Il Nartece: dal vecchio mondo al nuovo mondo

Il Nartece (dal greco νάρθηξ) è uno spazio intermedio fra la facciata e la navata della chiesa, uno spazio separato che può essere una vera e propria camera a parte o una porzione dell'edificio divisa da un colonnato o da una cancellata. Questo era uno spazio liturgico chiave nei primi secoli del Cristianesimo, ma anche noi ortodossi negli ultimi decenni tendiamo a costruire chiese senza un vero e proprio nartece. Ma a cosa era dedicato questo spazio? 

Il nartece era il luogo dal quale i non battezzati udivano la divina liturgia e venivano in contatto col mondo cristiano. Alcuni uffici come le confessioni, i battesimi, le cresime e l'imposizione delle penitenze erano celebrati in questo spazio liturgico a metà fra il mondo esterno e la chiesa propriamente detta: nei grandi complessi era diviso da un vero e proprio muro arcato chiamato tribelon


La Basilica di sant'Ambrogio a Milano, il cui nartece è questo grande spiazzo protetto da mura perimetrali, dove venivano posti i catecumeni e i penitenti per l'ascolto dei riti

Il nartece è uno spazio dinamico, dove si incontrano coloro che non sono pronti per la conoscenza dei misteri (i catecumeni) e coloro che sono caduti e hanno bisogno di tornare a Dio (i penitenti). Il nartece, come già menzionato, sia in Oriente che in Occidente è luogo per tutti i riti penitenziali e per i battesimi. L'iconografia del nartece è solitamente vetero-testamentaria perché prepara il fedele all'incontro col Signore all'interno della chiesa.

Nella liturgia bizantina attuale, possiamo riscontrare almeno tre riti comuni che dovrebbero essere officiati nello spazio del nartece: la benedizione delle acque (piccola o grande), la confessione e la litia.


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