Un dimenticato convertito dall'islam: Ibn-Al-Dahhak emiro di Al-Ja'fari

 La Storia ortodossa è disseminata di conversioni interessanti, che ci possono illuminare su come la grazia divina agisce indipendentemente dalla cultura, dal ceto sociale o dal periodo storico di riferimento. 

Di convertiti dall'islam alla santa Fede ve ne sono diversi nei secoli: abbiamo conosciuto, su questo blog, ad esempio, san Maometto il Copista. Eppure, un caso ben più antico e ancor più interessante appartiene alla brevissima conversione dell'emiro Ibn Al Dahhak, di stirpe curda, nel X secolo. 

Ibn Al-Dahhak Āstiyāg (+927) era un emiro che governava alcune zone dell'estremo Kurdistan meridionale, attorno alla città di Tarso (all'epoca già minacciata musulmani e presto conquistata) per conto degli Abbasidi. Non sappiamo nulla di lui - forse non sarebbe nemmeno passato alla Storia - se non si fosse convertito in un periodo imprecisato, anteriore al 926, alla Chiesa Ortodossa. Col suo seguito si recò a Costantinopoli mentre regnava l'imperatore Romano I Lekapenos (920-944). Il Basileus lo accolse, lo fece battezzare a corte e gli diede ricchi doni, rimandandolo poi a governare la sua stessa fortezza di Al-Ja'fari, presso Tarso, con un nuovo titolo cristiano. Nel tardo autunno del 927, comunque, il suo breve governo ortodosso capitolò dopo un lungo assedio guidato da Thamal Al-Doulafi, governatore di Tarso per conto degli Abbasidi, mandato dal sultano per eliminare quella intrusione bizantina nei suoi territori.   

Il triste epilogo della vita del nobile Ibn Al-Dahhak Āstiyāg e le circostanze della sua morte violenta in odio alla fede cristiana ortodossa fanno di questo giovane emiro un martire della Chiesa di Cristo. Presto dimenticato da tutti, non è inserito nel calendario e non ha, ovviamente, un giorno in cui viene commemorato. Eterna sia la sua memoria. 

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