L'ingresso di Cristo in Gerusalemme - la Domenica delle Palme

Sicuramente non era la prima volta che il nostro Signore Gesu' Cristo entrava in Gerusalemme quel giorno. Almeno da tre anni il Signore si recava a Gerusalemme per passare la Pasqua, ma vi si era sempre recato come individuo e senza attirare l'attenzione. 

Monastero Dionisiou, Monte Athos. Affresco della festa.

Questa volta invece aveva voluto compiere qualcosa di totalmente diverso: aveva voluto entrare in citta' gloriosamente, manifestando la sua divinita' e il suo essere il compimento della Legge e dei Profeti. Essere riconosciuto come Dio. Ecco giunge l'ora per il Figlio dell'Uomo d'esser glorificato (Giovanni 12:23). Indubbiamente vi erano molti simpatizzanti per Gesu' Cristo, in molti vedevano in lui il Maestro, altri speravano guidasse una rivolta armata contro i romani, le folle si ricordavano dei suoi miracoli. In Cristo si sommavano tutti gli attributi di cio' che il popolo aspettava essere il suo prossimo Messia: un capo carismatico, dotato del favore divino, un predicatore eccellente, un dottore della legge, con chiari segni d'esser mandato dal Cielo. E ovviamente il Signore, il Dio Incarnato, possedeva tutti questi attributi. A differenza pero' del capo militare che gli ebrei aspettavano, Cristo manifesto' la sua gloria senza esercito, senza trombe squillanti e a dorso di un asino, animale non nobile. La gente si ricordava di lui: il giorno precedente aveva risuscitato il suo amico Lazzaro. Tutti lo riconobbero e lo glorificarono, ma non erano pronti per Lui. La stessa folla che lo osanno' quel mattino, grido' di crocefiggerlo pochi giorni a seguire. Appendiamo le nostre palme oggi alla nostra iconostasi domestica, ricordandoci Chi deve governare le nostre vite: il Re della Gloria, il Signore Dio, e non gli idoli temporanei di questo mondo caduco. Sia Cristo il Re della nostra famiglia, il Re della nostra vita, il Signore sul quale e per il quale ponderiamo ogni nostra scelta. Il Signore Dio conosceva il proprio futuro, ma lo serbo' nel proprio cuore fino al momento opportuno. Il Signore glorioso si apprestava al proprio sacrificio per la redenzione del mondo, e attende da noi un animo capace di gridare ancora: "osanna a Dio negli eccelsi" riconoscendo la sua presenza nella nostra vita e accettandola. Come bambini, siamo figli suoi nella Chiesa: uniamoci dunque coi rami di palma spirituali, che nelle antiche icone erano attributo dei martiri, ed emuliamo i fanciulli che, corsi attorno a Cristo, lo omaggiavano e formavano un corteo festoso che lo precedeva: aspettiamo il Signore risorto e glorioso alla Parusia, all'Apocalisse, come se ogni giorno fosse il primo e l'ultimo giorno utile per il nostro servizio alla comunita' e al Signore. Attendiamo con fiducia e speranza, qualsiasi giorno sia, il suo ritorno sulla Terra, quando verra' a giudicare i vivi e i morti col fuoco. 

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