I numeri nella Bibbia e il loro significato (S. Eucherio di Lione)

Sant'Eucherio vescovo di Lione (+449) è stato un mistico e una guida ortodossa ai tempi dei grandi conflitti cristologici, e nella sua opera Formule dell'Intelligenza Spirituale tratta, oltre ai Nomi della Bibbia, anche uno studio dei numeri e dei loro sensi allegorici, figurati o simbolici, che presentiamo oggi in questo articolo.

Dopo esserci occupati dei nomi, trattiamo infine brevemente dei numeri, poiché si conoscono molti casi di calcolo mistico inerente le cose sacre.

Uno – Questo numero riconduce all’unità divina; nel Pentateuco: Ascolta, Israele: il Signore, Iddio tuo, è l’unico Dio (Dt 6,4). E l’Apostolo: Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo (Ef 4, 5). E l’arca di Noè, che rappresenta la Chiesa, misura un cubito [per quanto concerne le finestre] (Gn 6, 16), perché la quiete eterna si compie nella contemplazione dell’unico Dio.

Due – Si riferisce ai due Testamenti della Legge divina; nei Re: E nel Santuario fece due cherubini di legno d’ulivo, alti dieci cubiti ciascuno (3Re 6, 23). Due sono anche i precetti della carità, l’amore verso Dio e quello verso il prossimo. Due nel campo, due alla macina, due a letto (Lc 17,34) si legge nel santo Vangelo.

Tre – La Trinità; nella lettera di Giovanni: Tre danno testimonianza in cielo, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tre danno testimonianza in terra, lo spirito, l’acqua e il sangue (1Gv 5,7). E nel Genesi: Tre tralci (Gn 40, 10).

Quattro – I quattro Vangeli; in Ezechiele: E nel mezzo apparve la figura di quattro viventi (Ez 1, 5); come anche i quattro fiumi del Paradiso (Gn 2, 10). Il nome del Tetragrammaton si scrive con quattro lettere ebraiche. La croce si espande in quattro raggi, come dice Abacuc: I raggi stanno nelle sue mani (Abc 3,4).

Cinque -1 cinque libri di Mosè, i cinque portici (Gv 5, 2), i cinque pani (Gv 6, 9), le cinque piaghe (Gv 20, 35) nel corpo del Signore. L’Apostolo: In chiesa preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza (1Cor 14, 19).

Sei – Il sesto giorno [della Creazione] in cui il Signore fece l’uomo e tutti gli animali terrestri; nel Genesi: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza (Gn 1,26). E poco oltre: E si fece sera e mattina, il sesto giorno (ibid. 31). Il numero sei racchiude la perfezione: perciò si racconta che Dio portò a compimento il mondo in sei giorni, e ai cinque [i libri di Mosè] si aggiunse l’uno, cosicché la legge è completata grazie al Vangelo. Sei sono le età del mondo: cinque già trascorsero, e la sesta va da Giovanni Battista e dall’incarnazione di Cristo fino alla fine del mondo; perciò Dio creò nel sesto giorno l’uomo a sua immagine, così come in questa sesta età si è mostrata, per mezzo del Vangelo e secondo l’immagine di chi ci ha creato, la riforma della nostra anima. Le sei età significano anche le sei idrie che il Signore comandò di riempire d’acqua, e in esse l’acqua fu mutata in vino (Gv 2, 6); in ciò dobbiamo intendere la manifestazione di Cristo secondo la Legge e i profeti, poiché questi sei tempi sono distinti e separati secondo una serie, quasi come vasi vuoti destinati ad essere riempiti dal Cristo. I tempi senz’altro sarebbero trascorsi vuotamente se in essi il Signore Gesù Cristo non avesse predicato: e dunque invece le idrie sono colme, cioè le profezie sono adempiute.

Sette – Nel settimo giorno, quando tutto fu compiuto, il Signore si riposò; nel Genesi: E il settimo giorno il Signore si riposò da tutte le opere compiute (Gn 2, 2). Questo numero, a motivo della sua composizione aritmetica, rappresenta per la natura umana la massima perfezione: esso infatti consta del primo pari e del primo dispari, cioè del primo numero divisibile e del primo indivisibile; perciò il giubileo, che rappresenta la pace perfetta, si compone di sette settimane. Da ciò anche i sette spiriti che stanno innanzi al trono di Dio (Ap 1, 4); e i sette pani con cui Cristo saziò quattromila persone (Mt 15, 34) significano la settiforme grazia dello Spirito Santo.

Otto – Il giorno della resurrezione del Signore; nel titolo del salmo: Alla fine sull’ottava (Sal 6, 1).

Nove – Il mistero dell’ora nona, in cui il Signore spirò; nel Vangelo: E verso l’ora nona Gesù gridò a gran voce (Mt 27,46). Sono anche nove i nomi delle pietre preziose, e nove le gerarchie angeliche.

Dieci – Il decalogo, cioè le dieci parole che furono scritte sulle due tavole; nel salmo: T’inneggerò sull’arpa decacorde (Sal 143, 9).

