L'iconografia dell'Occhio Divino: un errore storico

L'Occhio Divino che tutto vigila, detto anche Occhio Onniscente o semplicemente "immagine dell'Occhio nella piramide", è una iconografia ormai piuttosto conosciuta e anche tristemente diffusa dai libri "esoterici" che, con fonti dubbiose e tanti errori storici, vorrebbero screditare la Chiesa come parte del complotto religioso che vedrebbe i cristiani "rubare" la spiritualità pagana per "intontire" le masse. L'Occhio Onniscente in realtà è in uso da diverse civiltà in diversi momenti storici del bacino mediterraneo e trova posto nel cristianesimo solamente molto tardi. Ma procediamo con ordine.

L'attributo dell'Occhio divino per eccellenza nel paganesimo è un simbolo di Horus, divinità egiziana legata al culto solare e al ciclo cosmogonico egiziano. Nella iconografia della Cabala, secondo i testi di Zohar, il viso "rivolto al bene" divino può essere rappresentato come un volto di profilo, o come un occhio, poiché nella numerologia ebraica il tetragramma è chiamato anche "grande volto" o "grande faccia". 

Il simbolo dell'Occhio fu proibito dalla iconografia tradizionale e trovò di nuovo spazio solamente dopo il Rinascimento occidentale, nella Chiesa cattolico-romana, quando l'arte barocca e "umanista" gli diede spazio come "occhio della Provvidenza". Specialmente nelle chiese gestite dai Gesuiti, questo simbolo tornò in auge circondato da raggi solari, volendo richiamare l'idea di "Cristo Sole di Giustizia" senza che tuttavia vi fosse alcun richiamo ad espressioni pittoriche tradizionali. Anche l'idea che l'occhio si trovi dentro un triangolo non è giustificabile dall'iconografia tradizionale, anche se si è cercato di far combaciare l'idea della Trinità (spesso figurata come triangolo nei manuali teologici) con la piramide nella quale è inserito l'Occhio. Tuttavia, questa figura era utilizzata dagli antichi persiani per indicare Ahura Mazda nella sua "ipostasi" di separatore sofianico degli attributi divini [1]: in ogni caso, non possiamo definirlo un simbolo cristiano. 


Occhio Divino alla basilica del santo Sepolcro, a Gerusalemme. 

L'idea stessa di privilegiare una parte anatomica è estranea alla iconografia cristiana orientale  e perfino a quella Latina. Il fatto che manchi poi il nome o l'indicazione accanto all'immagine contraddice uno dei canoni iconografici elementari, ovvero l'identificabilità del soggetto. I primi libri liturgici con l'Occhio nello spazio ortodosso sono apparsi attorno al 1540-1550 in Romania, quando i libri liturgici ortodossi venivano stampati nelle tipografie cattoliche, a causa della mancanza di mezzi di stampa propri. Il simbolo si diffuse notevolmente in Russia, Ucraina e Romania durante il XVIII secolo nel periodo detto di "cattività occidentale", ovvero di grande influenza teologica e pittorica cattolica in territori sotto ammodernamento amministrativo e sociale, specialmente sotto lo zar Pietro I. 

Ricordiamo che il simbolo dell'Occhio fu scelto anche dai rivoluzionari francesi per indicare la "dea Ragione" della nuova religione atea della Francia di fine Settecento. Nella Massoneria, ugualmente, il Grande Architetto dell'Universo è raffigurato con l'Occhio ufficialmente dal 1797  con la pubblicazione del Freemasons Monitor di Thomas Smith Webb. Sebbene antecedente di un decennio, l'adozione del triangolo con l'occhio da parte del governo americano è il primo caso di utilizzo dell'Occhioda parte di uno Stato nel 1782 come simbolo di Dio "benedicente l'indipendenza delle tredici colonie". Difatti sul dollaro americano, la piramide è composta da 13 gradoni, tanti quanti le colonie originali. Molti appartenenti alle teorie del complotto affermano che gli Stati Uniti sarebbero, in effetti, il primo progetto riuscito della Massoneria. 

Così come il "sacro cuore" e altre scelte iconografiche occidentali, l'Occhio divino non deve essere rappresentato in una chiesa ortodossa poiché va contro l'iconografia tradizionale e la pratica della Chiesa Universale. 

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FONTI E NOTE

1) Articolo in romeno Ochiul lui Dumnezeu, per le citazioni. 

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