Il Pianto della Madre di Dio al Venerdì Santo (Testo Liturgico)

 Il Lamento di Maria sotto la Croce, noto anche come Pianto della Madonna o Inno della Crocefissione del Venerdì Santo è l'ufficio che si celebra immediatamente dopo i Vespri dell'Epitaffio nel pomeriggio del Venerdì Santo, e corrisponde alla Compieta del giorno. E' stato composto da san Simeone il Metafraste (+987) per i rituali della Settimana Santa. Ne proponiamo un arrangiamento dalla versione russa. Le rubriche rituali qui presentate si basano sull'uso corrente delle Chiese di tradizione slava


UFFICIO DEL PIANTO DI MARIA SOTTO LA CROCE

Canone composto da san Simeone il Metafraste

Al Venerdì Santo, dopo il Vespro della Deposizione dell'Epitaffio, il clero rimane davanti all'epitaffio stesso e l'accolito che ha tenuto il turibolo lo passa al sacerdote, il quale incensa il catafalco con l'Epitaffio mentre il coro canta il primo irmo. Il coro canta sempre gli irmi, mentre il clero si alterna nella lettura dei tropari del canone

Ode I 

Irmo: Israele camminava fra i flutti del mare a piedi asciutti, e vide il Faraone annegare col suo esercito, perciò con gridi di vittoria esultava. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Alla vista del Figlio amato e Signore appeso sulla Croce, Maria la Vergine pura si tormentava con pianti amari, e insieme alle altre donne in lacrime sospirava. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Ti vedo ora, o Figlio mio diletto, appeso alla Croce - così esclamava la Madre, col cuore trafitto come da una spada - ma abbi una buona parola per me, tua serva. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. 

Per volontà del Figlio Unigenito e Creatore, sopporta dunque la Crocefissione feroce, o Vergine, e stai sotto l'Albero [della Vita] insieme col Discepolo.

Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. 

O mio Signore, sono privata di ogni letizia e di ogni gioia, o Figlio mio, il mio cuore è nella sofferenza: così piangeva la Vergine pura. 

Ode III

Irmo: Tu sei santo, Signore Dio mio, Tu che hai innalzato la fronte dei tuoi fedeli, e ci hai stabiliti sulla pietra della tua confessione.

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Così piangeva la Vergine pura: per paura dei giudei Pietro non è rimasto fedele e si è nascosto da Cristo. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Con la tua nascita ineffabile e sacra, Figlio mio, più di ogni madre mi hai esaltato: e ora ti vedo dipendere dal legno, invece che dal grembo materno. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Voglio di nuovo il frutto del mio grembo fra le mie braccia, e non vederlo più pendere dalla Croce: ma ahimé, nessuno me lo consegnerà. Così piangeva la Beatissima.

Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Ecco la mia dolce speranza e la mia luce si ottenebrano vedendo te, o Dio mio, spegnerti sulla Croce, e il mio grembo diventa come fuoco ardente di sofferenza, dice la Vergine Madre. 

Ode IV

Irmo: Dio è il Signore, Cristo è la mia forza potente, così canta la Chiesa purificata celebrando il Signore. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Come può tramontare, o Signore, il sole? Come puoi tu, Dio Creatore di tutto il cosmo, sopportare il supplizio della Croce? Così piangevano le donne. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Gridava così la Vergine: chiamate Giuseppe e avvicinatelo a Pilato, e schiodate dall'Albero il Maestro.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Vedendo il Sacrissimo Redentore così inclinato, Giuseppe in lutto e con gran zelo si mosse verso Pilato, e piangendo gridava: rendimi ora il Corpo del mio Dio. 

Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. 

La Vergine come Madre a tutti annunciava: vedete, ecco il mio Figlio amato pendere dall'Albero senza gloria, e il mio grembo adesso soffre come mai è accaduto. 

