santa Messa - che chiamano anche Liturgia - e tutte le sacre Scritture nella vostra lingua natale, assieme col Battesimo così come è amministrato nella Santa Chiesa, così come il filosofo Costantino aveva iniziato da voi per le preghiere di san Clemente e attraverso la Grazia di Dio. Allo stesso modo, se vi fosse qualcun altro in grado di catechizzare e istruire, sia benedetto da Dio, da noi e da tutta la Chiesa universale e apostolica, affinché i comandamenti di Dio siano più facilmente appresi da tutti. Tenete solo a mente questa usanza: durante la sacra Messa leggete l'Apostolo e il Vangelo sia in latino che in slavo, affinché tutte le nazioni lodino il Signore. [6] e come sta scritto ancora: "tutte le lingue proclameranno la gloria del Signore come lo Spirito Santo diede loro potere di esprimersi". Ma se uno dei maestri che ci sono vi chiamerà e inizierà a corrompervi dalla Verità alla menzogna, insultando la vostra lingua e gli scritti nella vostra lingua, sia costui tagliato fuori da ogni comunione e dalla Chiesa, finché non si consumerà. [7] Difatti non sono pecore, ma lupi, e dai frutti li riconoscerete. 

Voi, amati figli, perseverate nell'ubbidienza alla legge di Dio e non respingete gli insegnamenti della Chiesa, affinché diventiate veri adoratori di Dio, del nostro Padre Celeste, e di tutti i santi. Amen. 

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NOTE

1) Luca 2:14. Il Papa Adriano saluta i principi slavi con una invocazione universale di grazia.  

2) Giacomo 2:26

3) Costantino è il primo nome di san Cirillo. Ordinato prete col nome di Costantino, prese i voti monastici poco prima della morte, mutando il proprio nome in Cirillo.

4) Si intende Roma. Nel IX secolo ci fu una forte diatriba ecclesiastica fra Roma e Costantinopoli su quali terre di nuova evangelizzazione appartenessero all'una o all'altra sede apostolica. A dare gravi problemi fu la Bulgaria, con una politica altalenante del suo zar Boris (Michele nel battesimo) che mutava spesso appartenenza ecclesiastica, chiedendo ora di passare sotto Roma, ora sotto Costantinopoli, in base a ciò che gli veniva offerto politicamente. Da ultimo, si pose sotto Costantinopoli quando ottenne il Patriarcato. Altre terre, come l'Ungheria, la Rus, la Polonia o la Romania, furono più facilmente distribuite a causa di missioni più dirette. 

5) San Metodio fu fatto vescovo da papa Adriano II e inviato insieme con un piccolo esercito di preti e missionari in Moravia. 

6) Salmo 116:1. 

7) Adriano II scaglia un anatema su coloro che non ritengono che la Messa debba celebrarsi nella lingua del posto. Un duro colpo per i cattolici di qualche secolo più tardi, quando diranno che il Latino è una "lingua sacra" e che la celebrazione nelle lingue volgari è inammissibile. Ma questa non è la coscienza della Chiesa, come si evince dalle parole dell'antico pontefice. 

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