Nella Confessione il ruolo primario è di Dio

 A causa di una serie di latinizzazioni degli ultimi secoli, gli ortodossi di oggi tendono generalmente a puntare la propria esperienza nel sacramento della Confessione o sul prete o su se stessi. Nel primo caso, si avverte una esagerata tendenza ad ascoltare il confessore per cercare qualsiasi appiglio ai suoi consigli e al suo intervento per trovare una scappatoia al canone, oppure, al contrario, al lassismo del prete, che verrà poi giudicato perché non ha confessato "secondo i libri". Nella seconda ipotesi, il confessato mette su di se tutta l'azione sacramentale, rifiutandosi di ascoltare il confessore, pretendendo di assolversi da sé oppure di non necessitare affatto della mediazione del sacerdozio, come i protestanti. Tanti pensano che la confessione sia emozionarsi, piangere, disperarsi, e poi prendere la formula assolutiva. Ma la confessione e il pentimento non sono solo una questione emotiva. In realtà, dobbiamo tornare ad una comprensione pneumatica del sacramento. Nel rituale antico della confessione, fra le varie esortazioni che il sacerdote rivolgeva al confessando, vi era una frase importante, centrale, purtroppo oggi quasi sempre omessa: io sono il testimone di Dio che accoglie la tua confessione, affinché tu riceva il perdono del Cristo. Ci rivolgiamo al Cristo, il Verbo, con le nostre parole. La confessione diventa occasione di dialogo fra noi e il Signore Dio.  Il ruolo principale nel sacramento è l'azione purificante di Cristo che, come Medico, riceve e ascolta il penitente e dirige il cuore del confessore nel dialogo con la persona che è dinnanzi all'icona del Redentore. Nei secoli scorsi il confessore sedeva su un tronetto sotto l'icona del Cristo, quella grande dell'iconostasi, in modo che le parole "sono davanti alle porte del tuo tempio e i pensieri malvagi non mi abbandonano" della preghiera eucaristica diventassero una realtà visibile, non una frase di convenienza. 


Foto da Doxologia.ro

Quando prepariamo noi stessi alla confessione - siamo noi un sacerdote o un penitente - dobbiamo non solo fare l'esame di coscienza (alcuni addirittura scrivono i peccati su un foglio e lo presentano al sacerdote), ma prepararsi con il proprio spirito all'incontro con Dio che assolve e cambia la nostra vita. Ogni confessione è come una pioggia che lava la nostra anima e ci permette di restaurare la nostra immagine spirituale. Il ruolo del sacerdote alla confessione è quello di introdurre il penitente alla Presenza Divina che salva, nutre, consola, istruisce, e anche educa. Come in tutti i Misteri e i Sacramenti della Chiesa, lo Spirito Santo scende e sanifica.  

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