Storia del Lettorato nella Chiesa Ortodossa

Il Lettore è una presenza costante in tutti gli offici liturgici, dai più brevi ai più complessi. A volte è anche il corista della parrocchia, a volte è una figura a parte che serve anche in altare. Ma chi è il Lettore? Come siamo arrivati al modello attuale di lettorato?

Il ruolo dei Lettori liturgici nell'antichità era molto importante. Iniziamo con l'Antico Testamento: il servizio sinagogale e il culto al Tempio di Salomone prevedevano dei Maestri (rabbi)  i quali leggevano dai pulpiti e insegnavano al popolo [1]. Anche negli Atti degli Apostoli leggiamo che questi ultimi ascoltavano le letture nel Tempio e poi si radunavano a pregare. Nelle sinagoghe e nel Tempio c'era un podio sopraelevato (un ambone) dal quale si recitavano le Letture dei Profeti. Spesso il Lettore interpretava la Scrittura e offriva quindi un sermone.

Il Cristo ha consacrato l'esistenza dei Lettori, divenendo Egli stesso lettore in sinagoga, come testimonia il Vangelo: Ed Egli si recò in Sinagoga nel giorno di sabato, e salì (sul podio) a leggere. [Luca 4:16]  ovviamente la Sua autorità era ben più grande del ruolo in cui, per umiltà suprema divina, si era ritagliato: ma in questo modo, ha dato continuità nella Chiesa da Lui fondata con quella del Vecchio Testamento. 



Un lettore al momento dell'ordinazione. Foto da Orthodox Life

Secondo ciò che lascia scritto il santo Apostolo Paolo, nella Chiesa sub-apostolica esisteva già una gerarchia interna, composta dagli apostoli e dai loro successori, dagli anziani (sacerdoti), dai diaconi, dai suddiaconi, dai maestri (chiamati spesso profeti), e dai lettori [2]. San Clemente di Roma, contemporaneo degli Apostoli, nelle Costituzioni Apostoliche, già indica le parole per l'ordinazione dei suddiaconi e dei lettori. Per questi, viene invocato da Dio "lo Spirito della profezia" che scenda su di loro, al fine di abilitarli a questo servizio. Il carattere duplice del loro ruolo, che comprendeva la lettura del Nuovo e dell'Antico Testamento, non era mai disgiunto dall'attività di predicazione sia in chiesa che "su strada". Questo faceva dei Lettori una classe sociale molto rispettata nel cristianesimo dei primi secoli. La ragione del fatto che, in antichità, i Lettori leggessero anche il Vangelo, è da ricercarsi nel fatto che non tutti sapessero leggere, neanche i sacerdoti - i quali spesso sapevano gli offici a memoria. Il Lettore era sempre un letterato, un erudito, e spesso non era neanche un chierico propriamente detto, almeno fino al V secolo. 

San Clemente, nel libro II capitolo 28 delle Costituzioni Apostoliche, decide che i lettori hanno diritto ad uno "stipendio" preso dalle offerte della chiesa, scrivendo: se in chiesa c'è un lettore, gli tocchi una parte (delle offerte), in ossequio ai profeti.  San Giustino nella sua Apologia dice che, quando il lettore ha concluso i brani, il presidente della sinassi può esporre il suo sermone [3]. San Cipriano di Cartagine, nel III secolo, inizia ad attribuire ai lettori il ruolo di ecclesiastici a tutti gli effetti. Nelle province romane, i Lettori diventano un Ordine Minore e sono tenuti a indossare l'abito clericale. I Lettori erano, per ovvi motivi, i principali catechisti delle parrocchie. Specialmente in Occidente, il Lettore inizia a servire l'altare, accorpando spesso le funzioni del sagrestano e dell'accolito. Poiché spesso i ragazzi venivano ordinati appena raggiunta la pubertà [4] (anche prima dei 18 anni), il Canone XVI di Cartagine, in atto di suprema bontà nei riguardi del clero, stabilisce che:

E' compiaciuto a questo Concilio venerabile di permettere ai lettori, una volta giunti all'età della pubertà, di contrarre moglie o di votarsi alla continenza, secondo il loro desiderio

Questo permetteva ai ragazzi, che magari erano stati tonsurati in giovanissima età, di sposarsi prima di proseguire la carriera ecclesiastica. Allo stesso modo, lo stesso Concilio decide che i lettori "non devono accettare obbedienze dai laici", ponendoli in questo modo definitivamente nel Clero. 

Il Lettorato ha poi seguito destini diversi in base alla giurisdizione ecclesiastica. In Occidente, ebbe un ruolo simile a quello dei tempi apostolici - con l'eccezione della lettura del Vangelo - fino al XVI secolo, per poi scomparire sempre di più come ufficio con la comparsa dei grandi cori polifonici, fino a diventare un ruolo del tutto simile a quello dell'accolito. Con il Concilio Vaticano II se ne decretò la sua scomparsa. 

Nella Chiesa Ortodossa, il Lettore si specializzò sempre di più nelle sue funziono corali, perdendo la lettura del Vangelo e diventando parte integrante del coro. Nella Chiesa Russa, si preferisce farlo servire come accolito e fargli leggere l'Apostolo, ma senza dargli ulteriore spazio nel coro, avendo anch'essi adottato in larga parte l'uso della polifonia. 

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NOTE

1) 2Ezra 9:39.

2) 1Corinzi 12:28

3) Giustino Martire, Apologia, cap. 67

4) Il Codice di Giustiniano, nella legge 123, impone che i Lettori abbiano 18 anni per essere ordinati. Questa regola fu largamente disattesa fino all'epoca recente... di solito i bambini, appena fossero stati in grado di cantare, venivano tonsurati. 

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