Storia e simbolismo dell'epitrachilio sacerdotale

 Eccoci giunti a conoscere lo sviluppo del primo paramento squisitamente sacerdote, la stola, chiamato anche epitrachilio (ἐπιτραχήλιον), in una sorta di adattamento linguistico degli usi bizantini. Essa è il paramento che viene vestito per la celebrazione e svolgimento di qualsiasi servizio divino. La stola rappresenta il dolce giogo di Cristo e l'accettazione della missione sacerdotale da parte del presbitero. E' opinione comune ritenere che, all'origine, orarion diaconale ed epitrachilio sacerdotale fossero il medesimo ornamento, vestito in fogge differenti. In effetti, leggiamo come nell'antico rito d'ordinazione sacerdotale, il vescovo prendeva l'orarion del diacono e lo avvolgeva sulle spalle, facendolo scendere sul petto, in questo modo creando un epitrachilio [1]. La stola ortodossa è decorata con sei croci frontali, in memoria dei sei sacramenti che il sacerdote può celebrare, mente la settima croce è cucita sul retro, all'altezza del collo, perché l'Ordine, il settimo sacramento, gli è stato conferito dal Vescovo. 


Un sacerdote pone l'epitrachilio sulla testa del penitente in confessione. Foto di Catalog of good Deeds

Si ritiene che le prime menzioni del paramento siano i canoni XXII e XXIII di Laodicea (364 d.C.) e già viene considerato un paramento antico nel commentario di san Germano patriarca di Costantinopoli (+730). Secondo il presule costantinopolitano, la stola (epitrachilio) rappresenta le bende nelle quali fu avvolto il Salvatore [2]. Negli antichi libri liturgici russi pre-nikoniani, infatti, si fa menzione proprio di questo durante la preghiera di vestizione della stola, mentre nella prassi greca non vi sono mai stati simili riferimenti, sebbene il commentario di s. Germano ne indichi tale lettura. Il liturgista san Simeone di Tessalonica (+1429) indica che vestirsi dell'epitrachilio è un simbolo per accettare il giogo di Cristo [3]. San Nicola Cabasilas (+1397) vedeva nei due fasci della stola l'unione dell'Antico e del Nuovo Testamento, nella gioia spirituale che riveste il sacerdozio di Cristo [4]. La preghiera di vestizione è la seguente: 

Benedetto Dio, che effonde la sua grazia sui suoi sacerdoti qual miro sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste.

L'epitrachilio è utilizzato per benedire e per unire i fedeli durante diversi uffici, come per esempio durante la confessione, il matrimonio o l'ingresso in chiesa degli infanti. L'epitrachilio, o stola che dir si voglia, è parte integrale di ogni ufficio e del ministero sacerdotale. 

----------------------------------------------------------------

NOTE

1)  Alexei A. Dmitrievsky. The Candidate for Priesthood, K., 1904. P. 97

2) Brightman F. Brightman. E. The “Historia Mystagogica” and other Greek Commentaries on the Byzantine Liturgy // JThSt. 1908. Vol. 9. P. 262

3) PG. 155. Col. 262

4) SC. 4bis. P. 364

Commenti