Undici – Gli apostoli; nel Vangelo: Gli undici discepoli andarono in Galilea (Mt 28, 16). Il numero undici, poiché supera il dieci per un’unità, può anche essere preso a significazione della trasgressione e del suo biasimo; per questo l’apostolo Pietro non permise che il numero degli apostoli rimanesse fermo a undici [dopo l’esclusione di Giuda Iscariota], ed elesse Mattia (At 1, 26), che divenne il dodicesimo della serie. Perciò la vecchia legge comanda di fare undici teli dipelo di capra (Es 26, 7), che significano gli atti di penitenza per purgarsi dai propri peccati. L’undicesima ora (Mt 20,6) è anche detta dai Pagani “età decrepita”.

Dodici – Gli apostoli; nel Vangelo: Questi sono i nomi dei dodici apostoli (Mt 10, 2). Questo numero indica anche la moltitudine di quanti giudicheranno tutto [assieme al Signore] (Mt 19, 28), poiché le due parti del settenario (il quale spesso è preso a significare il mondo), cioè il tre e il quattro, se moltiplicate l’una per l’altra compongono il dodici.

Quattordici – Il mistero delle generazioni del Signore; nel Vangelo: Da Abramo a Davide sono quattordici generazioni (Mt 1, 17).

Quindici – I quindici gradini del tempio di Salomone; in base a questo numero furono scritti i cosiddetti quindici salmi graduali, dal salmo Ad Dominum cum tribularer (119) fino al salmo Laudate nomen Domini (133).

Sedici – Il numero dei profeti.

Ventidue – Il mistero dei libri divini, secondo la Scrittura degli Ebrei.

Ventiquattro – Il mistero del numero degli anziani; nell’Apocalisse: E sui troni ventiquattro anziani (Ap 4, 4). Anche le ventiquattro classi in cui il re Davide divise i sacerdoti addetti al ministero del Tempio, estraendoli poi a sorte (1 Par, 24, 7 segg.).

Trenta – Il frutto dei coniugi fedeli [a Cristo]; nel Vangelo: E una parte fruttò cento volte, un’altra sessanta e un’altra trenta (Mt 13, 8) – questa si riferisce ai coniugi, le sessanta volte alle vedove e le cento volte alle vergini.

Trentatré – Il mistero degli anni in cui trascorse l’incarnazione di Cristo; ciò è adombrato dall’Apostolo, quando dice: Finché tutti insieme arriviamo all’unità della fede, alla piena conoscenza del figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo (Ef 4, 13).

Quaranta – Il mistero della Quaresima; nel Vangelo: E fu condotto dallo spirito nel deserto per quaranta giorni (Lc 4, 2). E la virtù del Decalogo è moltiplicata dai quattro libri del Vangelo: così compiamo i comandi del Decalogo se badiamo alla perfezione ai quattro santi libri del Vangelo; così, con la moderazione, le veglie, le orazioni e le altre cose che l’Apostolo ricorda come armi della giustizia (2Cor 6, 7), raggiungiamo i premi della vita immortale.

Quarantadue – Il numero delle tappe nel deserto, o delle generazioni succedutesi da Abramo fino al Signore Gesù Cristo (Mt, 1).

Quarantasei – Quarantasei anni sono occorsi per fabbricare il Tempio (Gv 2, 20), cioè per la sua riedificazione dopo Salomone, al tempo del ritorno degli Ebrei dopo l’esilio [babilonese]. Il numero di questi anni si confà molto armoniosamente alla perfezione del corpo del Signore.

Cinquanta – La Pentecoste; negli Atti degli Apostoli: Venuto dunque il giorno della Pentecoste (At2, 1).

Sessanta – Il frutto dovuto alle vedove e alle persone sobrie; nel Vangelo: E alcuni fruttarono sessanta volte (Mt 13,8).

Settantadue – Il numero degli anziani eletti da Mosè (Nm 11,24), o dei discepoli scelti dal Signore; nel Vangelo: Dopo questo, il Signore ne designò ancora altri settantadue e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città (Lc 10, 1).

Cento – Il frutto dei martiri e delle vergini; nel Vangelo: Altri fruttarono cento volte (Mt 13, 8). Questo numero significa la perfezione assoluta; perciò è detto degli eletti: Chiunque avrà lasciato casa, fratelli, sorelle — e tutto quel che segue – riceverà il centuplo e avrà in eredità la vita eterna (Mt 19,29). Cento indica anche la misura del tempo, come in Isaia: Chi morirà a cent’anni, morirà giovane, ecc. (Is 65, 20). È anche, nel Vangelo, la centesima pecora (Lc 15, 4) che Cristo pose sulle sue sacre braccia e riportò verso la patria celeste.

Mille – Il numero mille rappresenta la perfezione di tutti i numeri e il completamento di tutte le opere buone; così dice Pietro nella lettera: Una cosa, o carissimi, non dovete ignorare, ed è che un giorno davanti al Signore è come mille anni (2Pt 3, 8). Infatti nella cognizione di Dio il passato, il presente e il futuro sono tutti un solo presente, e ciò che nello scorrere del tempo a noi pare breve o lungo è per lui uguale.

Abbiamo esposto questi noti numeri sacri solo a titolo di esempio: ve ne sono invero molti altri, e tutti santi: le loro modalità le troverai tu stesso, considerando con attenzione il testo sacro.

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TRATTO DA

Sancti Evcherii Lvgdvnensis Formvlae spiritalis intellegentiae,  Patrologia Latina (qui in formato online)

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