Gli Ottoni la fallita restaurazione dell'Impero d'Occidente (Storia della Chiesa)

L'Impero Romano d'Occidente cadde nel 476 d.C. e da quella data fino al XVI secolo, le varie autorità occidentali tentarono sempre di ricostruirlo, in una entusiasmante quanto anacronistica e sentimentale renovatio imperii, e vi riuscirono parzialmente solo nel X secolo. Gli equilibri politici, sociali, etnici e culturali erano mutati sensibilmente. Non potevamo dire certo che l'Impero Germanico fosse davvero "latino" o "romano" nel senso classico del termine, ma per la prima volta nella storia, con la dinastia degli Ottoni, possiamo dire che vi fu un momento nel quale parve aver ricostruito davvero l'Impero d'Occidente, a causa dei tre fattori fondamentali per la definizione vecchio stampo di Imperium, tre fattori che si ritrovarono ad essere proprio in quel frangente storico: ortodossia di fede, sinfonia dei poteri, mutuo riconoscimento nei due emisferi

Sappiamo bene come le lotte religiose del secolo precedente, in special modo l'iconoclasmo prima e la questione bulgara poi, avessero lasciato profonde cicatrici, ma finalmente erano state ricucite, e l'Europa viveva un tranquillo e sereno momento di pax sacra. Anche se il filioque cuoceva a fuoco basso, il santo papa Leone III aveva bloccato la cosa e il martire e pontefice Giovanni VIII aveva non solo riabilitato san Fozio, ma anch'egli si era opposto ufficialmente all'eresia pneumatica. Per questo, nonostante l'instabilità' dei pontefici durante il X secolo, e le lotte intestine alla società dell'Urbe, a Costantinopoli i papi non erano più considerati perniciosi avversari come nel passato. Fra X e XI secolo la giovane chiesa imperiale tedesca tentò, in vari modi, di somigliare alla Chiesa di Costantinopoli: questo esperimento culturale viene chiamato Reichkirke, ossia "chiesa imperiale". Ovviamente, due fattori andavano contro gli Imperatori tedeschi di allora: il primo, il più evidente, è che Roma era molto lontana da Aquisgrana o da qualsivoglia capitale imperiale, limitando così l'influenza reale dei principi, e, non meno importante, la Chiesa tedesca non aveva la stessa antichità della Chiesa imperiale in Costantinopoli. Per terzo, a Costantinopoli l'Imperatore e il Patriarca vivevano nella medesima città: fra Aquisgrana e Roma vi erano almeno sei mesi di viaggio a piedi. Per questo, il modo in cui fu approntata la Reichkirke fu piuttosto una sorta di colonizzazione a Roma da parte dei tedeschi, che una vera e propria influenza reale. Le sorti della Reichkirke dipendevano unicamente da quanto il papa del momento era influenzabile o politicamente devoto all'Impero Germanico.


Incoronazione di Ottone III

L'elemento fondante della società ortodossa è sempre stata la Sinfonia dei Poteri, ovvero un equilibrio e bilanciamento fra il ruolo monarchico e quello della Chiesa, i quali sono parte dello stesso corpo e non sono in conflitto o separati. Il re è un unto di Dio, fa parte del clero, ma non è sottomesso al patriarca, che viene scelto da lui. I vescovi ricevono la conferma dal trono e, d'altro canto, il clero svolge una serie di compiti anche amministrativi e giudiziari. Questo modello, presente da sempre a Costantinopoli, fu applicato con successo anche in Occidente nel Sacro Romano Impero dal X al XI secolo, durante la dinastia degli Ottoni. Papa Leone VIII (+965) nei suoi Decreti dichiara che l'investitura del pontefice spetta all'Imperatore d'Occidente. Nel 963 papa Leone VIII aveva rilasciato un documento nel quale si confermava la decisione di Papa Adriano I, colui che concesse il titolo di patrizio a Carlo Magno, decisione che confermava l'impegno del Re d'Italia (quindi, l'Imperatore in questo caso) nel conferimento dei regalia papali. L'Imperatore viene nominato Patrizio di Roma e Re d'Italia, di fatto rendendolo un  membro del Senato Romano (che continuò ad esistere fino alla Breccia di Porta Pia). In particolare, il giovane Ottone III, sotto la guida sapiente di papa Silvestro II (+1003), cominciava a costruire una corte imperiale a Roma e a implementare rituali civili in stile bizantino anche in Occidente. Se un tempo Roma aveva guardato a Costantinopoli e ne era perfino stata protetta da un contingente militare, il famoso Esarcato, adesso si è creato un nuovo equilibrio con la potenza occidentale [1]. La potenza e l'abilità di Ottone I lo coronarono di due inaspettati doni dall'Oriente: Ottone I fu riconosciuto Imperatore da Costantinopoli, e la principessa Teofania figlia di Giovanni Tzimiskes sposò suo figlio Ottone II a Roma con solenne cerimonia. Inoltre, riuscì a strappare un padrinato a Giovanni Filagathos, introdotto a corte da Teofania, il quale fece da padrino al battesimo di Ottone III. Giovanni Filagathos divenne ministro imperiale delle finanze e infine prese su di sé il dolce giogo del papato diventando papa Giovanni XVI. L'influenza bizantina e una sorta di sinfonia fra Oriente e Occidente offuscarono per un po' il papismo di stampo carolingio che si era diffuso nel IX secolo. Nel 991 morì l'imperatrice Teofania, e Ottone III divenne imperatore sotto la reggenza della nonna. Ottone III fu un personaggio molto particolare: visse sul colle Palatino come un Augusto di mille anni prima, e dopo molti secoli concesse nuovamente i titoli di console e senatore ad alcuni aristocratici romani. Purtroppo, la decadenza del Papato sembra non fermarsi nemmeno sotto l'impulso degli Ottoni, almeno fino all'anno mille. Inoltre, le autonomie delle province francesi, della Spagna, della stessa Italia, erano ormai troppo radicate e potenti per essere surclassate. L'Impero formalmente auspicava una riconquista dell'Occidente, all'atto pratico non mosse mai alcun esercito per l'occupazione dei suddetti territori. L'Italia è un discorso a parte in quanto fu inglobata nel SRI già dalle conquiste di Carlo Magno contro i Longobardi. Un breve istante di indipendenza fu caldeggiato da Arduino di Ivrea nel 1002 quando fu proclamato re d'Italia dai vassalli ribelli del nord  a Pavia, nella basilica di san Michele, ma dopo aver perso nella battaglia di Valsugana l'Italia tornò sotto l'egida germanica.