Ode V

Irmo: Tu o Verbo divino chiami coloro che ami fuori dalle tenebre del peccato e rischiari la via di coloro che si pentono e riempi le anime d'amore splendente. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Stupito, meravigliato e sofferente, Giuseppe assieme a Nicodemo baciò il corpo del Signore, e poi si allontanò, cantando un inno al Signore Dio. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

O Madre beatissima, ricevi il Figlio tuo e piangi, mettiti in ginocchio e supplica [Iddio], così esclamava il discepolo. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Una sola speranza e una sola gioia ho avuto, Figlio mio e Dio mio, e ora di ogni letizia sono privata, dolce mio Amato. 

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Dolore e sofferenza mi hanno accerchiato, e ora che ti vedo, nudo e solo  - così piangeva la Vergine pura - e il Morto di unguenti vieni ora ornato . 

Ode VI

Irmo: Sbattuto dai marosi della vita, come in una tempesta di passioni mi trovo: ma tu o Misericordioso salvami con la tua benevolenza, e conducimi ad un porto di quiete. 

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Vedo te come morto, Tu che hai resuscitato dai morti coloro che ami, e sono ferita fin dal profondo dell'anima: vorrei morire con te, perché non sopporto di vederti senza respiro. 

Gloria a Te, o Signore, gloria a Te. 

Mi meraviglia vederti senza vita, o Signore Dio e Re della Gloria, e cerco di trattenermi dal lacrimare, sperando forse di non riconoscerti disteso fra i morti, o Dio mio e Figlio mio benedetto. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

O Verbo di Dio, perché non parli più alla tua ancella? perché non nutri più colei che ti ha partorito? Così diceva la Purissima, con baci e carezza salutando il corpo del Signore. 

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Penso, o Maestro, che non ascolterò più la tua voce dolcissima, non vedrò più la gentilezza del tuo volto, come finora hai serbato per la tua serva: tu sei infatti mio Figlio e mio Dio. 

Mentre il coro canta il contacio e il tropario, il primo celebrante incensa il catafalco dell'Epitaffio su tutti e quattro i lati.

Contacio, il coro in tono VIII. Venite, fedeli tutti, cantiamo inni d'amore al Crocefisso: così diceva la Madre al Figlio sotto la Croce: Tu che sopporti la morte di croce, tu sei mio Figlio e mio Dio. 

Tropario, sempre il coro, in tono VIII. Ammirate l'Agnello, volontario al macello, e Maria che si straccia la chioma assieme alle donne, mentre piangono nenie funebri, gridando: o Figlio mio, dov'è il tuo amore? A Cana di Galilea ti sei palesato, e hai creato per loro vino dall'acqua: vengo con te, Figlio mio, o devo ancora aspettarti? Dammi ancora una parola, un comando come allora, non lasciarmi nel silenzio. Così gridava la Madre dolorante: tu sei mio Figlio e il mio Dio. 

Ode VII

Irmo: L'Angelo asperse la fornace ardente di rugiada mentre i tre Fanciulli cantavano gioiosi inni di vittoria, esclamando: o Dio dei nostri Padri, tu sei benedetto. 

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Diceva la Beata: dove sei Figlio mio, dove sei, Tu che fosti annunciato dall'angelo Gabriele? Ecco, ora ti vedo, senza respiro di vita e nudo, o Luce mia dolce. 

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Che un malanno mi colpisca e mi renda libera tramite la morte, o Figlio mio amato, affinché possa venire con te nell'Ade e non rimanere più sola. Così diceva la Purissima, non sopportando più una vita senza l'amore di suo Figlio.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Insieme con le altre mirofore, la Madre piangeva lacrime amare e segue il feretro del suo Figlio: cosa vedono i miei occhi, o Figlio mio, perché non mi dai più la tua Pace? 

Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. 

L'ignara di nozze gemeva, esausta, e diceva alle mirofore: consegnate il Maestro al Sepolcro, la nostra dolce Luce, e lasciatelo riposare. 

