Perché i saggi pagani sono raffigurati nelle icone ortodosse?

 I cicli iconografici maggiori spesso hanno anche personaggi di contorno che possono sembrarci dubbi. Oltre a figure mitologiche come i cinocefali (dei quali si parla in questo articolo) o animali fantastici, troviamo sovente anche i poeti dell'Ellade classica, oppure Virgilio il romano, la Sibilla o altri personaggi non cristiani ma fondamentali per la cultura mediterranea antica. I più diffusi sono Sofocle, Plutarco, Platone e Aristotele. Vediamo di capire perché molti di questi antichi saggi sono raffigurati nei cicli cristiani. 


Icona della Sibilla di Apollo e l'Imperatore romano Augusto 

La Sibilla  e Virgilio il poeta romano

Nell'icona di sopra è raffigurato, nello stile russo del XVII secolo, l'incontro profetico fra Augusto e la Sibilla, famosamente trascritto da Svetonio: 

Il Cesare Augusto tiene nascoste con diligenza le tavole d'oro sulle quali sono incisi i libri sibillini, nel tempio di Apollo. Dai versi delle Sibille si comprende la nascita del nuovo Re, nato da una vergine per la salvezza del mondo. Le sibille comandarono di costruire un altare sul Campidoglio da intitolare al Figlio Primogenito del Dio Onnipotente. [cit. da Baronio, "Atti della Chiesa", su Niceforo, libro I cap. 17]

Le Sibille erano profetesse diffuse nel mondo italico e greco, devote del dio Apollo, consultate dai re e dai potenti del mondo così come dai semplici per ogni occasione della vita, dietro compenso. Il Poeta Virgilio, spesso pure presente nell'icona della Sibilla, conferma questa profezia aggiungendo nelle sue Ecloghe (parte delle Bucoliche) anche queste parole: 

Ultima Cumaei venit iam carminis aetas; Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo. Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna, iam nova progenies caelo demittitur alto.

Così tradotto il verso dal IV libro delle Bucoliche, IV Ecloga: 

Già l'ultima età del carme Cumano giunge,
un grande ordine di secoli comincia da capo;
già anche la Vergine ritorna, i regni di Saturno ritornano;
già una nuova progenie scende dall'alto dei cieli

Gli antichi Padri videro in questi versi del poeta latino un inno profetico alla nascita del Cristo, e per questo Virgilio fa parte di quelle icone inusuali, solitamente incastonato come microscopica presenza nelle scene dei grandi mosaici o affreschi della Natività. 


Icona del poeta Virgilio nel Cremlino di Mosca. 

I Filosofi: Platone, Aristotele, Plutarco, Sofocle 

L'influenza culturale e religiosa di Platone sul mondo antico è incalcolabile. Le sue dottrine sono state la base del ragionamento filosofico fino ai giorni nostri e le scuole di pensiero medievali pescavano a piene mani dalla sua sintassi e dalla sua terminologia per spiegare i dogmi cristiani. In particolare i Cappadoci come san Basilio il Grande, Giovanni il Crisostomo e Gregorio di Nissa hanno utilizzato certe formule platoniche per delineare alcuni concetti teologici, come del resto farà più tardi anche san Massimo il Confessore. In particolare a Platone viene riconosciuto il merito di aver "scoperto" il Dio Unico e il concetto di Trinità (già presente in Protagora) in un mondo politeista e di essere quindi, se vogliamo, un "profeta" fra i Gentili. Tuttavia, il "platonismo" e il "neo-platonismo" (come Plotino, per esempio) sarà anatemizzato insieme con gli insegnamenti di Origene negli Atti del V Concilio Ecumenico (553 d.C.) questo perché era in atto un revival pagano a causa di una eccessiva accondiscendenza con le formule platoniche classiche. Questo perché Platone insegnava, erroneamente, la metempsicosi (reincarnazione). Origene aveva fatto propria questa idea insegnando nel suo libro In Principio, per esempio, che un'anima cattiva si reincarnava in un mendicante mentre un'anima buona in una persona degna. Questa idea è stata anatemizzata dalla Chiesa. 

Aristotele invece è considerato come il filosofo che meglio ha espresso la presenza di una ragione e di un intelletto datoci da Dio, e quindi come padre del "pensiero analitico", specialmente nella dialettica e nella retorica. Aristotele era visto dai cristiani come il padre di Platone e quindi, indirettamente, come maestro del Dio Unico, in quanto ha sviluppato il concetto di Monade, tanto caro ai Padri Orientali. 

Plutarco fu un sacerdote di Apollo e magistrato dell'antica Grecia, famoso per le sue Opere Morali nelle quali delinea il buon comportamento dell'individuo e della società, e per questo è considerato (come Confucio in Cina), un uomo virtuoso e un modello di buon cittadino, e gli antichi Padri lo resero parte del "gruppo dei giusti" per via della sua idea di moralità che si avvicina assai a quella cristiana e in un certo qual modo si può dire che la anticipa. 



Sofocle il Drammaturgo viene invece ricordato dai Padri per essere stato colui che ha sondato l'anima umana nel profondo dei sentimenti, con l'analisi del Male e della vittoria del Bene sull'individuo che, nonostante il male dell'esistenza, continua nella sua opera. I personaggi di Sofocle sono eroi buoni, che lottano contro un mondo crudele, destinati alla sofferenza della carne ma alla gloria eterna a causa delle loro fatiche: in questo, i personaggi si Sofocle ispirano alla lotta spirituale. Sofocle inoltre porta nel mondo il concetto di "giustizia dialogica", riparativa, un nuovo modo di vedere i rapporti fra divino e umano, non solo di punizione, ma anche di dialogo. Nel Creonte, per esempio, Sofocle dimostra come la hybris (la tracotanza) porta alla distruzione della propria vita, e nell'Edipo Re che la conoscenza porta alla salvezza.
Non c'è nulla di male nel dipingere gli antichi filosofi, specialmente nelle biblioteche o nei refettori dei monasteri, giacché furono cercatori del divino ancora immanifesto e le loro opere furono incluse nella formazione classica del clero fin dai primi secoli. Nel suo Consigli ai Giovani, san Basilio dimostra che la sapienza pre-cristiana, epurata degli elementi nocivi e illuminata dal cristianesimo, è utile alla formazione intellettuale, morale e spirituale dell'individuo. Raramente i filosofi e i saggi pre-cristiani sono dipinti con l'aureola o il nimbo, perché non furono benedetti dalla grazia del battesimo e non vissero da cristiani; più frequentemente sono circondati da una aureola blu o scura, a simboleggiare la loro sapienza e l'inclusione nella Catabasi di Cristo. 


Affresco della cattedrale della Natività ad Arbanasi (Bulgaria), affreschi del XVI secolo raffigurante la Sibilla, Platone, Aristotele e Galileo.

L'idea cristiana di ascesi come ricongiungimento col Divino, l'ascesa tramite la contemplazione e l'unione con Dio, trova la sua traccia nell'insegnamento di questi antichi filosofi che, pur pagani, abbandonarono gli idoli per cercare la Verità che, non essendosi ancora incarnata, non poteva essere da loro conosciuta. Ma la Chiesa li riconosce come profeti involontari, come uomini che hanno atteso Dio, e sono fra coloro che furono liberati dall'Ade durante la catabasi di Cristo. 

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