La stessa corte imperiale fu riformata e il cerimoniale cortese fu riscritto. Silvestro II, al secolo Gerberto d'Aurillac, un figlio di guardiani di maiali diventato monaco e poi papa studiando a Cluny, è l'esempio più illustre dei figli del cenobio francese. Uniti da una genuina fede non papista, e ancorata alla tradizione, il giovanissimo Ottone III e Silvestro II cooperarono nel rispetto più aulico, favorendo la pace in Europa. I re convertiti dei popoli slavi come Stefano d'Ungheria e Boleslao di Polonia furono incoronati quali "sovrani dei loro popoli" in una sorta di affiliazione fra monarchie, nelle quali l'Impero era la più alta: in perfetto stile bizantino, Ottone riconosceva i monarchi dei territori fuori dal suo impero, gemellandoli all'Impero stesso. Le ambizioni di Ottone III, che voleva una "rinascenza" culturale e religiosa impregnata di spirito cesaropapista, lo condussero alla morte. I romani, ormai abituati ai privilegi che il patriarcato aveva ottenuto in epoca carolingia, nonché alla sovranità cittadina che avevano sempre custodito, assaltarono il giovane imperatore, il quale perì ad appena ventitré anni, nel gennaio dell'anno 1002, quando i cittadini di Roma presero Ottone e il papa Silvestro, li condussero fuori dalla città e assassinarono l'Imperatore. Ottone III avrebbe potuto rivoluzionare l'Europa in senso pienamente "romano" se la principessa Zoe di Costantinopoli, che era appena sbarcata in Italia per sposarlo, fosse riuscita a diventare imperatrice d'Europa. Il papa se la cavò, morendo comunque un anno dopo nel maggio 1003. L'idea politica che in Oriente aveva trovato la sua realizzazione pratica, ossia un Impero dove il regnante governava sui cittadini, e il patriarca sulle loro anime, morì con Ottone III. I germanici, tuttavia, non si diedero per vinti: Roma era un tassello imprescindibile per l'imperialismo dell'Impero Germanico. Nel 1009 il papa Giovanni XVIII, di sangue romano, fu deposto e il ruolo fu usurpato da Sergio IV, di sangue germanico. Come atto di supremazia teologica, Sergio IV inviò agli altri patriarchi una lettera nella quale si dichiarava filoquista, e la Comunione fra le cinque sedi si ruppe nuovamente come nel 865. Corrado II l'Imperatore scese in Italia e depose il papa, e la comunione col resto del mondo cristiano fu ripristinata, ancora per pochi decenni. Ma ormai il danno era fatto. Nel 1014 alla Messa di Natale era stato cantato il Filioque a Roma per la prima volta nella storia. Il declino del papato, le speranze di un nuovo Impero Romano d'Occidente e la caduta nell'eresia conclusero quella rinascita che pareva ingranare in ottime mani. Sarebbe presto nata l'Europa dei Regni nazionali, delle crociate, l'Europa dell'Umanesimo.

----------------------------------------------------------------------------
 NOTE E FONTI

1) Nelson, “Kingship and Empire”, The Cambridge History of Medieval Political Thought, c. 350 – c. 1450, Cambridge University Press, 1991, p. 245.

Commenti