Sermone per l'Ascensione del Signore (s. Sebastian Dabovic)

 Traduciamo dall'inglese una predica di san Sebastian Dabovic (+1940) sull'Ascensione del Signore Gesù Cristo.

E mentre guardavano fermi verso il cielo mentre saliva, ecco, stavano accanto a loro due uomini vestiti di bianco, che dicevano anche: Uomini di Galilea, perché state a guardare in cielo? [Atti 1:10, 11]



 I «due uomini vestiti di bianco», che subito dopo l'ascensione del Signore apparvero agli Apostoli e domandarono loro perché stavano a guardare il cielo, erano senza dubbio essi stessi abitanti del Cielo; perciò non si deve supporre che ciò fosse loro dispiaciuto, o che desiderassero dirigere altrove lo sguardo di quegli uomini di Galilea. No. Volevano solo porre fine allo stupore inerte degli Apostoli quando dicevano: Perché state a guardare il cielo? Dopo averli risvegliati dal loro stupore, li attirano alla meditazione e insegnano a loro e a noi con quali pensieri dovremmo guardare al cielo, seguendo il nostro Signore Gesù che vi è asceso. Questo stesso Gesù, aggiunsero, che è da voi assunto in cielo, verrà come l'avete visto andare in cielo.

 I discepoli del Salvatore videro allora l'esatto compimento delle sue parole che Maria Maddalena aveva loro raccontato: Salgo al Padre mio e Padre vostro, e al mio Dio e Dio vostro. Non potevano non concludere che quelle visite gioiose che aveva loro concesso durante i quaranta giorni dopo la sua Risurrezione dai morti, quelle conversazioni istruttive con Lui, quella comunione palpabile tra loro e la sua umanità divina, erano in quel momento terminate. Quando né la mano né la voce potevano più raggiungerlo, lo seguivano con gli occhi, desiderosi di trattenerlo; guardavano fermi verso il cielo mentre saliva. Possiamo concepire quale incommensurabile lutto devono aver provato gli Apostoli dopo l'ascensione al cielo di Gesù, che era per loro tutto nel mondo; Considerando le circostanze dell'ascensione di Cristo al cielo, possiamo notare prima la benedizione che poi diede agli Apostoli, e avvenne, dice l'evangelista Luca, mentre li benediceva fu separato da loro e portato in Paradiso. Quale incessante corrente della grazia di Cristo si rivela così a noi cristiani! Il Signore inizia una benedizione, e prima del suo completamento ascende al cielo; poiché mentre li benediceva fu portato su in cielo. Così, anche dopo la Sua ascensione, Egli continua ancora invisibilmente a impartire la Sua benedizione. Scorre e discende continuamente sugli Apostoli; per loro mezzo si diffonde su coloro che benedicono nel nome di Gesù Cristo; coloro che hanno ricevuto la benedizione di Cristo per mezzo degli Apostoli la diffondono tra gli altri; e così tutti coloro che appartengono alla Santa Chiesa Cattolica e Apostolica diventano partecipi dell'unica benedizione di Cristo. Come la rugiada dell'Ermon che discese sul monte di Sion, così questa benedizione di pace discende su ogni anima che si eleva al di sopra delle passioni e delle concupiscenze, al di sopra della vanità e delle preoccupazioni del mondo; come sigillo indelebile, imprime coloro che sono di Cristo in modo tale che alla fine del mondo Egli, con questo stesso segno, li richiamerà in mezzo a tutta l'umanità, dicendo: Venite, benedetti!

Ed ora, fratelli miei, consideriamo quanto è necessario per noi sforzarci di guadagnare ora e di preservare questa benedizione del Signore Asceso, che discende su di noi anche attraverso la Chiesa apostolica. Se l'abbiamo ricevuta e conservata, saremo, al futuro avvento di Gesù Cristo, chiamati insieme agli Apostoli e ai santi a partecipare al suo regno: Venite, benedetti! Ma se, quando chiamerà beati dal Padre suo, questa benedizione o non si trova in noi, o ci si trova in possesso solo della falsa benedizione di uomini che non hanno ereditato essi stessi la benedizione del Padre celeste per grazia e nei sacramenti, allora che ne sarà di noi? Sì, dico, consideriamo questo punto vitale prima che l'opportunità venga tolta. Il giorno del Signore viene come un ladro nella notte. Da questa stessa imprevisto della sua seconda venuta nostro Signore stesso trae per noi cristiani un avvertimento salvifico: Vegliate, dunque, perché voi non sapete in quale ora verrà il vostro Signore. Non lasciarti sviare dalla curiosità o dalla credulità, e guardati da quelli che pretendono di sapere più di quanto Cristo abbia loro concesso di sapere. Cerchiamo piuttosto di conoscere quali mancanze abbiamo, di contare le nostre trasgressioni e di cercare un limite ad esse nel pentimento. Facciamo attenzione che i figli di questo mondo e le nostre passioni non abbandonino il nostro spirito fino all'avvicinarsi di quell'ora agognata, ma terribile: quando il Signore verrà.

 La benedizione del Signore scenda su di te per grazia e filantropia, sempre, ora, sempre e nei secoli dei secoli. Amen. 

Commenti