Il Martedì Santo

 Ecco, anima mia, il Maestro ti affida un talento. Ricevi il Suo dono con timore; fallo fruttare per Lui; distribuisci ai bisognosi e rendi amico il Signore. Così starai alla sua destra quando verrà in gloria, e ascolterai le sue benedette parole: "Entra, o servo, nella gioia del tuo Signore". Mi sono smarrito, o Salvatore, ma nella tua grande misericordia ritienimi degno di questa letizia. [Dagli Apostichi dell'Ufficio].


Icona della Parabola delle Dieci Vergini

Il Grande Martedì Santo la Chiesa ricorda due parabole, che sono legate alla Seconda Venuta. Una è la parabola delle Dieci Vergini (Mt 25,1-3); l'altra è la parabola dei Talenti (Mt 25,14-30). Queste parabole indicano l'inevitabilità della Parusia [Seconda Venuta] e trattano argomenti come la vigilanza spirituale, l'amministrazione, la responsabilità e il giudizio. Da queste parabole impariamo almeno due cose fondamentali. In primo luogo, il Giorno del Giudizio sarà come la situazione in cui si sono trovate le damigelle (o vergini) della parabola: alcune pronte, altre non pronte. Il momento in cui si decide per Dio è adesso e non in un momento indefinito nel futuro. In questa parabola, la festa delle nozze è il Regno dei Cieli, dove i fedeli saranno uniti al Signore per la vita eterna. L'attesa dello sposo è tutta la vita terrena dell'uomo, che si prepara all'incontro con il Signore. Le porte chiuse della camera matrimoniale non ammettono coloro che sono stati in ritardo, cioè coloro che sono morti prima del pentimento e dell'emendamento.

La tragedia della porta chiusa è che la chiudono gli individui, non Dio. L'esclusione dal banchetto nuziale, il regno, è di nostra creazione. In secondo luogo, ci viene ricordato che la vigilanza e la prontezza non significano un adempimento noioso e senza spirito di obblighi formali e vuoti. Certamente non significa inattività e pigrizia. Vigilanza significa stabilità interiore, sobrietà, tranquillità e gioia. La vigilanza è la profonda determinazione personale di trovare e fare la volontà di Dio, abbracciare ogni comandamento e ogni virtù e proteggere l'intelletto e il cuore da pensieri e azioni malvagi. La vigilanza è l'amore intenso di Dio.

Il lunedì sera Gesù Cristo si fermò anche a Betania, e martedì mattina tornò di nuovo al tempio di Gerusalemme e insegnò molto all'interno e all'esterno del tempio (Mt 21,1). I sommi sacerdoti e gli anziani ascoltarono le sue parabole e capirono che ne parlava, e così cercarono di catturarlo e ucciderlo. Tuttavia, avevano paura di prenderlo apertamente perché il popolo lo venerava come un profeta (Mt. 21:46), e si meravigliavano della sua dottrina (Mc. 11:18), e Lo ascoltavano con gioia (Mc. 12:37). E' questo che noi commemoriamo al Martedì Santo. Cristo è cosciente che si prepara il suo Sacrificio, e noi lo seguiamo trepidanti mentre prepara i discepoli per gli ultimi, solenni atti della sua vita terrena e del loro ministero, che ancora non conoscono in pienezza. 

Meditiamo su come essere "vergini sagge" anche noi. Ora, se uno non ha lo Spirito di Cristo, non è suo, dice l'apostolo Paolo (Rm 8,9), e sarà naturale che udirà, purtroppo, le parole del Figlio di Dio: "In verità vi dico che non vi conosco" (Matteo 25:12). Ma noi vogliamo entrare nella sala nuziale e gioire del banchetto divino: rimaniamo perciò vigilanti e alimentiamo la nostra vita con l'olio della fede e delle buone opere, e rimaniamo in attesa che si manifesti il glorioso giorno della Seconda Venuta del Signore.

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