Il Rito del Resurrexit nella Domenica di Pasqua (Latinita' Ortodossa)

A Roma, nel Medioevo, la Messa pasquale aveva un solenne preludio nella storica Cappella di San Lorenzo al Laterano (oggi Santuario della Scala Santa). L'oratorio chiamato ancora oggi comunemente "Sancta Sanctorum", era considerato uno dei luoghi più sacri dell'Urbe. In esso con la preziosa reliquia della Croce, si custodiva l'immagine "Acheropita" del Salvatore.

In foto l'icona Acheropita custodita a Roma. 

L'immagine era chiamata "Acheropita" perché creduta non dipinta da mano d'uomo (è una parola di origine greca: da "α -" privativo, "χείρ" [mano] e "ποιεῖν" [fare]). L'origine di questa icona è sconosciuta ma probabilmente fu portata a Roma dall'Oriente. La prima menzione si trova nel "Liber Pontificalis" nella biografia di Papa Stefano II (752 - 757). Riproduce l'immagine completa del Salvatore, in grandezza quasi naturale, seduto in trono, dipinta su tela applicata sopra una tavola di legno delle dimensioni di m. 1,50 x 0,70 circa. L'icona è stata restaurata diverse volte. Innocenzo III (1198 - 1216) fece coprire con un rivestimento d'argento tutta la figura ad eccezione del volto. Nel secolo XII, secondo un'antica tradizione, che già San Girolamo faceva risalire ai primi secoli cristiani, l'annuncio della Resurrezione veniva dato dal papa, prima di recarsi a cantare la Messa solenne a Santa Maria Maggiore (la basilica stazionale di Pasqua). Lo attestano il "Liber Politicus" (anche "Ordo Romanus XI"), cerimoniale scritto nel 1143 - 1144, e il "Liber Censuum Romanae Ecclesiae" (anche "Ordo Romanus XII"), redatto intorno al 1192 da Cencio Camerario, il futuro Papa Onorio III. Eccone la descrizione che riportiamo dall' "Ordo Romanus XII" seguendo la traduzione di Alfredo Ildefonso Schuster:

"Il mattino di Pasqua, dopo Prima, il Pontefice Romano, rivestito di piviale bianco, con i diaconi Cardinali che indossano le dalmatiche e le mitre, i suddiaconi in tunicella e gli altri ordini inferiori di chierici e i suoi cappellani, va alla cappella di San Lorenzo (...) Qui fatta orazione, (il Papa) riveste i paramenti sino alla dalmatica, quindi si reca ad adorare il Salvatore. Apre l'immagine, bacia i piedi del Salvatore dicendo tre volte: Surrexit Dominus de sepulchro, a cui tutti rispondono: Qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia. Baciato il Salvatore, si reca al trono e dà la pace all'arcidiacono, il quale dopo di lui ha baciato il piede dell'immagine, dicendogli: Surrexit Dominus vere; questi risponde: Et apparuit Simoni. Il secondo diacono, baciati i piedi del Salvatore, si accosta a ricevere la pace dal Sommo Pontefice e dall'arcidiacono e si pone in fila. Gli altri Cardinali fanno egualmente (...) In tanto la schola canta: Crucifixum in carne e Ego sum alpha et omega. Terminata la pace il pontefice indossa la pianeta bianca, il pallio e la mitra solenne" e in processione si va a Santa Maria Maggiore per la Messa pontificale.

Col trasporto della sede papale ad Avignone, la funzione del "Resurrexit" dinanzi all' "Acheropita" decadde e quando i papi tornarono a Roma, la stazione di Pasqua venne trasferita nella Basilica di San Pietro.

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