La nostra vita sulla terra è una preparazione per la vita che verrà (S. Serafim Rose)


 Lo ieromonaco Serafim Rose (+1982) è stato recentemente canonizzato. Insieme con la bellissima notizia - siamo "fan" di san Serafino di Platina da molti anni - presentiamo anche un suo sermone, tratto dal libro dello ieromonaco Damasceno, suo figlio spirituale, La vita e le opere di padre Serafim Rose, Casa editrice Egumenita, 2005. In questo articolo, san Serafino di Platina ci parla dello scopo della vita cristiana.

Sconfinato e inconsolabile sarebbe stato il nostro dolore per i nostri cari morenti, se il Signore non ci avesse donato la vita eterna. La nostra vita non avrebbe senso se finisse con la morte. A che servirebbero allora la virtù e le buone azioni? Allora avrebbero ragione quelli che dicono: "Mangiamo e beviamo, perché domani moriremo!". Ma l'uomo è stato creato per l'immortalità e, attraverso la Sua risurrezione, Cristo ha aperto le porte del Regno dei Cieli, della felicità eterna, a coloro che credevano in Lui e vivevano nella giustizia.

La nostra vita sulla terra è una preparazione per la vita che verrà, e questa preparazione termina con la morte. "È stabilito che gli uomini muoiano una volta sola e poi siano giudicati" (Ebrei 9, 27). Allora l'uomo lascia tutte le preoccupazioni terrene; il corpo marcisce, per risorgere incorrotto alla Risurrezione del popolo. Ma l'anima dell'uomo continua a vivere e non smette di vivere nemmeno per un momento. Attraverso molte apparizioni dei dormienti ci è stato dato di conoscere, in parte, ciò che accade all'anima quando si separa dal corpo. Quando la vista degli occhi fisici cessa, inizia la vista spirituale

Il santo vescovo Teofane il Recluso dice, in una lettera a una donna sul letto di morte: "Non morirai. Il tuo corpo morirà, ma passerai in un altro mondo, essendo vivo, ricordando te stesso e riconoscendo il mondo intero intorno a te. Spesso coloro che sono sul letto di morte iniziano ad avere una visione spirituale appena prima della morte, e quando vedono coloro che li circondano e persino parlano con loro, vedono ciò che gli altri non vedono. Per due giorni l'anima ha una certa libertà e può andare nei luoghi della terra che amava, ma il terzo giorno si sposta in altri regni.

San Teofane il Recluso, in un'altra lettera dice: "Noi, quelli che rimangono in vita, piangiamo i defunti, ma per loro diventa subito più facile; quello stato è più felice. Coloro che morirono e poi furono riportati nel corpo lo sentirono come una dimora molto sgradevole. Anche tua sorella sentirà queste cose. Sta meglio lì; e siamo sopraffatti dal dolore, come se gli fosse capitata una disgrazia! Ci guarderà e sicuramente ne rimarrà stupita".

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