La Chiesa Ortodossa e l'omosessualità (parte II)

Dopo aver intravisto le origini della moralità cristiana nella prima parte, veniamo dunque a conoscere come la Chiesa ortodossa affronta il tema dell'omosessualità sotto diversi aspetti. 

San Giovanni il Digiunatore, canonista che si occupò dell'omosessualità.

I Canoni della Chiesa Ortodossa sull'omosessualità

La Chiesa ha dibattuto su come aiutare le persone omosessuali a crescere spiritualmente nel loro cammino di adeguamento alla vita cristiana. I Canoni della Chiesa, ovvero ordinamenti e prescrizioni ecclesiastiche divenute poi base del Diritto Ecclesiastico, danno delle indicazioni per il clero su come trattare quasi tutti gli argomenti di morale, dogmatica e vita comunitaria dei cristiani ortodossi. Alcuni di questi, anche se molto duri (o all'apparenza tali), vanno compresi nel loro senso ultimo, ovvero quello di offrire una base su cui poi il singolo confessore saprà muoversi, modificando la quantità e la qualità dell'intervento pastorale. Vediamo i più significativi. 

Il canone 62 di san Basilio:

Per l'uomo che scopre le proprie nudità in mezzo ad altri uomini, che gli siano dati 15 anni di penitenza, così come per coloro che commettono adulterio

Il Canone 9 di san Giovanni il Digiunatore, patriarca di Costantinopoli:

Per quanto concerne i rapporti omosessuali fra maschi, come ad esempio la doppia masturbazione, coloro che cadono devono rimanere in penitenza per ottanta giorni, con 100 prostrazioni quotidiane e un digiuno rigoroso

Si noti che questa penitenza è esattamente il doppio di quella data per la masturbazione in solitaria, giacché "non solo si pecca da soli, ma si induce nel peccato anche il fratello" per citare san Nicodemo dell'Athos nella sua raccolta di diritto canonico, il Pidalion

Il canone 18 della medesima raccolta canonica di san Giovanni indica: 

Per coloro che cadono nel rapporto omosessuale ci è sembrato ragionevole scomunicarli per tre anni, a digiuno con la possibilità della cena in stato di xerofagia (solo vegetali), con 200 prostrazioni quotidiane. Per coloro che preferiscono un digiuno più leggero, la penitenza va allungata fino ai 15 anni.

Non solo, il canone 35 di san Giovanni il Digiunatore stabilisce che il rapporto anale fra eterosessuali è punibile con 9 anni di digiuno stretto a xerofagia e 200 prostrazioni al giorno. 

Vorremmo far notare come i peccati sessuali siano di gravità differenti e che vengono considerati con differente enfasi. Non esiste un "peccato dei peccati" o il "super-peccato" e l'omosessualità nella Chiesa ortodossa non è vista come macchia indelebile ma piuttosto come una forma di caduta personale. La Chiesa Ortodossa non considera l'affetto in sé come peccaminoso ma l'atto omosessuale come semplicemente non conforme ai comandamenti di Dio, che sono specifici così come lasciati nel Levitico e nel Deuteronomio (leggasi l'articolo precedente). Tramite l'applicazione di una disciplina spirituale decisa col proprio padre spirituale, possiamo vincere i nostri peccati (qualsiasi essi siano) e diventare teofori, portatori di Dio. San Paolo ci esorta: 

Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. [Romani 12:2].

Il mondo moderno 

Dal IV al XVIII secolo dopo Cristo, il mondo occidentale ha tentato di conformarsi a questa visione morale della vita. Anche se il cattolicesimo romano prima e il protestantesimo poi si sono allontanati dalla Chiesa Ortodossa, la morale cristiana non ha subito modifiche. I filosofi illuministi hanno poi decretato che lo stato attuale dell'uomo è naturale, contrariamente all'insegnamento cristiano: noi ortodossi difatti crediamo che lo stato dell'essere umano al momento presente sia innaturale, e il nostro obiettivo è tornare all'origine adamitica, alla vita in Dio. Questo cambiamento avrà conseguenze enormi nella mentalità occidentale, generando le ideologie del XX secolo. La psicologia di inizio Novecento, prendendo come base le speculazioni illuministe, dichiarerà che tutta la moralità dal Paleolitico ad oggi è stata un tentativo di "repressione" dei nostri istinti naturali, e il piacere effimero e momentaneo diventa la priorità della vita, svuotata da ogni slancio spirituale. Ciò non impedì al congresso mondiale degli psicologi di definire l'omosessualità "malattia mentale". 

Il primo a definire il famoso 10% di presenza omosessuale nell'uomo è stato Alfred Kinsey nei suoi Reports dal 1948 al 1953, e da allora ci si è sempre basati su di lui per qualsiasi genere di dibattito sull'omosessualità. Di pari passo con la rivoluzione sessuale, l'ampio e generalizzato uso di preservativi e anti concezionali in genere, l'idea stessa di sessualità si modifica. Nel 1972 viene pubblicato The Joy of Sex, un manuale nel quale si incitano le coppie eterosessuali ad utilizzare molte tecniche prima associate ai rapporti omosessuali, come sesso anale, sesso orale e mutua masturbazione. Il 28 giugno 1970 si svolse il primo Gay Pride del mondo, a New York. Negli 70 e 80 gli omosessuali iniziarono numerose campagne contro la associazione americana degli psicologi (APA) al fine di modificare la dizione di omosessualità nel manuale medico, passando da "malattia psicologica di una persona che non ha sviluppato appieno la propria sessualità" a "disturbo psicologico dell'individuo". Nei programmi delle associazioni omosessualiste americane degli anni 80, si evidenzia che "la gente deve vederli sempre come vittime" e che "bisogna spingere ad una sessualizzazione precoce" [1]. Negli ultimi decenni si è assistito ad un ulteriore balzo in avanti, la "teoria queer", ovvero l'idea che l'identità sessuale sia l'assoluto punto di partenza della vita di ognuno e che i ruoli (genders) sono solamente costrutti sociali.

