Storia e Simbolismo della Cintura e dell'Epigonatio sacerdotali

 Dopo aver conosciuto lo sviluppo e il simbolismo della stola (epitrachilio) sacerdotale, vediamo ora due elementi minori del vestiario ortodosso che, tuttavia, sono parte dell'abbigliamento liturgico. 

La Cintura (zonì) è un elemento così comune che è lapalissiano spiegare cosa sia. La cintura liturgica appare fin dall'inizio come un elemento secondario del paramento liturgico, e finché non ottenne una certa estetica più raffinata, non viene menzionata in termini simbolici dai commentatori liturgici medievali dei primi secoli. La prima menzione come parato liturgico è nel Commento alla Divina Liturgia di san Germano, patriarca di Costantinopoli (+730) che la descrive così:

La cintura testimonia che il sacerdote si è rivestito della mortificazione della carne e della castità, avendo cinto i suoi fianchi con la virtù. [1].

L'epigonatio (ἐπιγονάτιον), chiamato anticamente encheirion, è un altro paramento di origine e adozione incerta, che alcuni studiosi ritengono un adattamento tardivo dell'abito imperiale noto come paludamentum, un mantello a mezzo che si indossava sopra l'antico pallium. Questi elementi erano riccamente ornati e spesso filati in oro e arricchiti con pietre preziose, ed erano un dono dell'imperatore per i suoi funzionari più dotati. Col tempo, una parte del paludamentum, il cosiddetto tablion, ovvero un estremo romboidale di stoffa rigida con decorazioni e oro, divenne parte della moda dei funzionari bizantini dal V al XI secolo, ed era un privilegio riservato ai ministeri imperiali. Questo tablion ha la forma che tuttora noi utilizziamo per formare l'epigonatio. Secondo J.W. Legg, anche il paramento (solamente) russo chiamato nabedennik deriva dal medesimo orpello bizantino, il quale viene dato oggi come forma di onorificenza sacerdotale. E' probabile che l'epigonatio fosse appannaggio episcopale e che solo in seguito sia stato esteso al sacerdote. Infatti, nel mondo occidentale, esisteva il sub-cinctorium, un elemento decorativo tipico solo del Papa di Roma, che lo indossava alle Messe Solenni fino alla riforma liturgica del secolo scorso. Poiché questo elemento è vestito anche dal Patriarca Latino di Lisbona, è ragionevole credere che fosse diffuso in generale fra i vescovi, poi perduto durante l'accentramento di potere papale nel secolo XI. Il sub-cinctorium (chiamato anche proecinctorium) compare fra i paramenti episcopali nel Messale Ylliricum del 1030 per la prima volta, ma è menzionato anche nel Sacramentarium del X secolo attualmente conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi (f. lat. 12052). Nella tradizione liturgica armena, l'epigonatio (gonker) è vestito solo dal Patriarca. Questo potrebbe confermare che era un attributo delle sedi patriarcali, o quantomeno dell'alto episcopato. Secondo Warren Woodfin, l'epigonatio ottenne la sua forma attuale nel XII secolo. Secondo quest'ultimo, il ruolo principale era quello di contenere il documento d'ordinazione del sacerdote o del vescovo, certificandolo quindi come ufficiale imperiale e validamente ordinato. Dopo tutto, confermare la propria validità è fondamentale, specialmente in viaggio o durante i Sinodi. 

Al giorno d'oggi, l'epigonatio viene conferito a chi ha la benedizione al confessorato o chi ha compiuto una particolare opera per la Chiesa, o come riconoscimento di un dottorato in teologia. 



In foto, una cintura e un epigonatio 

Le preghiere di vestizione rispettivamente per l'epigonatio e la cintura sono:

 Cingi la tua spada al tuo fianco, o potente, con il tuo decoro e bellezza, e avanza e trionfa e regna con verità emitezza e giustizia; e ti guiderà mirabilmente la tua destra, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Benedetto Dio, che mi cinge di potenza e ha reso immacolata la mia via, ha formato i miei piedi come a un cervo e sulle altezze mi ha stabilito.

Per curiosità, mostriamo una foto di papa Giovanni XXIII che indossa un sub-cinctorium, che nei modelli tardi ricalca la forma del manipolo. 



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NOTE


Per le informazioni, vedasi J.W. Legg, Church Ornaments and their Civil Antecedents, 1917, Cambridge. Per chi volesse consultarlo (in inglese) esiste una versione digitalizzata. 

Woodfin, Warren T. The embodied icon: liturgical vestments and sacramental power in Byzantium. Oxford [Great Britain]: Oxford University, 2012. 

1) S. Germano di Costantinopoli, Historia Ecclesiastica, tradotto da Meyendorff nel 1985. Link all'edizione in inglese

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