Lettera del patriarca ecumenico Fozio al patriarca Valperto di Aquileia

 Durante la crisi del IX secolo che vide le sedi di Roma e Costantinopoli in uno stato di brutale antagonismo, è interessante leggere questa missiva di san Fozio di Costantinopoli (+891) inviata al patriarca Valperto di Aquileia (+899) con il titolo di "arcivescovo di Aquileia, il giglio di Venezia", secondo quanto riporta l'incipit del testo. Si tratta della Lettera 291. Dopo la parentesi felice di Giovanni VIII, papa di Roma contrario al Filioque, alla sua morte si riaccese la controversia e questa lettera ne è la prova. Lo stile della lettera è ridondante, di fine prosa arcaizzante, tuttavia ironica sebbene alquanto traboccante  di elogi  tipici dell'arte epistolare ecclesiastica e nobiliare. Ma soprattutto, tratta di temi spinosi come il Filioque e i rapporti fra i patriarcati, diventando così un utile strumento di comprensione dogmatica e anche storica. Il testo è una traduzione dal testo di Photii Epistulae et Amphilochia / Ed. B. Laourdas e LG Westerink. Lipsia, 1985. Vol. 3. P. 138-152. 

In foto, il trono patriarcale di Aquileia dell'XI secolo, ora parte del Museo di Cividale del Friuli. 

IO FOZIO, PER GRAZIA DI DIO PATRIARCA ECUMENICO DELLA NUOVA ROMA, AL MIO FRATELLO AMATISSIMO IL PATRIARCA DI AQUILEIA E BEATISSIMO ARCIVESCOVO DEL GIGLIO DI VENEZIA

In primo luogo, voglio lodare la tua sapienza e la tua amicizia spirituale che hai con Dio, immensa e alta, ben al di sopra della maggioranza degli uomini; difatti ci siamo subito resi conto come sei sapiente e ammaestrato nelle cose di Dio dal tuo apocrisario [1], il quale ha tanti capelli bianchi quanta intelligenza, tante virtù quanto umiltà, acutezza di pensiero e capacità di giudizio. Un tale uomo dotato di carismi spirituali e grazia divina non poteva che essere stato ordinato alle cose sacre che da un uomo con pari, se non più alta levatura. Dopotutto, il tuo messaggero è palese che fu addestrato nella dottrina e nella conoscenza della teologia da te, che rifulgi fra i vescovi di Dio per conoscenza e grazia, poteva essere ben diverso visto che una immagine del prototipo non sempre mantiene intatta la sua forma. Ma ringraziamo piuttosto Iddio Onnipotente, il Creatore Filantropo, per tutto questo. 

Abbiamo una grande opinione di te, reverendo fratello, e ci rallegriamo dei tuoi doni spirituali e dei tuoi meriti, e vogliamo sbarazzarci subito di una infame e gravosa questione che giunse alle nostre orecchie - snervandoci lo spirito se non financo il corpo - come una malattia. Ci è stato riportato che taluni, in Occidente - e non riesco a dirlo se non con parole brutte - non prestano minima attenzione agli insegnamenti dei Padri e ai dogmi divinamente ispirati dai Padri universali, o ne ignorano il significato, e - oso dirlo - affermano questi Occidentali ignoranti che il Santissimo e Vivificante Spirito procede non solo dal Padre Eterno, ma anche dal Figlio, e questo con grave mancanza rispetto alla vera sacra Scrittura e alla stessa espressione del Signore [2], e poiché non ritrattano la loro mancanza, ma anzi sono tronfi di orgoglio, sappiamo benissimo di quale bestemmia questi si siano macchiati con impudenza. Questi [occidentali] perdono non solo la benedizione divina, ma anche lo stesso Spirito Divino poiché gli mancano di rispetto e Lo offendono umiliandolo sotto una doppia processione dal Figlio, e deridono senza ritegno la monarchia del Padre. 

Non è forse oltremodo scandaloso e una vera bestemmia l'andare contro le parole dello stesso Salvatore, ed elevarsi al di sopra di tutte le cattedre disperse in tutto l'universo, le quali proclamano invece la retta dottrina? Perché - e tacerò sui loro predecessori - i santi vescovi di Roma Leone primo e ultimo [3] erano in accordo con i santi Padri e con le istituzioni degli Apostoli, mentre i loro successori no? Come non ricordare che Leone il Grande fu di grande aiuto nel Quarto Concilio Ecumenico e accolse il messaggio mandatogli dai santi padri orientali, e distrusse così Nestorio ed Eutiche, confermando col suo Tomo che lo Spirito Santo procede solo dal Padre? Allo stesso modo l'ultimo pontefice Leone, imitando il suo predecessore, l'emulò nello zelo verso la vera dottrina e non v'era differenza di linguaggio fra noi [greci] e voi [latini] e difatti non permise che il linguaggio barbaro usato per tradurre i dogmi fosse alterato rispetto all'originale greco col quale era stato formulato [4]. E non solo si limitò a proclamare dalla cattedra la vera fede, ma contro ogni ignoranza e persecuzione della verità, fece incidere su scudi di bronzo il Credo dei Padri affinché fosse affisso alle porte della basilica del beatissimo Pietro apostolo [5].  In questo modo i perversi non potettero più affermare che il Figlio godeva della processione in modo eguale al Padre, E non solo questa coppia di uomini santi con lo stesso nome difese la vera fede, ma una schiera innumerevole di santi - troppi da contare! - furono sempre contro l'empietà, tant'è che l'Occidente non può invidiare ai greci la santità. 

