Il nostro talento

 Il carisma individuale di una persona viene spesso chiamato anche talento, ma l'origine della parola è particolare. I talenti erano una unità di misurazione monetaria, dei soldi, nel periodo in cui Gesù Cristo compiva il suo ministero. In particolare, ne parla nel Vangelo (cfr. Matteo 25:14-30) con una parabola sulla fine dei tempi. Verrà Iddio come un Re, e chiederà a ciascuno di rendere conto di come ha speso la sua vita. Ed è qui che il Signore usa una immagine molto potente, quella di alcuni uomini che mettono a frutto i loro soldi, li fanno moltiplicare, e poi uno di loro che invece per paura del Re, sotterra il suo soldino e lo rende "così com'è". E il re si adira con lui perché non l'ha messo a frutto.

Nella nostra vita tutti abbiamo un talento, sappiamo fare qualcosa. Chi sa cantare, chi sa scrivere, chi ha il dono della pedagogia, chi ha il dono della fortezza, chi il talento per gli affari commerciali, chi impara in fretta una lingua straniera, e così via. E Dio ci chiede semplicemente di far fruttificare questo nostro carisma connaturato alla nostra persona. Alla fine dei tempi, al Giudizio, ci verrà chiesto come abbiamo reso migliore il mondo e la vita dei nostri prossimi, quale servizio abbiamo compiuto per gli altri: perché vuole essere grande fra voi, sia il servo di tutti (Marco 10:44). Così ha detto il Signore. Anche in un altro passaggio della Scrittura, si dimostra che Dio non ama le persone tiepide, insipide, che non danno valore alla propria vita e che non costruiscono nulla per sé e per gli altri: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca…(cfr. Apocalisse 3,115-16. 19-20).


Monastero dell'Annunciazione, Putna (Romania)

Ecco perché il nostro carattere, il nostro carisma è fondamentale nella nostra vita. Sopprimere la nostra personalità è spiritualmente pericoloso. Ma poiché la nostra identità è spesso oscurata dal peccato e dalla caduta adamitica che ha colpito tutta la Creazione, occorre discernimento e cura spirituale della nostra vita affinché i nostri talenti non siano sprecati, ma neanche ci conducano all'orgoglio e alla depravazione. Possiamo e anzi, dobbiamo glorificare Dio con la nostra vita. E' importante, fin da ragazzi, conoscersi e sapersi indirizzare verso un lavoro, verso un impegno che ci rende soddisfatti e che, al contempo, possiamo indirizzare verso Dio, per glorificarlo. Un uomo con talento sportivo può glorificare il Signore con la sua performance? Può dimostrare, coi suoi discorsi, che il Signore ha creato l'uomo con sapienza e ci ha donato un corpo perfetto, e lodarlo e rendergli gloria, pubblicamente o privatamente, essere consci del dono di Dio che si manifesta anche nella armonia del corpo e dello spirito. Un uomo ricco, con il suo impegno filantropico, per esempio, può contribuire alla giustizia divina nel mondo. Un insegnante, un poliziotto, un medico, un commesso... ognuno nel suo campo può fare la differenza con le virtù condivise da tutti: mansuetudine, pazienza, amore per gli altri, sopportazione. E, al contempo, rendere gloria a Dio istruendo i bambini, salvando dai pericoli gli altri, curando i malati, svolgendo un servizio agli altri. Ognuno di noi è chiamato alla santità in modo unico e irripetibile attraverso la nostra stessa vita. 

Una delle tentazioni del cristiano è l'accidia, il non volersi applicare. Il lasciare che le cose ci scivolino un po' addosso. Ebbene, non è così che dobbiamo vivere! Il cristianesimo è attività, non passività. Quotidianamente, il Signore ci chiama ad impegnarci, ed oggi come non mai abbiamo bisogno di essere attivi. Mettiamo a frutto i nostri talenti, ma non scordiamoci del nostro talento principale, del carisma che tutti, e dico proprio tutti noi ortodossi, abbiamo ricevuto col battesimo: la grazia dello Spirito Santo. Questo dono divino ci rende capaci di ottenere numerosi altri talenti: la pace interiore, la preghiera, l'amore, la vittoria sul peccato e sulla morte dell'anima. Ecco perché il servo infedele della parabola viene gettato nel fuoco del giudizio: non è stato capace di sviluppare il solo talento apparente che possedeva. Se lo avesse fatto fruttificare, avrebbe avuto molti altri doni, che sono questi dello Spirito Paraclito. 

Che il Signore Dio ci dia la forza per seguire i suoi comandamenti e mettere a frutto il nostro carisma spirituale. Amen. 

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