Omelia per la Candelora (S. Sofronio di Gerusalemme)

 Il santo Sofronio vescovo di Gerusalemme (+638) è stato una insigne figura ascetica del VII secolo per l'area gerosolimitana, pastore attento e predicatore di prim'ordine. Offriamo una traduzione della sua Omelia per la festa della Presentazione al Tempio di Cristo. 


Presentazione di Cristo al Tempio, miniatura dal Menologio di Basilio (XI secolo)

Ecco come le nostre candele accese diventano un segno del divino splendore venuto ad annullare le tenebre del male, e a irradiare di luce l'universo intero con lo splendore della Luce Eterna. Queste candele ci mostrano come luminose dovrebbero essere le nostre anime quando ci rechiamo ad incontrare Cristo. 

La Madre di Dio, la sempre-vergine Maria, ha avuto fra le braccia la Luce Vera,  e l'ha portata a coloro che vivevano ancora nell'oscurità. Anche noi dobbiamo illuminare gli altri e riflettere la luce di Colui al quale oggi andiamo a rendere omaggio. La Luce si palesò in un mondo oscurato dalle tenebre del peccato; L'Aurora dagli Eccelsi discese su di noi affinché potessero vedere coloro che vivevano nella tenebra. Questa è la nostra festa, e con questa processione riveliamo, tramite le nostre candele accese, lo splendore del quale siamo illuminati e la gloria ventura per mano di Dio. Coraggio, andiamo ad incontrare il Signore! 

Ecco che viene la luce vera, quella che santifica ogni uomo che viene al mondo. Coraggio fratelli, uniamoci a questa luce, affinché brilliamo per mezzo di questa, andiamo a condividere il suo splendore e a farne parte, affinché nessuno di noi rimanga nelle tenebre. Coraggio! splendiamo anche noi e raggiungiamo Colui che, eternamente splendente, si palesò al giusto Simeone. 

Cantiamo dunque un inno di lode e di ringraziamento e come Simeone gioiamo del Padre della Luce, il quale inviò la vera Luce su di noi per annientare le tenebre e poter vivere nel Suo splendore. Tramite gli occhi di Simeone vediamo anche noi la Salvezza del mondo intero, inviata per tutte le nazioni, rivelata nella gloria della Nuova Israele, la quale siamo noi stessi, la Chiesa. Così come Simeone fu liberato dalle catene della vita presente quando vide il Cristo, così anche noi siamo liberati dai lacci del peccato. 

Abbracciamo dunque anche noi il nostro Dio, il Cristo, con la forza della fede, la Salvezza del Padre che venne da Betlemme. Una volta fummo Gentili, ma adesso siamo credenti e popolo di Dio. I nostri occhi hanno visto il Dio incarnato, e poiché adesso è presente fra di noi e lo abbiamo ricevuto nelle nostre braccia spirituali, siamo diventati noi Israele. Non dimentichiamo mai la sua Presenza, e celebriamo degnamente questa ricorrenza. 

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FONTE

S. Sofronio di Gerusalemme, Omelia III per la Presentazione, 6/7, PG 87,3 - 3291-3293. 

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