Maxi-Processione a Belgrado contro la decadenza morale (news)

 Il popolo serbo ha da sempre combattuto per la difesa dell'Ortodossia e dei suoi valori etici, morali e sociali. Non ci sorprende dunque che, dinnanzi al degrado delle idee liberali post-capitaliste, il popolo serbo stia resistendo con forza. E la città di Belgrado si è riempita di fedeli ortodossi che hanno sfilato per la capitale con il vero orgoglio della razza umana: croci, icone, stendardi cristiani. 


Il presidente Alexander Vucic, vedendo l'impressionante mole di cristiani radunati, ha chiesto di annullare la parata LGBT programmata per il 12-18 settembre, ma la comunità gay di Belgrado non ha voluto cancellare l'evento. 

Sabato, in una conferenza stampa, Aleksandar Vucic ha annunciato la decisione di annullare la celebrazione dell'EuroPride. Il presidente serbo ha detto che la parata dell'EuroPride - un evento LGBT paneuropeo ospitato da una città diversa ogni anno, questa volta in programma a Belgrado a metà settembre - sarà "rinviato o annullato" a causa delle "recenti tensioni con l'ex provincia del Kosovo ", così come le questioni energetiche e alimentari. "In questo momento lo stato è messo sotto pressione da numerosi problemi", ha detto Vucic. "... non puoi fare tutto nello stesso momento, e basta. Non sono contento, ma non ce la facciamo”.

La decisione è arrivata dopo che migliaia di persone hanno marciato il 14 agosto per protestare contro il previsto evento LGBT. L'ufficio delle Nazioni Unite in Serbia si è detto preoccupato per il divieto annunciato, dicendo che metterebbe a repentaglio "il diritto alla libertà di riunione come garantito dalla Costituzione serba". I gruppi di opposizione hanno detto che avrebbero portato avanti l'evento, nonostante la decisione del presidente.

La dichiarazione dell'opposizione ha dato vita a un'altra ondata di proteste anti-EuroPride. Migliaia di cristiani ortodossi sono scesi nelle strade di Belgrado domenica sera in processione per mettere in guardia contro lo svolgimento dell'EuroPride, nonostante la decisione delle autorità serbe di annullare l'evento e di “salvare la Serbia”. Si sono poi radunati davanti alla cattedrale di San Sava, dedicata al veneratissimo santo serbo. 

La Serbia sta cercando formalmente l'adesione all'Unione Europea. Tuttavia, le autorità dell'UE non sono molto contente della forte influenza della Chiesa ortodossa nel Paese balcanico.

La Serbia, a quanto pare, non può semplicemente superare un test di "tolleranza", ovvero: tenere una parata del gay pride "bene", come han fatto la maggior parte dei candidati dell'UE. Le prime due marce del Pride di Belgrado, nel 2001 e nel 2010, sono state segnate dalla violenza. Dal 2014 la parata è organizzata regolarmente, ma con un'ampia presenza delle forze dell'ordine.

Tre anni fa, secondo il rapporto dell'Afp, i membri dell'European Pride Organizers Association scelsero la capitale della Serbia per ospitare l'evento annuale, “sperando che rappresentasse un importante passo avanti per un Paese slavo tradizionalmente conservatore e sotto una forte influenza degli ortodossi". Questa volta il tentativo LGBT sembra essere fallito di nuovo.

Rivolgendosi alla folla di domenica, il vescovo serbo ortodosso Nikanor ha elogiato la decisione delle autorità di revocare "la profanazione del nostro Paese, della nostra Chiesa e della nostra famiglia". Mons. Nikanor ha detto che i fedeli sono pronti a scendere di nuovo in piazza per “mettersi davanti a coloro che intendono distruggere i valori della Serbia”.


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