Quindi, se la Chiesa Romana come dice di essere fosse d'accordo davvero con i dogmi ortodossi e con la Scrittura, la quale dice "le porte dell'inferno non prevarranno sulla Chiesa", da dove nasce questa bestemmia contro lo Spirito Santo? Quello che accade è davvero degno d'esser lamentato con gemiti e lacrime, e dobbiamo sanare la Chiesa da questo malanno prima che tutto il gregge si ritrovi ammalato. Poiché sei un uomo di santa dottrina, accendi anche tu la lampada della fede e sii anche tu un guardiano per Israele (cfr. ezechiele 3:17), con il tuo episcopato retto guida gli uomini verso la salvezza, allontanali dall'errore e riconducili alla fede professata sempre e in ogni luogo. Uscite dall'errore della doppia processione del Padre e del Figlio, tornate nell'ovile luminoso e splendente dell'Ortodossia, abbandonate le tenebre dell'errore. 

Vedrete come cadranno coloro che insegnano la doppia processione dello Spirito, si ritroveranno con due principi e la monarchia del Padre scomparirà. Quelli che dichiarano questo poi insegneranno che ci sono ragioni, due essenze. Come si può dire questo, se la processione dal Padre è perfetta, a cosa è dovuta una seconda processione? è un controsenso. Questi osano dunque insegnare una imperfezione della Trinità. In secondo luogo, pare che lo Spirito Santo così dia valore di perfezione a due imperfetti. E si può anche dire che, in questo modo, lo Spirito Santo è imperfetto in quanto necessita di due principii per originarsi. Si potrebbe chiamare lo Spirito un cugino del Figlio, ma poiché gli eretici hanno paura di proferire tali parole, preferiscono il vezzo linguistico della doppia processione. Come possono sopportare tutto questo i devoti cristiani come te? ribellatevi prima che sia troppo tardi e diveniate tutti dei bestemmiatori. 

Se seguiamo il ragionamento perverso, essi dicono che dal Padre nasce il Figlio dal quale procede subito dopo lo Spirito Santo. E quindi si annulla la generazione del Verbo e la processione dello Spirito, rendendoli uno figlio dell'altro. O qual bestemmia!

Ho anche sentito che questi [filoquisti] osano infangare il nome del beatissimo apostolo Paolo utilizzando le sue parole per salvare la loro orrenda bestemmia. Infatti usano le parole del maestro: E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! [Galati 4:6] ma coloro che credono che questa frase aiuti la loro eresia sono confusi dalla loro ignoranza. Noi non li rimproveriamo per quello che insegna Paolo, ma perché lo pervertono. Quell'uomo eccelso dice che lo Spirito del Figlio è mandato dal Padre perché in nessun modo lo Spirito può essere contro al Figlio, o negarlo, o essergli in qualche modo nemico e hanno entrambi, Figlio e Spirito, convergenza (συννεύσεως) con l'Uno, il Padre Celeste, dal quale uno nasce, l'altro procede. Molte altre volte lo Spirito ha aggettivi che si addicono a Dio in quanto tale (spirito di saggezza, di temperanza, di forza, e così via). Se a cagione di questa attitudine vogliono indicare una doppia processione, è evidente la loro mancanza di dottrina. 

Ancora, la loro bestemmia genera problemi ben più gravi. Se, come dicono, lo Spirito procede prima dal Padre e poi dopo la genesi del Figlio anche da quest'ultimo - alla fine, le azioni temporali della Trinità sono insondabili - si avranno due spiriti anziché uno: uno Spirito dal Padre, uno Spirito dal Figlio, in due momenti diversi. [...] E ancora osano usare le parole del Salvatore: il Padre prenderà del mio e ve lo darà (cfr. Giovanni 16:14). Ma in questo caso, il Signore intendeva che non proviene da sè - "da me" - ma dal Padre - "dal Mio", inteso come dalla sorgente di ogni cosa, il Padre Celeste, il quale col Figlio è unito e tutt'uno come insegna Giovanni nell'Evangelo. Ma visto che questi ignoranti preferiscono rimanere nelle tenebre, non imparano né da noi né da altri. Infatti è palese che "prendere" sia diverso da "procedere" perché una cosa è diversa quando una ipostasi attinge da un'altra e quando ne procede da essa (τό προς ούσίωσίν τε καί ύπόστασιν έκπορεύεσθαι). Per questo, questi dimostrano perfino una ignoranza grammaticale. 