Specialmente dalla filmografia statunitense giungiamo all'influsso enorme che hanno avuto i nuovi programmi televisivi nel plasmare l'idea che l'omosessuale sia "amante migliore", "più creativo", "più buono" e più fashion. E' anche difficile, ai giorni nostri, provare a contraddire questo mito, senza venir poi odiati dai più. 

L'omosessualità dal punto di vista scientifico

Torniamo alla Scienza. Innanzi tutto, dopo decenni di ricerche, siamo arrivati alla conclusione che nessun gene porta effettivamente l'attività omosessuale nel corpo umano [2]. Questo inevitabilmente porta alla negazione del punto 1 dell'ideologia gender: l'omosessualità non è innata nell'uomo. Vari fattori sociali, economici e traumi possono influenzare alcune inclinazioni sessuali. 

Nel 2001 il prof. Robert Spitzer su un campione di 200 individui omosessuali praticò una studio terapeutico [3] volto a confermare l'ipotesi che l'orientamento sessuale fosse immutabile. Eppure, i risultati furono contrari alle aspettative: quasi tutti gli individui dello studio modificarono le proprie preferenze sessuali con relazioni interamente omosessuali a relazioni quasi o interamente eterosessuali dopo un anno di terapia. L'articolo fu il suicidio della sua carriera e per non perdere la cattedra il prof. Spitzer dovette scusarsi con la comunità LGBT. Il dottor van den Aarweg ebbe risultati analoghi nelle sue esperienze in studio [4]. Sebbene questo punto specifico sia spinoso per la ricerca scientifica visti i pochi studi condotti in proposito, non possiamo certo dire che le attrazioni sessuali siano immutabili. 

Il terzo punto dell'ideologia LGBT; ovvero la normalità dell'essere omosessuali, è più un discorso sociale e antropologico che lascia poco spazio alla scienza intesa come biologia e chimica. Possiamo dire, come abbiamo visto con la panoramica storica del precedente articolo, che l'omosessualità storicamente non era accettata al medesimo modo. Possiamo dire che gli omosessuali maschi, in particolar modo, vanno incontro a tutta una serie di malattie come Campylobacter jejuni, Entamoeba histolytica, Giardia lamblia (“gay bowel disease”), Hepatitis A, B, C, and D, e cytomegalovirus. Inoltre, l'AIDS è più diffusa fra gli individui omosessuali. Gli orifizi anali diventano particolarmente sensibili ad emorroidi, incontinenza fecale e altre disfunzioni. Come da istinto naturale, i maschi omosessuali che si trovano in relazioni a lungo termine smettono generalmente di utilizzare i profilattici, aumentando il rischio delle malattie sovraesposte.

Il quarto punto dell'ideologia LGBT è che l'orientamento sessuale e il comportamento o personalità siano sovrapponibili. Sappiamo bene che non è così, perché possiamo liberamente scegliere cosa fare, e questo vale anche nelle relazioni sessuali. L'orientamento sessuale è solo uno dei tanti "orientamenti" che le passioni della natura decaduta spingono per turbare la nostra relazione con Dio: c'è un "orientamento alla gola", un "orientamento al furto", un "orientamento alla disperazione" e via dicendo. Nel nostro stato d'essere nel mondo decaduto, l'armonia fra corpo e spirito è flebile e la perdiamo costantemente: le tensioni corporali non aiutano generalmente lo spirito, ma piuttosto l'opposto; siamo noi che dominiamo il corpo e lo sottomettiamo al nostro volere, e così la nostra mente, che può indurci in pensieri sbagliati. O almeno, così dovremmo fare come ortodossi. 

Al contrario, la società moderna vuole che ciò che pensiamo o vogliamo sia intrinsecamente giusto, ed è una mentalità pagana, non ortodossa, che va contro la pace spirituale. 

Come dobbiamo trattare la "questione omosessuale"? Come possiamo parlare di questo? Amando e consolando i nostri fratelli e sorelle che lottano contro questa passione, soccorrerli nella prova, e pregare per loro. Il giudizio che diamo deve essere un giudizio cristiano, non di banale abbandono o freddo moralismo senza pietà, ma piuttosto un ascolto attivo nel Bene, per edificare il prossimo. Ognuno di noi ha i suoi peccati, e combattere il mondo moderno non è facile. 

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FONTI E NOTE

1) Kirk, M., and Pill, E., “The Overhauling of Straight America”, Guide, November 1987, p. 24

2) Per la lingua italiana, confrontare pure gli articoli del prof. dott Andrea Ganna e del Quotidiano Sanità

3) APA meeting con titolo Can Some Gay Men and Lesbians Change Their Sexual Orientation? pubblicato negli Archvies of Sexual Behaviour dell'istituto. 

4) Van den Aardweg, Gerard, Homosexuality and Hope: A Psychologist Talks About Treatment and Change, Servant Books, 1986. 33


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