Come gli zar di Mosca passavano il Natale nel Medioevo

 Nel Medioevo russo, i principi delle varie città della Rus erano investiti dal potere sacrale della Chiesa, e avevano specifici obblighi sociali e religiosi. Prendiamo ad esempio la routine annuale del Gran Principe di Mosca descritta dall'articolo How Tzars celebrated Christmas in Medieval Moscow

Prima di tutto, la giornata iniziava molto presto alla Vigilia di Natale. Lo zar doveva passare per la "porta segreta" del palazzo reale di Mosca. Ora, occorre sapere che i nobili, e specialmente i re, avevano precisi obblighi sociali per le ricorrenze religiose più importanti, come per esempio fare l'elemosina ai poveri; questo comportava che folle di poveracci aspettassero dall'alba i principi fuori dalle loro magioni al fine di ricevere del cibo o altre forme di elemosina. Infatti possiamo dire che la "porta segreta" alle spalle del palazzo fosse tutt'altro che segreta. Solamente una malattia poteva evitare allo Zar di compiere questo dovere. Nelle prime ore dopo lo spuntare dell'alba, lo Zar - vestito in abiti modesti - distribuiva le elemosine ai suoi popolani. Lo Zar si muoveva per un tragitto ben delineato per le strade del centro urbano, preceduto da un servo con una alta lanterna e dalle guardie scelte di palazzo. 


Un disegno che ritrae il quartiere di Kitai-Gorod nel medioevo moscovita

L'itinerario principiava con la visita alla Corte della Prigione urbana (Большой тюремный двор) presso la quale lo Zar ascoltava le lamentele di ogni carcerato, e se lo riteneva opportuno, poteva scagionare un prigioniero trattenuto ingiustamente. Un banchetto nella corte della prigione seguiva alla visita regia, al quale i prigionieri potevano partecipare. Ogni detenuto riceveva 50 copechi. Lo zar si dirigeva poi verso Kitai-Gorod ("Chinatown" -letteralmente), il quartiere orientale della Mosca medievale, abitato dai mercanti delle regioni esotiche. Anche lì, ogni individuo che incontrava lo Zar riceveva un dono. Al termine della "camminata segreta" lo Zar tornava a palazzo, indossava gli abiti lussuosi e prendeva parte al rito delle Ore Regali celebrato nella chiesa del palazzo reale. Per l'occasione, lo zar indossava uno speciale mantello d'ermellino bianco. Terminate le Ore Regali e il pranzo digiunale, lo Zar era presente anche alla Veglia di Natale che si celebrava con la presenza del metropolita di Mosca alla cattedrale della Dormizione nel Cremlino. Solamente i boiardi e i nobili più influenti potevano sperare di partecipare insieme con lo zar attorno al suo trono. Un molieben speciale per la salute dello zar era poi celebrato dopo la Veglia. Il metropolita e lo zar si salutavano ufficialmente e poi lo zar rientrava a palazzo. Ma la notte di Natale è tutt'altro che di riposo.

Lo zar col suo entourage era tenuto ad ascoltare un concerto speciale di Canti natalizi (colinde), una performance del Coro Reale composto da 35 cantori scelti da tutta la Moscovia. Il coro era ospitato nella Camera Dorata del palazzo. Lo zar offriva a ciascun cantore due barattoli di prezioso miele rosso e oro per la fatica notturna, oltre ad una somma di denaro che poteva arrivare fino a dodici rubli per cantore, una somma tutt'altro che modesta per l'epoca. E, passata la festa notturna, lo zar poteva finalmente sperare di riposare.

Al mattino di Natale, le campane suonano a festa e il re con la famiglia si reca alla Cappella Dorata per salutare l'icona della festa. Durante il blagovest (annuncio liturgico), tutte le quaranta chiese di Mosca suonano le campane allo stesso momento, provocando una specie di terremoto sonoro. Il Re, durante il blagovest, siede sul suo trono nella sala Stolovaia, la più bella del Palazzo.


La Sala Stolovaia

L'alta nobiltà e i funzionari di palazzo sono presenti. Lo zar aspetta il Metropolita e il clero della cattedrale della Dormizione che arriva in processione per salutarlo: dinnanzi al metropolita entrano gli "Ostiari della Cattedrale", un preciso rango clericale specifico della cattedrale metropolitana, con croci e acqua santa; dopo i tropari festivi e il salmo 100 (in onore del Re), il metropolita e il gran principe si scambiano i saluti, dopodiché la processione - alla quale si unisce lo zar - giunge ai palazzi della Zarina. Compiuti i saluti a quell'ala del complesso, lo zar e la zarina si vestono di porpora per la liturgia festiva. 

Dopo la divina liturgia, il patriarca e la famiglia reale condividono un banchetto al palazzo reale insieme con la nobiltà e il clero. Ogni invitato al banchetto riceveva un dono personalizzato e 50 copechi. Conclusa la festa pubblica, lo zar dedicava il resto del giorno alla sua famiglia negli appartamenti privati. 

Al terzo giorno dal Natale, lo zar saliva in slitta riccamente ornata con tappeti persiani e si recava presso un monastero della regione (uno differente, a rotazione, per ogni anno) seguito da cento soldati scelti e da un paio di nobili di sua simpatia. Di ritorno dal monastero, al quale aveva portato doni - di solito oggetti religiosi, lo zar si fermava al cimitero di famiglia e onorava i suoi parenti defunti. Alla sera del terzo giorno di Natale, lo zar con la famiglia ospitava una festa negli "Appartamenti dello Svago" (Потешная палата), un'ala del complesso residenziale specificatamente costruita per ospitare avvenimenti lieti. Musicisti, giocolieri, intrattenitori erano invitati ad esibirsi per la famiglia reale, e financo compagnie teatrali si esibivano al suo interno. L'aria di festeggiamenti e banchetti terminava il 5 gennaio, quando lo zar tornava in chiesa per le Ore Regali della Teofania, concludendo il periodo festivo natalizio. 



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