Uso liturgico dei flabelli nell'antica liturgia latina (Latinita' Ortodossa)

Sebbene inizialmente diffusi per tutta la cristianita', i flabelli (in greco ripidia) scomparirono gradualmente dall'uso liturgico romano, per rimanere solo in alcune processioni papali come mero ornamento. Sebbene la funzione simbolico-metafisica fosse gia' perduta sul finire del primo millennio, troviamo ancora il flabello nella sua funzione pratica presso l'Ordo cluniacense del 1100: 

Unus autem ministrorum stans cum flabello prope sacerdotem, ex quo muscarum infestatio exurgere incipit donec finiatur, eas arcere a sacrificio et ab altari seu ab ipso sacerdote non negligit. [1]

Ovvero: 

Uno fra i ministri si posiziona col flabello presso il sacerdote, affinche' possa allontanare l'infestazione delle mosche, e cosi' il sacerdote possa concludere il sacrificio dell'altare senza alcuna negligenza

Il dott. Rock ha proposto dei disegni che illustrano la posizione del diacono o di uno dei serventi col flabello durante tre momenti della Messa come descritta nel Cod. Barberini 1978: 


Il servente col flabello si accostava all'altare e lo teneva ritto sul sacerdote per tutto il Canone Romano, come si nota dai tre momenti descritti con le loro posizioni: all'Istituzione dell'Ultima Cena, al Suscipe Sancte Pater e all'epiclesi. 

William Edward Scutamore ci tramanda una informazione molto utile sull'utilizzo dei flabelli nella liturgia latina, tratta dalle cronache di san Giovanni Mosco, autore del famoso Prato Spirituale

Giovanni Mosco, nel 630 d.C., testimonia che sotto l'autorita' dell'Abate Teodoro uno dei vescovi concelebranti col papa, percependo il peccato in altare, ordino' di mandar via il diacono che teneva il flabello. [2]. 

Hildebert, vescovo di Le Mans, nel 1092 invia un flabello al suo amico Anselmo di Canterbury, scrivendo di uno degli usi simbolici del flabello [3]:

Devi sapere questo strumento non solo allontana gli insetti, ma durante l'Offerta allontana anche le tentazioni, che vanno scacciate con il ventaglio della Fede

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FONTI E NOTE

1) Dr. Daniel Rock, The Church of Our Fathers, volume 3, issue 2, pg. 197

2)  William E. Scutamore, Notitia Eucharistica, A commentary, cap. XII, pag. 402

3) Ibidem, pag. 403.

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