La famiglia come regno

 Nella visione ortodossa del matrimonio, l'immagine profetica dell'uomo e della donna incoronati al rituale in chiesa corrisponde anche al senso spirituale dell'esistenza della coppia. La famiglia ortodossa diventa icona del Regno e prefigura l'impero dell'umanità purificata dopo il grande Giudizio Universale. In questo senso, uomo e donna sono chiamati "re e regina della Creazione", guardiani del cosmo e aiutanti di Dio nell'armoniosa gestione dell'universo. Questo era il progetto originale per Adamo ed Eva, come si evince dalla Genesi. A questo chiama la Chiesa Ortodossa tutti gli uomini e le donne di buona volontà che, unendosi nel sacro vincolo del matrimonio, entrano nella scuola dell'amore, dove si impara ad amare non più solo se stessi, ma anche il "prossimo" che diventa parte di noi. Per questo san Paolo paragona l'unione mistica degli sposi con quella di Cristo e la Chiesa. Così come non si possono scindere Cristo e la Chiesa da lui fondata, così non si può dividere un uomo e una donna che hanno scelto di amarsi e di accettare la benedizione divina: e saranno una sola carne. Insieme con questo dono viene anche la responsabilità: andate e riempite la terra. Più che un comando, suona come un augurio. L'amore degli sposi che non può rimanere confinato in se stesso e trabocca, allargandosi anche ai figli, non solo prodotto genetico dei corpi, ma manifestazione della volontà di generare, di essere padroni - in senso buono - della Terra donataci da Dio. 



I Santi Padri vanno ancora più avanti e dicono che non solo il corpo è unito, ma anche lo spirito. Gli sposi divengono una sola essenza. L'unione coniugale non distrugge tuttavia i caratteri e le differenze, così come è nel rapporto fra le persone della Trinità, che sono unite ma non confuse. Una delle preghiere dell'ufficio del matrimonio espleta in modo elegante e semplice questo concetto: 

Dio santo, tu che hai formato l'uomo dalla polvere, e da una sua costola hai creato la donna unendola a lui come un aiuto che gli fosse simile, perché piacque alla tua maestà che l'uomo non si trovasse solo sulla terra, tu stesso, Sovrano, stendi anche ora la tua mano dall'alto della tua santa dimora e unisci tu stesso il tuo servo (nome) e la tua serva (nome), poiché sei tu che unisci la donna all'uomo. Uniscili in concordia, incoronali in una sola carne, concedi frutto al loro grembo, che possano gioire di una buona prole. Poiché tua è la sovranità, e tuo è il regno e la potenza e la gloria, del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

San Giovanni il Crisostomo dice che quando l'uomo e la donna si uniscono, fisicamente non si può vedere l'unione e la fusione delle anime, ma questo avviene in Dio in modo spirituale. Per questo gli sposi, al termine del rito, gustano il vino da una coppa comune, e non da due coppe distinte... nella tradizione popolare poi, si aggiungono altri segni esteriori per manifestare l'unione mistica della coppia, per esempio è diffusa l'usanza (specialmente in Ucraina e in Russia) di unire e legare le mani degli sposi con un nastro colorato. 

La coppia sposata ha la possibilità concreta di ereditare il Regno di Dio, di diventare re e regina e di regnare non solo nella vita presente ma, vincendo dolori, tribolazioni e peccati, di regnare con Dio nel mondo che verrà. 

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