Il Simbolismo Occulto del "presepe" del Vaticano nel 2020

 E' passata qualche settimana dal Natale cattolico-romano e abbiamo trovato, girovagando per l'internet, questo interessante articolo contenente una analisi dei simboli utilizzati per la composizione di quell'orrido presepe in piazza san Pietro. Vi presentiamo una traduzione libera del testo

Il giorno 11 dicembre 2020 il Vaticano ha svelato il presepe in piazza san Pietro a Roma. Non appena il velo è stato divelto, la gente ha potuto vedere un orrendo presepe in stile brutalista formato da piloni figuranti la natività, l'Angelo Gabriele e un boia (sì, proprio uno di quelli che uccide la gente condannata a morte). 


Sebbene il neon alle spalle dovrebbe formare - idealmente - le montagne vicine a Betlemme, pare piuttosto un fulmine che si abbatte sulla Natività. Un astronauta e un boia sono anch'essi presenti come coppia curiosa a questa Natività. 


Il Vaticano ha espresso che questo presepe "sia un segno di pace e di fede per tutto il mondo, visto anche il drammatico dilagare della epidemia COVID-19". Eppure questo presepe non dà ne speranza ne fede, tant'è che tutti quelli che l'hanno visto lo hanno subito anche odiato. Pare proprio che il Vaticano si sia messo d'impegno per creare qualcosa di orribile affinché venisse odiato il Bambin Gesù - i satanisti non avrebbero potuto far meglio.

La bruttezza come arma

Questo obbrobrio è chiamato "Natività Monumentale" ed è un progetto che va dal 1965 al 1975, composto dagli studenti della Scuola di Arte FA Grue di Castelli, in Abruzzo. L'intento era di valorizzare le ceramiche abruzzesi producendo arte moderna ispirata alla storia cristiana. << L'opera >> originale contiene 50 pezzi, ma ne sono stati selezionati solo alcuni dal Vaticano, e fra i più brutti bisogna dire, come il boia spaziale con l'elmo cornuto. Il critico d'arte Andrea Conci ebbe a dire a suo tempo che questo soggetto era "un incubo o una genialata". 

Dimenticate il volto gentile della Madonna, la luminosa incarnazione del Verbo, la paterna affabilità di san Giuseppe, la devozione dei semplici pastorelli... per la prima volta, il Vaticano ha eretto un bruttissimo totem anni 60 fra le colonne del Bernini. Nella scelta di questo presepe si intravede l'ideologia di Bergoglio: modernismo a tutti i costi, la rottura totale con la tradizione. I volti paurosi di questi pilastri ci ricordano le maschere da guerra dei Sanniti, antichi abruzzesi, i quali credevano in un pantheon tribale e magico, non molto lontano dalla Pachamama recentemente entrata in san Pietro. La Natività di Castelli è un prodotto antiquato e generato da una precisa scuola ideologica (anticristiana, ovviamente). Inoltre, il fatto di essersi ispirati alla scultura egizia e all'arte antico-orientale testimonia anche la nuova teologia occidentale la quale non ritiene la Bibbia una ispirazione divina, ma un adattamento delle culture pagane al mondo giudaico. 

Oltre ad essere visivamente brutto, questo presepe fa male anche all'anima. Innanzi tutto, è quanto meno anti-spirituale. Chi mai pregherebbe davanti a questo coso? Semplicemente è impossibile. Inoltre, a guardar bene, i simboli qui usati sono del tutto anti-cristiani, e vediamo come mai.

Anti-Natività

Solitamente il centro dei presepi è Gesù Bambino, qui invece abbiamo un totem con una testa, molto amorfa, che sembra più un troncone che un neonato. 



L'Angelo Gabriele - o almeno quello è l'intento di rappresentarlo - è il centro vero della scena, il quale è molto più alto e imponente del Cristo Bambino, ed ha - al posto di Cristo - una grande aureola dorata, ed ha un corpo spinoso che, figurativamente brutto a parte, è anche ispirato al Djed egizio. Qui sotto, proponiamo un djed dedicato alla dea Hathor come paragone con "l'angelo" Gabriele di questo 2020.  


