" E' veramente giusto dirti beata" - storia dell'inno mariano più diffuso nel culto ortodosso

   Degno davvero è dir di te beata, la Madre di Dio sempre beata, illibata, e Madre del nostro Dio. Più venerabile dei cherubini, e senza confronto più gloriosa dei serafini, senza corruzione hai partorito Dio Verbo: te, la vera Madre-di-Dio, noi glorifichiamo

Questo inno mariano è onnipresente in tutte le ufficiature ortodosse. Si trova nella chiusura di ogni Ora canonica, ai Vespri, al Mattutino, e alla Divina Liturgia. La prima parte, ovvero le parole Degno davvero è dir di te beata, la Madre di Dio sempre beata, illibata, e Madre del nostro Dio. sono di difficile attribuzione, mentre la seconda parte è stata tratta dall'Irmos nel tono sei del nono inno del Grande Venerdì Santo (dal Triodio), scritto molto probabilmente da San Cosma di Mayum, già presente nel Tipico di Gerusalemme dal X secolo.

San Cosma di Mayum è un innografo contemporaneo di san Giovanni Damasceno (+749), reputato l'autore del tropario "più venerabile dei cherubini". Interessante è anche la genesi della prima strofa. 

Il Paterikon Athonita  presenta questa storia registrata nel 1548 dallo ieromonaco Serafino. Alla fine del X secolo, durante il regno del patriarca Nicola II Chrysovergos, viveva sul monte Athos un pio monaco rassoforo, che era discepolo di un anziano. Un sabato sera, mentre l'anziano stava assistendo alla veglia notturna presso la chiesa grande e a Kareia, un monaco vagabondo bussò alla porta del discepolo. Il discepolo lo accolse dentro. La tradizione vuole che il monaco straniero fosse l'Arcangelo Gabriele sotto mentite spoglie. Quando giunse il momento di cantare il “Più onorevole dei cherubini”, il monaco cantò invece “È veramente giusto”. Il discepolo chiese al monaco di scrivere le parole su una pietra. Il monaco li scolpì facilmente, come se scrivesse con vernice fresca, e poi svanì nel nulla. Dopo aver saputo di questo incidente, l'anziano lo trasmise al Santo Sinodo. Alla fine, la storia raggiunse le orecchie del Patriarca e dell'Imperatore. Da allora in poi, questo testo è stato per sempre parte del culto della Chiesa ortodossa.

È vero che molti canti bizantini sono simili all'inno "È veramente giusto". Ad esempio, il secondo inno della Sepoltura cantato al Grande Sabato inizia con il tropario: "È opportuno glorificare te, Datore di vita, che hai steso le braccia sulla croce e hai infranto la potenza del nemico". Testi simili ricorrono anche come ritornelli al Diciassettesimo Catisma, cantato in varie feste. Anche i tropari di san Gregorio del Sinai – letti dopo i Vespri domenicali – iniziano con il testo: «È davvero opportuno glorificarti, Dio Verbo; mentre i tuoi cherubini tremano e tremano, e le potenze celesti ti cantano gloria». Interessante come nel Tipico di Gerusalemme e nel Tipico di Costantinopoli questo l'inno "è giusto dirti beata" non viene ufficializzato fino al XII secolo, e nel Tipico Studita non è affatto presente - così come non è richiesto il canto del Magnificat al mattutino. E' probabile che i due inni siano stati inseriti insieme.

La variante occidentale del Tipico Studita, il Typicon di Messina – datato 1131 – prescrive il canto di sette irmoi magnificanti la Madre di Dio dopo il nono inno del canone del Mattutino. Potrebbe esserci stata una connessione tra le tradizioni orientali e occidentali. I manoscritti slavi del Tipico di Gerusalemme del XVI e XVII secolo obbligavano il canto del "degno è dirti beata" solo durante il mattutino nei giorni feriali, cosa che è ancora una pratica oggi. A partire dal XVI secolo, l'inno Axion estin è cantato anche alla liturgia e ai mattutini festivi. 

Commenti