Il Battesimo di Cristo nel Giordano nella visione ortodossa

 La festa della Teofania (6/19 gennaio) è una delle Grandi Solennità dell'anno liturgico nella quale si sommano diversi temi  riguardanti l'escatologia e anche la visione stessa dell'Universo e dei rapporti fra uomo e cosmo. Il primo stico del Grande Vespro già parla della grande verità che ci viene proposta:

Vedendo il Precursore la luce, / Colui che illumina ogni uomo, / a battezzarsi, gioisce nello spirito ma trema con la mano / e indicandolo ai popoli esulta: ecco Colui che redime Israele / e ci libera dalla corruzione. O Cristo Dio, senza peccato, gloria a Te

Questo stico viene ripetuto due volte, perché contiene in sé sia la descrizione dell'evento storico sia il suo senso salvifico. Se comprendiamo questo inno, comprendiamo la festa. Giovanni Battista comprende che Cristo è la Luce vera, e passa il testimone al Signore Gesù Cristo, il quale è il vero e unico Dio, il Dio dei Padri che gli ebrei aspettavano (ma non hanno riconosciuto), venuto a redimerci dal peso del peccato adamico, dalla "corruzione" per usare le parole del testo. Il Cristo viene e ci restaura nella possibilità di ottenere la vita eterna, di poter vivere per sempre oltre i lembi della carne corruttibile. La Teofania è dunque la manifestazione pubblica dell'evento nascosto e ineffabile della Natività, e difatti le due feste possono dirsi anche l'inizio e la fine del "ciclo del Natale". Fa da eco a questo stico anche il componimento previsto per l'Ingresso, cantato col gloria:

Hai chinato il capo davanti al Battista / e hai spezzato le teste dei draghi; / ti sei seduto fra i flutti e hai illuminato l'universo / affinché esso in te glorifichi, o Salvatore / l'illuminazione delle nostre anime

Al ciclo delle Letture previsto appare anche, cosa insolita per il rito bizantino, un Vangelo vesperale che narra della predicazione del Battista Giovanni (Luca 3:1-18).  Tuttavia la commemorazione ufficiale del Precursore avviene il 7 gennaio, la festa propriamente detta di s. Giovanni Battista. Al mattutino della Teofania oltre ai tropari dedicati alla festa e a san Giovanni il Precursore, troviamo anche un bellissimo quanto breve irmo all'Ode V del Canone del Mattutino, la quale espone un'altra cosa interessante: 

Lavàti per la purificazione dello Spirito / dal veleno del torbido e tenebroso nemico, / approdiamo ad un nuovo cammino sicuro / che conduce alla letizia ineffabile, / resa nota a coloro che con Dio si riconciliano. 

Questo passaggio è fondamentale per comprendere come nella visione ortodossa il Cosmo, l'Universo, è partecipe dell'opera magnifica della redenzione di Cristo, che abbraccia non solo l'umanità ma tutte le cose create. La benedizione delle Acque, che entra quindi in questo ciclo liturgico come dimostrazione della potenza vivificante del Signore, è un rito che testimonia non solo - come dicono i nemici della Fede - una "ricostruzione dell'evento", ma è portatrice della realtà spirituale della rigenerazione della natura e dell'umanità tramite la benedizione dei sacramenti. L'Acqua Santa della Teofania è un mezzo potente di esorcismo e liberazione, le acque di tutto il mondo - fiumi, laghi, mari - vengono benedette per aiutare la natura della Terra a rigenerarsi attingendo dalla Fonte della Vita, il Cristo stesso. Anche noi, nutrendoci dell'Acqua Santa, riceviamo in noi questa azione di grazie dello Spirito Santo, che purifica l'anima e il corpo, così come dice il Canone del Mattutino, per prepararci alla rivelazione più grande che segue nell'anno liturgico: il sacrificio di Cristo e la santa Resurrezione. 

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