Il Djed era un oggetto sacro dell'Antico Egitto molto comune che veniva eretto per tutte le divinità nei giorni delle loro feste e adorato in pubblica piazza. La forma a spina vertebrale è di solito associata al dio Osiris e al suo ciclo di morte-rinascita, e probabilmente ha anche una valenza esoterica, e la forma fallica richiama gli attributi di potenza e fertilità: per questo veniva spesso e la cerimonia dell'elevazione di un Djed era un elemento importante della ritualità egizia. 

La cerimonia più importante del Djed di Osiride era un inno alla vittoria di Osiris su Seth e testimoniava la sua resurrezione dal mondo degli inferi. Il faraone stesso presenziava all'evento insieme coi sacerdoti del tempio nel giorno in cui iniziavano i lavori agricoli e dava inizio ad una festa di 17 giorni con riti per la fertilità e il buon augurio per il monarca, che sperava così di consolidare il suo potere tramite il favore divino. Che il Vaticano abbia utilizzato la simbologia egizia è molto, molto evidente: manco a farlo apposta, dietro al presepe svetta l'obelisco egizio mutato lì nel 1586 (anche se l'obelisco in sé è a Roma dal tempo di Caligola). L'obelisco - simbolo fallico e di Osiride - si staglia verso la cupola della chiesa, la cupola essendo simbolo di maternità (e quindi di Iside). Lo stesso principio magico si ritrova in molti altri monumenti del mondo, come per esempio a Washington D.C. 


L'obelisco e il Campidoglio di Washington D.C. 



Nella magia egizia l'unione dei principi Maschile e Femminile genera la Stella Figlio (Horus), nel significato di potente energia magica. Nella simbologia egizia infatti la stella Sirio (molto importante nel mondo religioso egizio) è indicata con la triade di obelisco, "cupola" (simbolo della vòlta celeste) e stella.  E voi direte: il Vaticano ha una cupola e un obelisco... ma la stella? Basta guardare meglio.



La stella a otto punte è parte della decorazione del colonnato, e si diparte dall'obelisco centrale. La stella a otto punte è uno dei simboli di Ishtar, l'antica dèa della fertilità e della guerra presso le popolazioni sumere. Quest'anno, curiosamente, una stella a otto punte è stata messa sull'albero di Natale in piazza san Pietro. 


A proposito di cose spaziali, quest'anno nel presepe è presente un astronauta, e solo Dio sa perché ce l'hanno messo. Si nota come sull'elmetto ci sia un'altra stella a otto punte (la scusa è il casco) e il tizio tiene in mano qualcosa, che sembra però anche dargli vita. Consideando che l'opera è stata fatta negli anni 70 potrebbe essere un omaggio all'allunaggio del 1969. Ma perché il Vaticano lo avrebbe scelto per il 2020 e proprio vicino a Gesù Cristo? 



In modo ancora più strano, vicino al Bambin Gesù c'è un BOIA. Notate il segno del teschio sulla fronte. 


Nell'antichità il boia uccideva i condannati a morte secondo la legge. A volte vestivano maschere macabre per intimorire i condannati. Porre una figura bizzarra come questa vicino al Cristo nascente è davvero inquietante anche perché il Cristo è colui che ha vinto la morte. Secondo  Religion News Service questo omino manifesta la volontà del Vaticano di opporsi alla pena di morte. Beh, sono quasi sicuro che il Vaticano è anche contro la droga... perché non mettere dunque uno spacciatore di metamfetamine vicino al Bambino? Hanno messo in una scena della Natività letteralmente la figura della Morte. L'antitesi della Vita. 

Conclusioni

Questo Presepe rappresenta davvero il 2020: figure sole e lontane - che seguono il distanziamento sociale - senza alcuna interazione, che stanno bene vicino al pc e al tablet. Rappresentano bene questo anno avvelenato dall'elite mondiale che vuole annichilire la vita con la sua agenda tossica. Pare che il Vaticano pure sia caduto vittima di questa ideologia mortifera. Sebbene creata decadi fa, questo presepe è stato scelto per il 2020 proprio per essere usato come convettore di una specifica energia spirituale. Ecco un altro esempio di come i nemici del mondo vogliono desacralizzare le masse. 





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