La "Pasqua dei beati" nella Tradizione ortodossa

 Il Martedì della seconda domenica di Pasqua - di san Tommaso -  è un giorno dedicato ai defunti, con nomi diversi in base alla lingua di riferimento,  (Радоница in russo, ovvero "il giorno della gioia", in romeno Paștile Blajinilor, "la Pasqua dei beati") perché si commemorano i nostri defunti dopo la Settimana Luminosa, periodo dell'anno in cui è proibito celebrare panichide o parastasi per i defunti.


Dal punto di vista liturgico, la tradizione prevede una processione dalla parrocchia fino al cimitero, nel cui centro si prepara un tavolino con le offerte votive (dolci, pane, vino, coliva e candele) e il sacerdote recita una litia per i defunti. Dopodiché, i fedeli distribuiscono il cibo ai meno abbienti e lo condividono fra loro per commemorare i propri cari addormentati nella speranza della Resurrezione. 

Perché è chiamato "il giorno gioioso"? Perché i nostri cari per noi erano persone importanti, che portavano felicità nella nostra vita; siamo felici per loro, perché si trovano in un posto "dove non c'è più dolore nè lamento, ma gaudio senza fine" come dice la preghiera per i morti. E' una festa per fare memoria della loro esperienza di vita con noi, per ritrovarsi con i parenti, per pregare per i defunti. 

Come dovremmo passare la "Pasqua dei beati"?

Sicuramente andare al cimitero, partecipare al servizio liturgico, e offrire una oblazione per l'anima dei nostri defunti. Dovremmo pulire le loro tombe, offrire una elemosina ai meno fortunati in nome dei nostri defunti, e dovremmo ricordarci che anche a noi, un giorno, spetterà tornare alla terra. E che quel che facciamo oggi lo portiamo con noi nell'eternità. 

Cristo è risorto!

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