Inoltre, questi bestemmiatori asseriscono che Ambrogio, Agostino e Girolamo, nei loro scritti, hanno descritto la doppia processione. Ma anche se fosse vero, perché limitare la dottrina a pochi nomi, quando centinaia di Padri hanno insegnato l'opposto? chi è nella verità, pochi nomi o la moltitudine dei Padri? Perché insultare Agostino, Ambrogio e i loro compagni? Innanzi tutto, non possono dimostrare che costoro abbiano davvero scritto tali parole [6]. In secondo luogo, anche se le avessero dette, perché offendere il Maestro dei maestri e pretendere che due o tre persone siano più importanti della Scrittura? Eppure adducono la scusa che questi dottori, essendo i loro Padri, meritano completa adesione. Invero, questi assomigliano a Cam che derise il proprio padre e non a Sem e Iafet che, per proteggere il padre dallo scerno, lo rivestirono. Così infatti preferiscono mettere a nudo gli errori dei loro maestri invece che seppellire l'errore. Dopotutto, nelle circostanze della vita, quegli uomini benedetti hanno potuto errare e sbagliare, in quanto uomini. Uno magari cercando di combattere una eresia, l'altro per compiacere gli ascoltatori, un terzo per chissà quale motivo... Se qualcuno volesse trascrivere tutti gli errori singoli che si trovano fra i Padri, non gli basterebbe una vita intera. Ma se si esamina il vissuto comune degli insegnamenti dei nostri sacri Padri, noteremo nell'economia un pensiero comune e una forma pura di dogma condivisa da tutti, e spesso gli erronei si sono lasciati correggere. Infatti, noi non eliminiamo dalla gloria e dalla memoria coloro che, splendidi per virtù e santità di vita, hanno sbagliato in qualche loro affermazione, così come Ireneo di Lione, Metodio di Patara, o il grande Dionigi di Alessandria, che per esempio insegnò per un periodo dottrine ariane... non priviamo degli onori questi grandi Padri, ma trascuriamo i loro errori e lasciamo parlare solo la loro retta dottrina. 

Cercate un modo di conoscere la dottrina universale? Leggete i decreti dei venerabili Concili Ecumenici, i detti dei Padri universali, l'innumerevole schiera dei teofori romani dai quali i vostri avi appresero la vera e retta fede. Mi sovviene alla mente non solo il grande Leone, ma il recente papa Adriano, il quale rispose in lettera a mio zio che egli professava la fede della mono-processione dello Spirito dal Padre, e non dal Figlio [7]. Eppure, questi "camiti" osano calunniare la numerosa lista di santi occidentali asserendo che il Filioque è stato sempre professato. Dovrebbero stare attenti a non subire l'ira e la maledizione dei loro Padri latini! 

Io prego il Signore Dio Gesù Cristo che sia misericordioso con loro, con quanti sono volontariamente usciti dalla legislazione del suo regno perfetto, e li riconcili con tutti nella pietà e nella devozione. Spero anche che questo malanno non diventi come un cibo che nutre una bestia, e si diffonda ulteriormente ma anzi, che il Signore ponga fine a questo sopruso. Spero anche che coloro che combattono questa ingiustizia siano perennemente sotto la protezione del Signore, della sua Santissima Madre, degli Angeli santi e di tutti i beati. Amen. 

Come promemoria per la nostra amicizia e stima nel Signore, ti ho inviato insieme con questa epistola anche un reliquiario ornato contenente delle particole della Santa e Venerabile Croce. 

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NOTE E COMMENTI

1) L'apocrisario è il rappresentante di un patriarca presso un'altra sede patriarcale. 

2) San Fozio ci ricorda che il Cristo disse: "vi mando lo Spirito che viene dal Padre" (Giovanni 15:26) e quindi il Filioque contraddice la santa Scrittura. 

3) Intende san Leone I papa e Leone III, il quale fu anti-filoquista. Qualche riga dopo, si cita il Tomo a Flaviano di Leone I. 

4) San Fozio qui cita il concilio di Francoforte alla fine del VIII secolo quando Carlo Magno e alcuni suoi vescovi, dopo una cattiva traduzione in lingua franca dei decreti del VII Concilio Ecumenico, decisero di non accettare la venerazione delle icone. Tuttavia Leone III, ovviamente ortodosso, ricusò il conciliabolo eretico di Carlo Magno e difese la liceità del culto delle immagini. 

5) Ancora oggi sulle porte di san Pietro è inciso il Credo senza Filioque, in latino e greco, così come voluto dal papa Leone III. 

6)  I romano-cattolici citano i seguenti passi: Ambrosius. De Spiritu Sancto I 11.120 // PL 16, 762D1-763A1; Augustinus. De Trinitate II 4.7; Hieronymus. Interpretatio libri Didymi de Spiritu Sancto, 36 // PL 23.134A5–10. Tuttavia, come già dimostrato in questo blog per altri autori, i cattolici hanno modificato i testi e inserito il filioque a posteriori (esempi qui e qui). Nulla vieta che anche questi autori siano stati manomessi nel tempo. 

7) Papa Adriano,  I Epistula ad Tarasium // PL 96,1235A8–11

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