Perché gli ortodossi venerano le reliquie

Per molti nella società moderna il culto delle reliquie è un tabù, specialmente per i protestanti. Si ha paura della morte e si nega la resurrezione dai morti. Le reliquie testimoniano la permanenza del corpo e della resurrezione e sono un segno tangibile dell'esistenza dei santi, dell'opera di santificazione dello Spirito Santo, e del lavoro instancabile della Chiesa nei secoli. Le reliquie sono la risposta alla domanda "come ci santifichiamo? come saranno i nostri corpi dopo la morte?" ed ecco che i corpi incorrotti dei santi sono segno e testimonianza del corpo glorioso del futuro, un corpo incorruttibile, indistruttibile, un corpo migliorato e spiritualizzato. E questo è solamente un ritorno alla vera natura umana, quella adamica, che verrà completamente restaurata alla fine dei tempi. Infatti, come leggiamo nella Genesi, quando Adamo, peccando, entrò nel regno della morte e della corruzione, perse anche l'immortalità (3:22-23). Con l'avvento del Cristo parzialmente già siamo stati introdotti nella nuova ed eterna Alleanza che prevede, appunto, la restaurazione dell'uomo e del cosmo. Questo ci viene costantemente ricordato nei servizi funerari ortodossi e nelle parastasi


Il corpo incorrotto di san Giovanni il Russo (+1730)

Fin dal tempo di Abramo le tombe dei profeti e dei patriarchi erano protette e onorate. Alla morte di sua moglie, il santo costruì un mausoleo per lei ove poteva esserne custodito il corpo e onorata (cfr. Genesi 23:1-20).  Già dall'Antica Alleanza Dio ha concesso ai suoi santi di operare miracoli tramite le reliquie, e i corpi dei beati addormentati. Celebre il caso di Eliseo narrato nel Quarto Libro dei Re: 

Eliseo morì; lo seppellirono. All'inizio dell'anno nuovo irruppero nel paese alcune bande di Moab.  Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L'uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi.[4Re 13:21]

Noi veneriamo dunque le reliquie dei santi non solo per questo profondo senso teologico, ma anche perché storicamente i corpi dei santi furono fin dal tempo degli apostoli una risorsa spirituale e fonte di guarigione, la benedizione dei santi scendeva copiosa sui fedeli... celebre l'esempio lasciato negli Atti degli Apostoli quando i lembi del mantello di Pietro guarivano dalle malattie coloro che li toccavano... così come era successo col mantello di Cristo prima di lui. 

La riflessione di Giobbe il Sofferente illustra la condizione dei santi, i cui corpi incorrotti ispirano tutti noi nel raggiungimento della santità: 

Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
 fossero impresse con stilo di ferro sul piombo,
per sempre s'incidessero sulla roccia!
Io lo so che il mio Vendicatore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta,
senza la mia carne, vedrò Dio.
 Io lo vedrò, io stesso,
e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Le mie viscere si consumano dentro di me. [Giobbe 19:23-27]

Che i santi ci benedicano con la loro intercessione e possiamo noi meritare con loro di vivere nella beatitudine eterna dopo il grande e tremendo Giudizio. 

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