Ode VIII

Irmo: Hai ristorato con la rugiada coloro che erano nel fuoco, e hai accettato il sacrificio dei Giusti: Onnipotente Dio, Cristo nostro Signore, sii tu esaltato nei secoli. 

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Alla vista del nobile Giuseppe, singhiozzava la Vergine nel pianto amaro, e con voce straziata lamentava: Ecco, Signore mio, il tuo servo ti seppellirà! Con quale sudario avvolgerò il tuo corpo?

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Ecco che come un morto il Signore permette a Giuseppe e Nicodemo di vestirlo e seppellirlo, e la Madre in visione celeste supera il mondo materiale e conosce il divino mandato.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Scoprendo i misteri splendenti e luminosi, la Vergine grida al Figlio suo e Signore di tutti: cosa aspetti a tornare dal sepolcro? 

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Non lascerò il tuo sepolcro, o Figlia mia  - rispose il Salvatore - finché dagli inferi non sarò tornato. E questa gli rispondeva: non posso sopportare di separarmi da te, Figlio mio e Dio mio. 

Ode IX

Irmo: Gli Angeli non osavano ammirare l'incarnazione del Verbo, del Dio che si fece uomo: ma noi ci uniamo alle lodi dei celesti servitori, e lodiamo Te, Signore Dio nostro. 

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Non oso più toccare nulla dalla gioia, gridava la Vergine Madre: non lascerò mai questo sepolcro e qui sarò sepolta con il Figlio mio, finché non tornerà dai morti.

Gloria a Te, Signore, gloria a Te. 

Risana il dolore della mia anima, esclamava la Purissima: tutto tu puoi, o Redentore, Tu che volontariamente ti sei lasciato seppellire, annulla il mio dolore. 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

Così rispose il Signore alla Madre: se così desideri, muori con me. Ma sappi che io mi innalzerò e sarò glorificato, perché solo Iddio del Cielo e della Terra. 

Ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Canto alla tua maestà, o Filantropo, e m'inchino alla profusione della tua misericordia, o Maestro: sebbene la tua creatura ti abbia condotto alla morte, Tu doni a tutti noi la resurrezione. O Salvatore, abbi pietà di noi - così gridava la Vergine Pura. 

Tropario dal coro, in tono VIII. Addolcisci i cuori dei malvagi e degli empi, o Purissima Madre di Dio, salvaci dalle disgrazie e salva le nostre anime. Guardando la tua santa icona, baciamo le tue ferite, e soffriamo con te conoscendo la tua sofferenza; ma siamo terrorizzati dal nemico. Non lasciarci, o Madre, nella durezza del cuore, ma donaci un cuore puro, e con la tua intercessione liberaci dai fardelli dei malvagi. 

Il sacerdote recita poi la preghiera che segue. 

O Vergine Madre del Dio Longanime, più pura fra tutte le figlie degli uomini, Tu che hai sofferto più di ogni altro essere sulla Terra, accetta le nostre suppliche e preservaci sotto il manto della tua intercessione. Non abbiamo altro rifugio né altra speranza se non in te. Con le tue preghiere mostraci la tua benevolenza dinnanzi al trono del tuo Figlio, affinché, soccorsi da te, diveniamo partecipi del Regno celeste e canteremo assieme a te e a tutti i santi la divina bontà del Signore Onnipotente, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 

Il sacerdote poi officia il congedo: Colui che ha sopportato l'umiliazione, la tortura, i soprusi, la sofferenza e la morte di Croce per la nostra Salvezza, il Cristo nostro vero Dio, per le intercessioni dell'illibata Madre sua e di tutti i santi, abbi pietà di noi e ci salvi, qual buono e Filantropo.
Coro: Amen. 

Il Canone è concluso. 

---------------------------------------------------------------------------------

VEDI ANCHE

Il Pianto della Vergine cantato dal metropolita Arsenio (Patriarcato di Mosca), in russo. 

Commenti