Lo scopo della vita spirituale (s. Giovanni Cassiano)

 Pubblichiamo il capitolo VIII della Prima Conferenza di s. Giovanni Cassiano, abate (+435), sullo scopo della vita cristiana, molto utile per una riflessione mentre camminiamo in questo Avvento. 

Questo dev’essere il nostro principale impegno, questo l'orientamento continuo ed immutabile del cuore: stare incessantemente occupati di Dio e delle cose celesti. Tutto ciò che distoglie da questa meta, per grande che possa sembrare, è da stimarsi secondario e perfino spregevole e dannoso. Il Vangelo stesso ci invita a formarci una simile mentalità e a proporci un tal modo di vivere, quando mette a confronto Marta e Maria.

Marta attendeva ad un’occupazione santa, serviva infatti Gesù e i suoi discepoli; Maria invece, preoccupata esclusivamente della dottrina spirituale, stava ai piedi di Gesù, e li baciava, e li ungeva col profumo di una sincera confessione. Noi sappiamo che al Signore fu più gradito il gesto di Maria, perché essa aveva scelto la parte migliore, una parte che non le sarebbe stata mai tolta.

Marta, che s’affannava con devota premura nel suo lavoro di massaia, quando s’accorse di non poter sbrigare da sola tutte le faccende, domandò al Signore l’aiuto della sorella, e disse: « Non ti importa nulla che mia sorella mi lasci sola a lavorare? Esortala ad aiutarmi ». Non era certo un’opera spregevole quella a cui Marta chiamava la sorella; tuttavia si sentì rispondere: « Marta, Marta, ti preoccupi e ti affanni per troppe cose: poche cose son necessarie, anzi basta una sola. Maria ha scelto la parte migliore, e non le sarà mai tolta ».

Si vede da ciò che il Signore ripone il bene supremo nella sola « teoria », cioè nella divina contemplazione. Ne consegue che le altre virtù — per quanto utili e buone — sono da mettersi in secondo ordine, perché sono tutte da praticare in vista della sola contemplazione. Quando il Signore dice: « Tu ti preoccupi e t’affanni per troppe cose, ma poche cose son necessarie, anzi ne basta una sola », ci fa intendere che il sommo bene non sta nell’azione — anche se buona e ricca di frutti — ma sta nella contemplazione divina. Bastano poche cose, dice il Maestro Divino, per la beatitudine perfetta; e così parlando Egli intende additarci il primo grado della contemplazione, nella quale l’anima è intenta a meditare gli esempi di un piccolo numero di santi. Chi nella vita spirituale è ancora allo stadio dei proficienti, con l’aiuto della divina grazia, e attraverso questa contemplazione, si eleverà fino all’unica cosa necessaria di cui abbiamo parlato, cioè alla vista di Dio solo. Emulando allora gli esempi e i mirabili inviti dei santi, l’anima avrà per unico alimento la conoscenza di Dio e il gusto della sua bellezza. È vero dunque che Maria ha scelto la parte migliore, una parte che non potrà esserle tolta.

Ma queste parole vanno considerate più attentamente. Il Signore, dicendo che Maria ha scelto la parte migliore, non si pronuncia su Marta, e tanto meno la condanna; tuttavia mentre loda l’atteggiamento di Maria, dichiara che quello di Marta è meno bello. Quando poi aggiunge: « e quella parte non le sarà tolta », afferma implicitamente che a Marta potrà esser tolta la sua parte (un servizio di natura corporale non potrà infatti durare quanto l’uomo), ma l’occupazione di Maria, insegna esplicitamente il Signore, non avrà mai termine.


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