San Sergio di Radonez - l'esicasmo e la vita monastica nel suo cenobio

Prima dell'azione di san Sergio di Radonez, i monasteri russi erano urbani o nelle immediate vicinanze di una grande città. San Sergio invece, come un novello san Benedetto, porta i monaci nelle foreste, nelle grotte, nel deserto russo, insegnando loro una vita di pace, tranquillità ed esicasmo, ispirato dai grandi Padri del passato. I suoi seguaci imparavano a vivere in semplicità, in un ritmo perfetto di lavoro e preghiera, guidati da un padre sapiente. 


Vasnetsov A.M., il monastero della Santa Trinità quando san Sergio era in vita

In particolar modo si può dire che il monastero della Santa Trinità fondato da san Sergio fosse un vero centro esicasta. La vita monastica russa era nata circa trecento anni prima dall'esperienza di sant'Antonio delle Grotte di Kiev, un monaco russo athonita che, ritornato in patria, aveva portato la forma più severa di ascetismo e l'aveva standardizzata per la nascente Chiesa locale. San Sergio non aveva fatto altro che ripercorrere lo stesso principio, adattandolo dall'esperienza dei Padri del Deserto. Il monastero fu fondato personalmente da san Sergio adottando il Tipico Sabaita-Gerosolimitano del XIII secolo, con la benedizione del patriarca di Costantinopoli Filoteo, allievo di Palamas [1]. 

Il ciclo liturgia-lavoro era ben designato, con una preminenza del culto e della vita spirituale rispetto a quella dell'opera manuale, destinata perlopiù ai lavori agricoli per il mantenimento delle derrate alimentari. Inoltre, al Mattutino, si praticava la "rivelazione dei pensieri", una sorta di confessione al padre spirituale, durante le Odi del Mattutino, riguardo i pensieri notturni e i dubbi che nascevano nel cuore dei monaci [2]. I priori del monastero ogni notte, dopo Compieta, controllavano lo stato delle celle e si assicuravano che a tutti non mancasse nulla, ma che si osservasse anche la pulizia e il silenzio. I resoconti del monastero parlano di monaci che, allegri, completavano le loro prostrazioni e i loro canoni personali, per poi dedicarsi alla lettura dei Padri. [3] San Sergio preferiva una vita austera e semplice, con molti digiuni e la sua stessa regola fu poi ammorbidita perché i suoi discepoli non potevano reggere il suo ritmo. Inoltre, dalla Vita di san Sergio scritta dal suo allievo Epifanio il Saggio, si evince che i monaci erano tenuti a leggere quotidianamente l'Acatisto alla Madre di Dio nelle proprie celle, e fu in una di queste occasioni che san Sergio ebbe la visione della Deipara. Come sappiamo anche da altre tradizioni esicaste, l'Acatisto alla Madre di Dio è considerato una via propedeutica alla preghiera del Cuore. Il movimento monastico ispirato da san Sergio fu tale che durante la sua vita i suoi discepoli fondarono centocinquanta monasteri in tutto il Nord della Russia, con migliaia di monaci ispirati dalla sua regola. 

Analizzando la Vita di san Sergio e la sua Regola, notiamo come non può esserci vero monachesimo senza l'umiltà di vita, ma nemmeno senza i servizi divini che devono essere  regolari. L'esicasmo e la preghiera del Cuore completano infatti, e non sostituiscono, un regime liturgico completo e non possono essere disgiunti dal digiuno e dallo studio dei Padri. 

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FONTI E NOTE

1) Papadakis & Meyendorff, The Christian East and the Rise of the Papacy, p.342.

2) Sergius Bolshakoff, Russian Mystics, p.13.

3)  Saint Herman of Alaska Brotherhood, The Northern Thebaid, pp.21-22

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